IL VIAGGIO GASTRONOMICO
A cura di ASA / asa.web@asa-press.com

La birra dei cercatori d’oro

L’Alaska, la mitica terra dell’oro, ha mantenuto un paesaggio ancora quasi incontaminato, come l’acqua che contribuisce a produrre un’ottima birra.

In questo grande paese ghiacci e foreste si estendono per miglia e miglia in uno scenario di incredibile bellezza, per estesi tratti è ancora selvaggio e percorso da innumerevoli corsi d’acqua spesso risaliti dai salmoni che vanno a deporre le uova. E, infatti, l’Alaska è conosciuto per la qualità dei suoi salmoni selvaggi e per tutto il pesce che arriva dall’Oceano Pacifico con il quale confina. Nelle fredde acque dell’oceano si pescano pesci e molluschi pregiati, come enormi halibut dalla carne bianchissima e delicata, gamberi, merluzzo, mitili, capesante e ostriche, per non parlare dell’enorme granchio reale per il quale si utilizzano grandi nasse. La pesca è quindi un’attività importante e praticata a tutte le età e da maschi e femmine. E chi è troppo giovane e magari nemmeno va ancora a scuola, comincia comunque a fare pratica gettando una rudimentale lenza nelle acque dei porticcioli, molto ricche di piccoli pesci, da vendere ai pescatori che li utilizzano come esca per gli halibut. E poi ci sono gli appassionati di pesca, provenienti da tutto il mondo, che si prendono una settimana di vacanza per andare a pescare in luoghi tranquilli come Yakutat, nel territorio a sud dell’Alaska tra Juneau e Anchorage, dove i pesci pescati sono a mano a mano puliti, tagliati e congelati per essere poi portati a casa. In alternativa a pesci e molluschi si può cacciare la selvaggina che abbonda nelle immense foreste dell’interno.


Pesce o selvaggina, la bevanda che accompagna le varie pietanze è la birra, inevitabile in un territorio dove la vite non è di casa. L’unico “vino” locale che si può trovare non è di uva ma di rabarbaro, di fragole o quello a dir poco insolito ricavato dai fiori di epilobio. Moltissimi i birrifici, da Anchorage alle varie cittadine, oltre che nella capitale Juneau, una caratteristica che fa dell’Alaska lo stato con il maggior numero di birrerie pro capite ma tuttavia non quello con il maggior tasso di alcolismo, con locali entrati nell’immaginario come il Red Dog Saloon di Juneau. Oltre che nei birrifici, che si possono visitare, la birra viene servita in ogni tipo di locale, dai bar veri e propri ai ristoranti, tavole calde e alberghi. E naturalmente ci sono i festival, uno a gennaio a Anchorage e uno a Haines in maggio. Ma la degustazione da non perdere è quella a bordo del treno della birra, il Great Alaska Beer Train che viaggia per 80 miglia da Anchorage a Portage. Il biglietto include 6 mezze pinte di birre tra le migliori artigianali dell’Alaska e il percorso si snoda lungo la Turnagain Arm che offre uno spettacolo di una bellezza incantevole. Però il viaggio è riservato ai maggiori di 21 anni, età minima consentita nello stato per poter bere alcolici in posti pubblici.

La gamma di produzione della birra è piuttosto ampia e oltre alla tradizionale e notissima Amber del birrificio più importante dell’Alaska, si passa da una leggera ale per l’estate a una trappista, da quella bianca tipo berlinese a quella aromatizzata alla mela fino alla birra porter affumicata con legno di ontano, nata (e non poteva essere diversamente) proprio di fronte a un affumicatoio per salmoni. E così via, perché praticamente tutti i birrifici sono artigianali, alcuni addirittura minuscoli, e ognuno produce una propria birra.


NON SOLO PESCE

La gastronomia in Alaska è molto spesso quella tradizionale dei Nativi, gli Indiani delle tribù che popolavano tutto il territorio e che oggi, pur vivendo nelle città, non hanno dimenticato le antiche ricette. Di grande naturalità anche gli ingredienti, primo fra tutti il salmone selvaggio e le sue uova, di varie dimensioni, molto saporite e non costose poiché sono abbondanti. Il salmone era una fonte insostituibile di nutrimento e quindi di vita per i Nativi che per questo lo rispettavano e lo veneravano come un dio. Quando è affumicato, il salmone ha comunque un gusto molto naturale perché l’affumicatura è sempre molto leggera. Il granchio reale (king crab) è un altro prodotto tipico ed è servito nei ristoranti con un martelletto per rompere le enormi chele che contengono una polpa squisita. L’halibut è un pesce molto apprezzato ed è spesso tagliato a bocconcini e cotto nella birra. Le foreste offrono selvaggina di ogni tipo, anche molto grossa come orso, alce e renna, oltre a vari tipi di volatili, soprattutto oche, anatre e pernici bianche, lepri e conigli. Tutta la selvaggina è di solito cotta arrosto e servita con salse o contorni di frutti di bosco anch’essi provenienti dalle foreste. Da non perdere il filetto di renna o di alce, leggermente affumicato o comunque stagionato, eccellente come antipasto, al naturale o condito con un filo di olio.


Enza Bettelli

(Pubblicato su Il Sommelier – n. 2 – 2013)