IL BENESSERE A TAVOLA
A cura di Gudrun Dalla Via / dallavia@asa-press.com

Il pompelmo

La spremuta fresca di pompelmo è particolarmente richiesta nei bar, specie da chi rifugge dalle bevande industriali zuccherate, gassate e variamente addizionate. Molti sostengono anche che protegga dall’influenza e da altre infezioni, o che aiuti a mantenere la linea o addirittura a dimagrire. L’estratto ottenuto dai sui semi invece viene considerato un integratore alimentare o farmaco naturale, utile per difendersi da numerosi problemi. Mito o realtà? Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza.


Il frutto



Di certo il Citrus grandis o Citrus paradisi, questo il suo nome botanico, fa parte della famiglia delle Rutaceae come tutti gli agrumi. Per le sue origini: si suppone che siano in America Centrale, frutto in origine di un incrocio o ibrido (tra arancio e pomelo?), poi diventato specie a sé.

Possiamo trovare in commercio frutti con la buccia color giallo chiaro, rosato o rosa intenso. Il colore della polpa è molto simile alla relativa buccia, ma c’è una certa differenza nel sapore: il pompelmo a polpa gialla o bianca è piuttosto acidulo e si presta in cucina per sostituire il succo di limone, perché comunque più delicato rispetto a questo. Il pompelmo rosa è più dolce e quello a polpa rossa lo è ancora di più; quindi si usa prevalentemente per la preparazione di macedonie.


Il succo

Come per la polpa, il succo dei pompelmi di colore più intenso è più dolce. Una particolarità del succo di pompelmo rosa: emulsiona l’olio meglio del limone o di altri agrumi. Ciò può essere un vantaggio per alcune preparazioni di cucina, o per chi desidera praticare una “pulizia del fegato” secondo il sistema elaborato dalla Dr.ssa Hulda Clark.

Per il valore nutrizionale non vi sono sostanziali differenze: tutte le varianti sono ricche soprattutto delle vitamine A, B2 e C, sali minerali, acido citrico, flavonoidi e altri antiossidanti.

Nella stagione fredda può essere un buon sostegno per mantenere “pulito” l’organismo, con una azione disintossicante sugli organi interni.

Alcuni studi riferiscono addirittura di un blando effetto analgesico, grazie al consumo del succo di pompelmo.

La medicina popolare/tradizionale (che l’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, continua a consigliare vivamente di continuare a coltivare) ha pronto un rimedio per mantenere un quadro lipidico ottimale del sangue, con un buon rapporto tra colesterolo HDL e LDL: consumare quotidianamente un pompelmo o il succo di un pompelmo, con tre noci.

Favorisce la digestione – ma ciò è un fatto personale che va sperimentato.

Attenzione in caso di … L’azione del pompelmo e del suo succo è potente e va oltre quella di un cibo “normale”. Infatti, può esaltare l’azione di diversi farmaci. Pertanto, se assumete statine, immunosoppressori, calcio-antagonisti, regolatori del ritmo cardiaco, sedativi, ansiolitici e antistaminici per via orale, consultate il medico prima di decidervi per il consumo di pompelmo. (Sono alcune componenti del pompelmo, come nargirina e bergamottino, che tendono a bloccare il citocromo P450, un enzima intestinale e epatico, per cui alcuni farmaci non vengono adeguatamente smaltiti, arrivando pertanto ad un sovradosaggio.)


La buccia



Non buttiamola! Il pompelmo tagliato a metà e svuotato può servire come coppa per servire macedonie, insalatine o simili. Se vi serve una certa quantità di coppette potete prepararne man mano delle scorte e congelarle, avvolte singolarmente in pellicola e poi impilate.

Potete anche candire le bucce, dopo aver eliminato accuratamente la parte bianca interna. Immergetele ripetutamente in uno sciroppo concentrato di zucchero e lasciatele asciugare, poi tagliate a strisce o quadratini. Una bella decorazione per i biscotti natalizi.

Se piegate e schiacciate la buccia tra le dita vicino alla fiamma di una candela o del caminetto, si sprigionerà un gradevole profumo, grazie al suo olio essenziale.

L’olio essenziale di pompelmo, da acquistare in erboristeria, ha molti usi in cucina, nei cosmetici e nella cassetta del pronto soccorso in casa: è aromatizzante, disinfettante, rilassante. Ma non va mai usato puro: occorre sempre diluirlo o veicolarlo. In olio o panna per la cucina; in creme o olio per la cosmesi; in aceto oppure in alcol successivamente diluito per altre applicazioni esterne.


Come scegliere e conservare i frutti



Scegliete frutti pesanti e sodi, con scorza sottile e ben aderente alla polpa. Il colore deve essere omogeneo e senza macchie.

Con ambiente fresco si conservano per alcuni giorni, in frigorifero anche per diverse settimane.

Se volete tenere in freezer una scorta pronta per l’uso, staccate gli spicchi e fateli congelare su un vassoio, poi riuniteli in un sacchetto. Si conservano fino ad un anno.


I semi di pompelmo e il loro estratto

Non ci verrebbe in mente di mangiare i semi di pompelmo; sono troppo fibrosi e duri, e non hanno neppure un sapore allettante.

Eppure, essi contengono delle sostanze molto interessanti.

L’estratto di semi di pompelmo vanta proprietà antibatteriche, antivirali, antimicotiche, antiparassitarie (selettive), riparatrici e tutto ciò in modo innocuo, cioè senza effetti collaterali indesiderati. Considerando anche che il suo costo è modesto, non c’è da stupirci che sia… visto male dall’industria farmaceutica.

In commercio (farmacia, parafarmacia, erboristeria, negozi alimentari specializzati) si trova con il nome di GSE (Grapefruit Seed Extract) ed è un estratto standardizzato composto da semi di pompelmo e membrana cellulare del pompelmo. Secondo la comodità d’uso si sceglieranno le compresse o la forma liquida. Esistono anche diversi prodotti dove l’estratto di seme di pompelmo è combinato con altre piante officinali, per esempio per migliorare le difese immunitarie o come primo rimedio in caso di infezioni delle vie respiratorie.

L’elenco delle applicazioni per l’estratto di semi di pompelmo è molto lungo e comprende delle affezioni anche difficili da portare sotto controllo con metodi “convenzionali”, come per esempio la Candida albicans, una micosi assai insidiosa quando diventa sistemica, cioè si diffonde all’interno dell’organismo. Contemporaneamente, questo estratto non è tossico e, alle dosi normalmente consigliate, non ha effetti indesiderati.



Alcune applicazioni facili:

- In caso di gengive infiammate, sciacquare con 10 gocce di estratto in un bicchiere d’acqua.

- Mal di gola, inizio di raffreddore: praticare gargarismi con 10 gocce di estratto in un bicchiere d’acqua.

- Ai primi sintomi di Herpes labiale, bagnare un batufolo di cotone in acqua, aggiungere 1 goccia di estratto di seme di pompelmo e tamponare ripetutamente.

- Pelle impura e acne: aggiungere qualche goccia di estratto ai cosmetici.


Numerose pubblicazioni scientifiche ne confermano l’utilità e la innocuità.

I consumatori possono documentarsi con agevoli librini come “Le virtù terapeutiche dei semi di pompelmo” (ed. Tecniche Nuove), “Le incredibili proprietà terapeutiche dei semi di pompelmo” (Macrolibrarsi).


Mito o realtà?

Pompelmi e succo di pompelmo sono stati osannati, come del resto molti altri alimenti, come miracolosi o quasi, salvo poi essere criticati da altre parti.

Di certo si può dire che si tratta di un frutto nutriente, con alcune proprietà particolari. Per esempio, stimola la secrezione dei succhi gastrici e biliari, quindi ha proprietà sia aperitive che digestive – da cui l’abitudine di consumare il succo prima o dopo i pasti.

Sul fatto che le sue sostanze amare, di cui indubbiamente è ricco, abbiano azione rafforzante su stomaco e polmoni non esistono studi sufficienti; si tratta di provare individualmente quale effetto si nota.

Per contro, l’azione depurativa sugli organi digestivi pare dimostrata.

Il succo di pompelmo non “fa dimagrire”, però è diffuso nelle diete dimagranti in quanto può diminuire l’assorbimento di alcune sostanze nell’intestino

(Vita&Salute, dicembre 2016)