AZIENDE E PRODOTTI

Tavole delle feste, il pesce celebra il Natale in lieve ripresa

Sarà un Natale all'insegna del contenimento della spesa, ma per il pesce l'offerta sarà più conveniente e competitiva dello scorso anno, specialmente sui banchi della GdO, secondo le previsioni del Centro Studi Lega Pesca. Rispetto all'inizio dell'anno, si sono registrati positivi segnali di ripresa dei consumi dopo la pausa estiva, ma la crisi si fa sentire e la domanda rimane debole. Ciò permetterà di contenere i consueti rialzi dei prezzi che si registrano nella settimana di Natale.
La tendenza rilevata è quella di una sostanziale stabilità dei prezzi di molluschi,  prodotti di acquacoltura e congelati. Più sensibili le oscillazioni di prezzo che interesseranno prodotti tipicamente natalizi, in particolare il capitone ( +20%), e i prodotti di cattura, specie di provenienza locale, su cui si stimano i rialzi più consistenti, dal 20  al 30% per il pesce bianco, e fino al 50-60% per gli scampi di paranza.
In un ideale carrello della spesa per la vigilia, grazie a prezzi più contenuti, vinceranno vongole nazionali ( 8-11 euro al Kg), polpi e seppie esteri (12 euro), trote nazionali (6 euro), orate e spigole di allevamento (12-13 euro kg), filetti di provenienza estera (persico a 9-10 euro Kg) e salmone in tranci (10-12 euro al kg).  La crisi arriverà a mettere a rischio su molte tavole la presenza di prodotti tradizionali, come il capitone fresco, allevato nazionale o di cattura, il cui prezzo potrà salire in pescheria fino a 25/28 euro al Kg. Meno proibitivi i margini d'azione per altri immancabili come baccalà e stoccafisso, i cui prezzi potranno oscillare, a seconda della varietà, dai 12 ai 25 euro/kg. Per la prima volta, complice la deflazione, gli astici, con una stima di prezzo che si aggira attorno ai 25 euro/kg, si candidano a vantare un insolito e più competitivo rapporto qualità prezzo rispetto al passato.
I maggiori rialzi si annidano negli acquisti del fresco di cattura, che dovrà competere con la maggiore disponibilità di prodotto e la maggiore stabilità di prezzo di specie di allevamento o prodotto decongelato. Tra i crostacei, sarà un vero lusso potersi concedere l'acquisto degli scampi: il prezzo non scende al di sotto dei 30 euro del prodotto di provenienza scozzese (prezzo che sale a 60 euro per il prodotto vivo), mentre il prodotto di provenienza locale, causa anche il maltempo, si prepara a spuntare prezzi improponibili per i più, fino a 70/75 euro. Per i gamberi freschi, si registrano oscillazioni tra i 20 e i 35 euro ( + 45%), quando si tratti del pescato di paranza siciliano; per le mazzancolle, prezzi non al di sotto dei 40-45 euro.  Chi, per le insalate di mare, non rinuncia al sapore del polpo verace o delle seppie di cattura locali, dovrà essere pronto a spendere dai 20 ai 25 euro al Kg, in media + 30%) del prezzo del prodotto estero. Per i calamari, il fresco di provenienza mediterranea costerà in media quasi il doppio del decongelato (20 euro/kg contro 10-13 euro).
Se ancora ci si salva per gli antipasti (per le ostriche i prezzi oscillano da 8 a 20 euro)  e insalate di mare, prezzi più sostenuti incideranno sui piatti di portata di solito affidati alle specie ritenute di maggiore pregio: la gamma delle specie di mare più richieste - spigole, dentici, san pietro, ricciole, sogliole, spada - si preparano a spuntare prezzi non inferiori a 25-28 euro al Kg, con rialzi medi dal 20 al 30%). Più convenienti rane pescatrici e scorfani ( 18-20 euro). Quanto mai prezioso, per il secondo della vigilia, il soccorso offerto da orate e spigole di acquacoltura, altrettanto gustosi e con prezzi praticamente dimezzati (dai 10 ai 13 euro).  
 
PREZZI BLOCCATI SOLO NELLE VENDITE DIRETTE GESTITE DAI PESCATORI
E' difficile parlare di risparmio alla vigilia della settimana che, nonostante la sofferenza dei consumi, registra le oscillazioni di rialzo più marcate:  ma, a parte i più accorti che hanno provveduto all'acquisto nelle scorse settimane, c'è da sottolineare che il vero affare lo faranno i clienti abituali delle vendite dirette in banchina, perché  i pescatori non hanno certo l'interesse di far scappare a gambe levate una clientela ormai fidelizzata, che dimostra di apprezzare sempre più le varietà di prodotti locali, sia nelle cucine regionali che attraverso nuove ricette e metodi di cottura.
Gli acquirenti delle vendite dirette saranno l'unico segmento di consumatori a poter usufruire di prezzi bloccati proprio nella settimana in cui il resto del mondo cerca di far tornar i conti per la spesa del cenone: rapporto qualità prezzo imbattibile per spigole e orate di giornata a 22 euro, ombrine a 18 euro, 30-35 euro per le mazzancolle, senza considerare la convenienza delle specie meno richieste, ma non meno buone e salutari, come sciabole, muggini, mustele, torpedini e razze, vendute e 10 euro/Kg già pulite e sfilettate.
Per una geografia dei consumi, in un'epoca di mercato globale, strano a dirsi, come per l'agricoltura, il meteo rimane una delle variabili più importanti anche per l'andamento dei prezzi dei prodotti ittici. Negli ultimi giorni il maltempo ha interessato in particolare il Tirreno, e se consideriamo una fascia locale di consumo, è presumibile immaginare che nelle località di mare dell'Adriatico i cenoni della vigilia saranno mediamente più convenienti grazie ad una maggiore clemenza del clima.
Al di là del meteo, il fattore che più pesa sulle tasche dei consumatori di prodotti ittici, rimane il vecchio e annoso problema di una filiera commerciale ancora troppo frammentata, con un elevato numero di intermediazioni che si traducono in ricarichi fino al 300% sul consumatore finale. Lega Pesca ricorda che il prezzo medio alla produzione è al palo da anni e che nel 2011 si è attestato su una quota del tutto marginale di 5 euro al Kg. Un andamento dei prezzi che non riesce a compensare il calo delle catture, scese nel 2011 sotto le 370 mila tonnellate, per un valore della produzione di 1,4 miliardi di euro.
In Italia, il consumo interno di prodotti ittici, a fronte di una riduzione generalizzata dei consumi alimentari, ha registrato nel 2011 un lieve ma tendenziale aumento, soprattutto rispetto al brusco calo della spesa registrano nel 2008. Ciò si è tradotto in un ulteriore aumento delle importazioni, pari a 831 mila tonnellate per una spesa sui mercati esteri di circa 3.852 milioni di euro. La spesa complessiva per i prodotti ittici  è aumentata del 6% lo scorso anno, passando dai 4,9 miliardi di euro del 2010 ai 5,2 miliardi di euro del 2011.
(www.legapesca.coop)



Torna all'indice di ASA-Press.com