IL BENESSERE A TAVOLA
A cura di Gudrun Dalla Via / dallavia@asa-press.com

La cura dell'uva

L'uva sin dall'antichità è considerata un alimento dalle particolari proprietà salutari, la vigna/il vigneto una coltivazione alla quale dedicare particolari attenzioni. Ora anche la "cura dell'uva" intesa come monodieta, sviluppata in tempi più recenti, raccoglie conferme e consensi sempre più ampi.


Come è nata

Il merito di sperimentare su sé stessa una cura dell'uva "radicale” e di farne conoscere i risultati è stato di Johanna Brandt, vissuta nel Sud Africa circa un secolo fa.

La Brandt aveva gravissimi problemi di salute che cercò di curare, con alterni risultati, attraverso svariate metodiche. Dopo anni di ricerche approfondite le capitò anche di nutrirsi per diversi giorni di seguito esclusivamente dell'uva di cui la sua terra è ricchissima. I risultati furono talmente incoraggianti che continuò la insolita dieta fino alla completa guarigione.

Da anni Johanna Brandt conduceva una copiosa corrispondenza con medici e ricercatori. Molti di questi non tennero in nessun conto i risultati da lei ottenuti, altri li vollero sperimentare e trovarono che i benefici della neonata "cura dell'uva" erano sorprendenti e si estendevano su una vasta serie di disturbi.

Da allora, in diverse zone vinicole del mondo, al periodo della vendemmia, si organizzano soggiorni: in cliniche per i pazienti più deboli, in alberghi e pensioni per colori che desiderano combinare una piacevole vacanza con un periodo di depurazione.

 

Come si fa la cura dell'uva?

Questi gli aspetti principali della cura:

* Per un certo periodo, che va da un minimo di tre giorni a un massimo di tre settimane (prolungabile sotto sorveglianza medica), ci si nutre esclusivamente di uva fresca, ben matura, dolce.

* E' consentito il consumo di acqua a volontà, ma nessun'altra bevanda. Bere lontano dai pasti.

* La quantità di uva da consumare viene determinata secondo lo scopo da ottenere. In caso di persone normopeso (o anche sottopeso), non vi sono limiti per la assunzione; ognuno si regola secondo il proprio appetito. Chi invece desidera liberarsi con l'occasione di qualche chilo di troppo concorderà con il medico la quantità massima di uva consentita. (Ricordate: l'uva è nutriente al punto da essere chiamata il "latte vegetale". E' ricca di zuccheri, di sali minerali come ferro, potassio, calcio, fosforo e altri e di acidi organici come acido malico, citrico, tartarico.)

 

Distribuzione dei "pasti" durante la giornata:

in alcuni luoghi, si consumano "pasti regolari", negli orari canonici. In altri si consiglia di regolarsi secondo le esigenze personali e di mangiare uva ogni qualvolta si senta fame o appetito.


Tipi di uva:

non vi sono vincoli. E' anzi consigliabile, anche per questioni di gradimento personale, di variare tra varie qualità. Ovviamente molte zone vinicole sono specializzate in una o poche qualità di vite, e ciò pone qualche limite nella scelta. Chi invece praticasse la cura dell'uva a casa può rifornirsi di una certa gamma di uve diverse, dovrà però possibilmente accertarsi della freschezza dei rifornimenti.

* Ovviamente la preferenza assoluta va alle uve di coltivazione biologica.

* Altrettanto ovvio: l'uva va sempre lavata bene.

Vi sono poi due modalità abbastanza diverse di assunzione: Succhiare solo il liquido e sputare tutta la parte solida, oppure ingerire il tutto.

A pazienti molto debilitati o con un sistema digerente delicato si consiglia di assumere solo la parte liquida, e eventualmente la polpa dell'uva, almeno nel primo periodo della cura.

Chi soffre di stipsi nota i migliori risultati con l'ingestione anche della parte solida, da evitare però in caso di occlusioni intestinali.

Tutti gli altri pazienti sceglieranno quale sistema sia più gradevole osservandone anche l'efficacia. Molti per esempio preferiscono ingerire la buccia ben masticata ma eliminare tutti o buona parte dei semi.


 

Quali sono i benefici della cura?

L'effetto disintossicante è tipico di ogni "monodieta" e delle dieta a base di frutta. Nel caso dell'uva, i risultati sono ancora più marcati, e più prolungati nel tempo.

Tra i benefici che si notano già in pochi giorni di cura:

- Migliore digestione (l'uva infatti è digeribilissima, la cura quindi concede un periodo di riposo all'organismo); remissione di dispepsie e ulcere; miglioramento di sintomi come alito cattivo e stipsi;

- Aspetto migliore: pelle più pura, tessuti più tonici, occhi più limpidi, capelli più vitali, eventualmente normalizzazione del peso corporeo;

- Miglioramento di processi infiammatori anche cronici: dalle gengive infiammate ad artrite e artrosi;

- Tonificazione di tutto l'organismo e miglioramento delle capacità mnemonico-mentali;

- L'effetto disintossicante si nota tra l'altro nella migliorata funzione del fegato e delle vie biliari;

- Da tempo si usa con successo in caso di anemia, sovraffaticamento, ipertensione.

- Può succedere che durante il processo di disintossicazione si verifichi qualche disturbo come nausea o mal di testa. Questi sintomi però sono passeggeri; si superano meglio con passeggiate all'aria aperta o con esercizi di respirazione.


Qualche curiosità

* Anche applicato esternamente il succo d'uva appena spremuto (diluito in altrettanta acqua) e la polpa hanno effetto depurativo. Lo si può usare come tonico per la pelle di viso e corpo, oppure per fare delle compresse su ulcerazioni e gonfiori.

* Le foglie d'uva sono commestibili. In Grecia per esempio preparano degli ottimi fagottini di riso, avvolti in foglie d'uva.

* I semi contengono dei preziosi lipidi; infatti se ne ricava l'olio di vinaccioli.

* Le bucce e i semi dell'uva nera sono ricchissimi di alcune sostanze quali bioflavonoidi e polifenoli tra cui i tannini, il resveratrolo, la catechina e la quercetina che ricerche recenti hanno giudicato di grande importanza per il controllo del colesterolo e dei trigliceridi, per il miglioramento delle difese immunitarie e per prevenire o combattere l'arteriosclerosi. (Sembra tuttavia che queste sostanze vengano estratte e valorizzate al meglio durante la fermentazione del vino rosso.)

(Pubblicato su: Cucina & Salute, settembre 1997)