AZIENDE E PRODOTTI

Ue: i mercati sempre più invasi dai pomodori del Marocco. I produttori italiani e europei in grave crisi. Bruxelles intervenga subito
La Cia denuncia una situazione allarmante. Massiccio e indiscriminato è l’ingresso di prodotti a prezzi “stracciati” provenienti dal paese magrebino. Non ci sono reali controlli sul dovuto pagamento dei relativi dazi e sulle caratteristiche fito-sanitarie delle produzioni. La Commissione europea sollecitata ad individuare strumenti e modalità più efficaci per l'adempimento delle clausole degli accordi internazionali.
 
E’ sempre più allarme tra i produttori ortofrutticoli europei, ma soprattutto italiani, in seguito all'ingresso massiccio e indiscriminato di pomodori dal Marocco, che vengono “sdoganati” in Spagna, ma soprattutto in Francia, presso il porto di Charles, senza reali controlli sul dovuto pagamento dei relativi dazi e sulle caratteristiche fito-sanitarie dei prodotti. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori preoccupata per la piega che sta prendendo la situazione.
In pratica, continuano a essere disattesi -sostiene la Cia- gli obblighi derivanti dal recente accordo Ue-Marocco, che prevede l'applicazione di dazi maggiorati a fronte di cali significativi del prezzo del prodotto sui mercati europei. Le conseguenze sono, ovviamente, disastrose in particolare per i nostri produttori che si vedono chiudere tutti i canali commerciali tradizionali, compresa la Gdo italiana ed europea che preferisce approvvigionarsi in Germania o Francia a prezzi “stracciati”.
Il perdurare del fenomeno -sottolinea la Cia- deve essere, quindi, oggetto di grande attenzione da parte della Commissione europea, come, peraltro, essa stessa ha promesso nel corso dell'ultimo Consiglio dei ministri dei “27”. Ma la delega totale agli Stati membri per quanto riguarda i controlli doganali, attraverso i loro uffici alle frontiere, ha, purtroppo, già dimostrato in passato l'insufficienza di questa procedura.
E' giunto il momento che l’Esecutivo di Bruxelles -ribadisce la Cia- prenda atto della reale ingovernabilità di questi fenomeni, sempre più frequenti, di import senza regole, che danneggiano gravemente i produttori ortofrutticoli europei, già penalizzati dalle ultime gravi crisi di mercato, derivanti da una estrema volatilità dei prezzi, unita spesso alla forte deperibilità di alcuni prodotti. Su questo punto specifico è bene ricordare che tutta la filiera ortofrutticola europea attende una risposta concreta, da parte della Commissione, alle richieste avanzate in sede di riforma della Pac relative a più efficaci strumenti di garanzia del reddito per i produttori.
La Cia auspica che questa nuova emergenza sia sufficientemente indicativa della necessità per la Commissione europea di cambiare pagina e di individuare strumenti e modalità più efficaci per l'adempimento delle clausole degli accordi internazionali. E' necessario, soprattutto, mettere a punto un sistema europeo di monitoraggio ed effettivo controllo alle dogane, gestito direttamente dall’Esecutivo comunitario, in modo da integrare concretamente l'attività degli uffici doganali degli Stati membri.
Queste -conclude la Cia- sono ormai condizioni di base per il corretto andamento dei commerci internazionali. I controlli severi effettuati sui nostri prodotti dai paesi extra-europei ne sono la testimonianza. (www.cia.it)



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