Il Piano Mattei per l’Africa per combattere l’insicurezza alimentare

six children standing on desert
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Piano Mattei è l’espressione scelta dall’attuale esecutivo capeggiato da Giorgia Meloni per sintetizzare un piano strategico per la costruzione di un partenariato tra Italia e Africa, che richiama il nome dell’ex presidente Eni scomparso nel 1962. Di Mattei si vuole riprendere quello che viene oggi definito un approccio “non predatorio” verso l’Africa da parte europea, volto alla promozione sul territorio di uno sviluppo sostenibile e duraturo. “Quello che va fatto in Africa non è carità, ma partnership strategiche da pari a pari”, ha spiegato la premier Meloni.  Stando alle indiscrezioni, il progetto mirerebbe a mobilitare almeno 4 miliardi di fondi italiani nell’arco dei prossimi cinque-sette anni, coinvolgendo, per quanto possibile, tutto il sistema Italia. Il nostro Paese, nell’idea del Piano Mattei, farebbe da apripista a un maggiore coinvolgimento anche dell’Unione europea e delle istituzioni internazionali. In questo senso si spiegano le adesioni al massimo livello dei rappresentati europei, Von der Leyen, Michel e Metsola così come delle agenzie dell’Onu.

Il progetto prevede la produzione di colture strategiche per il consumo locale come ad esempio frumento, soia, mais, riso, banane, ortaggi e frutta di vario tipo. Gli agricoltori locali potranno seguire corsi di formazione e specializzazione. Nell’ambito delle iniziative, si inserisce anche il Mami (Mediterranean African Markets Initiative), realizzato in Africa e finanziato dal ministero degli Esteri e della Cooperazione internazionale e svolto dal Ciheam Bari con la collaborazione di Coldiretti, World Farmers Markets Coalition e Campagna Amica. Il Mami, che prevede la creazione di una rete di mercati in Tunisia, Egitto, Kenya, Libano e Albania, ha visto una prima fase di formazione dei manager dei farmers market dei Paesi coinvolti nella sede del Ciheam a Bari, dopo il quale sono iniziate le missioni in campo in Egitto e Kenya, dove si sta già lavorando per l’apertura dei primi mercati.

Le azioni messe in campo saranno un impegno per combattere l’insicurezza alimentare che nel mondo colpisce chi vive nelle zone rurali: il 33% degli adulti contro il 26% di chi abita nelle zone urbane, con il paradosso che chi produce cibo, con l’allevamento e la coltivazione, non è in realtà in grado di averne a sufficienza per sfamare la propria famiglia per effetto delle speculazioni in atto sui prezzi alimentari e sulla terra.

Iniziative per le quali l’Italia può mettere a disposizione la propria esperienza unica al mondo con la più estesa rete organizzata di mercati contadini in Europa con 15.000 agricoltori coinvolti in circa 1.200 farmers market di Campagna Amica.

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