IL FALSO ITALIANO
A cura di Roberto Rabachino / presidente@asa-press.com

Il falso Made in Italy agroalimentare ci ruba trecentomila posti di lavoro

Sale ad oltre 100 miliardi il valore del falso Made in Italy agroalimentare nel mondo con un aumento record del 70% nel corso dell’ultimo decennio, per effetto della pirateria internazionale che utilizza impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che richiamano all’Italia per alimenti taroccati che non hanno nulla a che fare con il sistema produttivo nazionale.

A far esplodere il falso, che ruba all’Italia trecentomila posti di lavoro, è stata paradossalmente la “fame” di Made In Italy all’estero con la proliferazione di imitazioni low cost ma anche le guerre commerciali scaturite dalle tensioni politiche, come dimostra l’embargo russo, con un vero boom nella produzione locale del cibo Made in Italy taroccato, dal salame Italia alla mozzarella “Casa Italia”, dall’insalata “Buona Italia” alla Robiola, ma anche la mortadella Milano, Parmesan o burrata tutti rigorosamente realizzati nel Paese di Putin.

A preoccupare è ora l’emergere di misure protezionistiche e la chiusura delle frontiere a partire dalla minaccia di Trump che mettere i dazi sui prodotti europei con la pubblicazione di un black list dei prodotti europei da colpire per un importo complessivo di 11 miliardi di dollari che comprende anche importanti prodotti agroalimentari di interesse nazionale come i vini tra i quali il Prosecco ed il Marsala, formaggi, ma anche l’olio di oliva, gli agrumi, l’uva, le marmellate, i succhi di frutta, l’acqua e i superalcolici tra gli alimentari e le bevande colpite.

Fonte dati Coldiretti