LA VITA DELLA VITE
A cura di Marco Tonni / tonni@asa-press.com

Vendemmia 2015: salute a tutti!

La vendemmia del secolo è stata, auspicabilmente per il bene di tutti, quella del 2014. Nel senso che si spera che per tutto il secolo non ne capiti un’altra così orribile. Il 2014 ha messo a repentaglio i nervi e la salute psichica dei consulenti, la pazienza, la speranza e le finanze dei viticoltori, la salute dell’ambiente (a causa degli innumerevoli trattamenti antiparassitari resi obbligati dalle continue piogge), con buona pace per il desiderio del consumatore di gustare vini eccelsi. Nel 2014 tutto era andato climaticamente storto e la vite si era ritrovata in gravissima crisi a causa della carenza di sole e dell’eccesso di pioggia. Certo, dal Nord al Sud vi era un gradiente qualitativo dell’annata che da disastroso passava a sufficiente o buono, ma ben pochi in Italia e addirittura in Europa si sono potuti dire completamente soddisfatti dell’annata.

Quindi, se vogliamo essere onesti, non possiamo dire che anche la vendemmia del 2015 sia la vendemmia del secolo. Però, un po’ verrebbe voglia…

Da molti anni non si vedeva una stagione così adatta alla coltivazione della vite dal Nord al Sud d’Italia.

Poche piogge e siccità sì, ma non estrema. Piogge abbastanza cadenzate (è pur vero che a Luglio non ha piovuto mai, fatto eccezionale, ma in luglio la vite godeva ancora al Nord dell’umidità profonda lasciata da due stagioni eccezionalmente piovose, e anche al centro-sud non si sono verificati fenomeni siccitosi estremi.

Normalmente, infatti, il periodo più critico per la siccità è da fine luglio alla prima metà di agosto, soprattutto se le temperature superano i 35 °C diurni e di notte non si abbassano. Queste condizioni si sono verificate solo per circa una settimana in quel periodo al Nord, mentre al Centro-Sud era sovente addirittura meno torrido, ma la grande differenza a favore della resistenza della vite all’aridità estiva si è originata quest’anno dalla primavera asciutta.

Fin da maggio, infatti, a causa del clima asciutto, si sono sviluppate foglie più piccole, femminelle più corte e pareti fogliari meno spesse, quindi minor superficie fogliare traspirante e minore esigenza in acqua da parte della pianta, ma anche situazioni microclimatiche in fascia grappoli più adatte a garantire nel prosieguo della stagione più qualità e meno suscettibilità ai patogeni.

La minor superficie fogliare traspirante è stata un toccasana quando l’acqua è mancata, perché la vigna ha potuto contenere il consumo idrico e quindi subire meno lo stress. Ovviamente i vigneti giovani o quelli su terreni molto sciolti o ricchi di scheletro hanno sofferto, talvolta anche molto, ed in quei casi la qualità e la quantità sono state penalizzate, ma mediamente le nostre amate vigne se la sono cavata bene o egregiamente.

La ciliegina sulla torta sono stati i mesi di agosto e settembre, con qualche pioggia “di soccorso” ma sostanzialmente asciutti e ventilati. Uve spettacolari, maturità fenoliche ottimali (importanti per la qualità sia di rossi che di bianchi), assenza di patologie (e chi ha fatto tanti trattamenti antiparassitari quest’anno solo perché memore delle difficoltà dello scorso anno deve certamente farsi un’analisi di coscienza oltre che il conto delle poche monete rimaste nel borsello).

No, non diciamo che è l’annata del secolo, perché speriamo che ne arrivino tante altre così. Non è stata certo un’annata ottimale per le varietà precoci destinate a vini con le bollicine, perché il caldo abbondante è nemico dei vini che devono essere ottenuti da uve acerbe o di quelli che fanno dell’aromaticità la loro prerogativa, così come è stata molto impegnativa per chi ha dovuto irrigare le vigne, o per chi ha dovuto soccorrere i giovani vigneti facendo decine viaggi con botti d’acqua, ma altrettanto certamente è stata un’annata adatta a rosati e soprattutto a rossi, come da molto tempo non vedevamo. Personalmente, la ritengo, ad oggi, migliore del 2003 e forse perfino del 2007, anche se dovremo scoprirlo nei prossimi mesi assaggiando le vasche.

Così, “salute a tutti” è nel senso letterale della locuzione.

Infatti, noi consulenti ci siamo presi una mezza vacanza (mentalmente) e abbiamo potuto sbizzarrire le nostre più recondite aspirazioni a proporre innovazioni gestionali che durante una stagione come il 2014, vissuta in costante emergenza, non si potevano certo intraprendere perché le priorità erano altre, ossia salvare la vigna; i proprietari hanno ancora stampato il sorriso che li ha accompagnati lungo le vigne per tutta la stagione a partire da aprile e, si sa, sorridere fa bene; i piccoli amici viventi nei nostri vigneti, come insetti utili, lombrichi e altri organismi terricoli e quelli acquatici che popolano i fossi e gli stagni, si sono moltiplicati beati e floridi in ambienti meno bistrattati del solito; e i consumatori, anche se per ora non possono ancora capire il beneficio che ne trarranno, potranno presto – e a lungo - godere del frutto dei nostri sforzi.