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“Welcome Piemonte in anteprima per giornalisti e blogger. Quando il Piemonte... si fa in 4!”


1) Castellero (AT) visto dai vigneti 2) giornalisti e blogger con il sindaco e la moglie

Sono quattro gli appuntamenti con giornalisti e blogger alla scoperta di ciò che “Welcome Piemonte” offrirà ai turisti in visita nella Regione Piemonte. Non solo scorci di rara bellezza, ma anche cultura, folclore, arte, enogastronomia e quel pizzico di misteri che sopravvive nel tempo per narrarci favole fantastiche, tra storia e leggenda!
“Alla scoperta dell’Asti sotterranea” è stato il primo incontro che ha condotto gli ospiti alla scoperta dell’Asti storica, ma anche di quella parte sconosciuta, sotterranea e nascosta.
Il tour inizia con la visita alla Cripta della Collegiata di San Secondo, custode della spoglie di San Secondo Patrono della città. Si prosegue verso la Cripta di Sant’Anastasio e annesso Museo Lapidario, per passare poi alla Asti sotterranea con il Rifugio antiaereo di Palazzo Ottolenghi e sede del Museo del Risorgimento di Asti.
Ma Asti, città dello Spumante non poteva non includere la visita alle Cantine storiche di Palazzo Gazelli di Rossana, un complesso architettonico medioevale, per un brindisi finale.
Il secondo tour si potrebbe definire il tour nella Torino magica e misteriosa, come suggerisce lo stesso titolo “Secret Torino... tra simboli e ombre”.
Torino, con Londra e San Francisco forma il Triangolo della Magia Nera, e quello della Magia Bianca, con Lione e Praga.
Storia e leggenda si amalgamo dando origine a misteri, come le sue origini Egizie, il mistero del Sacro Graal, il Museo Egizio e non per ultima... la Sindone! Non a caso sotto la città esiste un’altra città misteriosa, celata in passaggi segreti, gallerie, o le famose grotte alchemiche.
Simboli esoterici, alchemici, misteriosi e spesso diabolici sono disseminati ovunque lungo le vie della città.
Il tour ripercorre la storia e i misteri di Torino conducendo il gruppo alla chiesa di San Lorenzo, il Duomo, la Piazzetta Reale, via Po e alla Mole Antonelliana. Prosegue verso la basilica della Gran Madre, la via dell’Accademia delle Scienze, Piazza San Carlo, la chiesa di Santa Cristina, il Portone del Diavolo, Piazza Solferino e per finire ecco un rito scaramantico o esorcistico con il classico “bicerin” al Caffè Torino!
Il tour si concluderà a fine mese con “I tesori del mare Padano” che comprendono la visita al Museo Paleontologico di Asti e il trasferimento nella Riserva Naturale di Valle Andona, Valle Botto e Val Grande, con un percorso naturalistico-paleontologico per osservare gli affioramenti di fossili del Pliocene.
Ma è sul terzo tour, “Nocciola in tour”, che voglio soffermarmi per farvi partecipi delle bellezze naturalistiche che ho scoperto in questa lunga passeggiata tra le colline di Castellero, chiamata “La città della Nocciola”, poco distante da Asti.
Un viaggio sui sentieri della nocciola, una camminata tra noccioleti, boschi e vigneti, per conoscere l’intero ciclo della Nocciola Piemonte IGP (Origine Geografica Protetta) e al termine la visita presso “AgriVal” per visitare il laboratorio dove nascono deliziosi prodotti da forno: pane, grissini, focacce, dolci alla nocciole.
Castellero è un comune della provincia di Asti, in Piemonte, con poco più di 300 anime.
Antico borgo disteso ai piedi della torre di segnalazione venne raso al suolo durante le guerre tra Guelfi e Ghibellini. Nel 1312 i Solaro appoggiati dai provenzali di Ugo di Balzo, siniscalco di Roberto d’Angiò, occuparono il castello sconfiggendo i De Castello di Castellero e distruggendo la rocca dei Ghibellini Pulsavino.
Sulle rovine venne edificata la fortezza di Castellero. Rimaneggiata nel corso dei secoli si presenta con tutto il fascino di splendida dimora storica, artistica e architettonica.


1) Sara Perin 2) Valentina Mazzola 3) la moglie del sindaco

Ed è da questa località che inizia il nostro viaggio... nella nocciola, in compagnia di Valentina Mazzola e Sara Perin, di “Welcome Piemonte”, una società e agenzia viaggi che organizza tour per gruppi ed individuali, wine trekking, chef experience, sommelier per un giorno, visite guidate, eventi, ecc.
Lungo il cammino troviamo molte indicazioni storiche, culturali, enogastronomiche, nei pannelli indicatori e segnavia di tracciabilità dei sentieri che percorriamo. Consigliabile abbigliamento adatto a lunghe camminate su sterrati, zone boscose, prati, e buone gambe, anche se le pendenze sono minime.
Si inizia ascoltando le spiegazioni della nostre accompagnatrici, molto ben preparate, professionali, gentili e disponibili. Lungo il tragitto faremo molte tappe per osservare e spiegare tutta la filiera del nocciolo.
Non mancherà una gradita sorpresa: ad attenderci lungo il percorso, il sindaco Roberto Campia con la simpatica consorte. Ma la cosa che mi ha colpita è stata la veste contadina! Un agreste quadretto con il sindaco e la moglie intenti a potare: un tutt’uno con l’ambiente!
Vi farò partecipi visivamente con le immagini e attraverso gli scritti vi narrerò un pò di storia della pianta del nocciolo e del suo frutto, ma vi consiglio di farvi accompagnare da Valentina e Sara: varrà la pena ascoltare da loro la storia: la nascita e la vita di un noccioleto.
Il nocciolo è originario dell’Asia Minore. Diffuso in Europa, il nome Corylus Avellana potrebbe derivare dal greco “kois” (elmo), o dal nome della pianta il “kurl” celtico, mentre Avellana è legato ad Avellana, città campana in provincia di Avellino, nota già nell’antichità per le sue pregiate nocciole. In latino la nocciola si chiama “nux avellana” e “avellana” in occitano (lingua francese dei Pirenei).
In primavera, il nocciolo si distingue facilmente per gli amenti, una specie di spiga pendula,
gialla e lanuginosa per quelli maschili e piccole gemme per quelli femminili. Sulla stessa pianta si possono notare sia i fiori femminili che quelli maschili. Contrariamente alle impollinazioni ottenute tramite animali che trasportano il nettare da un fiore all’altro, per il nocciolo avviene tramite il vento che disperde gli amenti maschili trasportandoli ad impollinare quelli femminili. Gli amenti si vedono in primavera, prima della comparsa delle foglie.


1) amenti - maschili 2) femminili

La pianta cresce a cespuglio quando la base si sviluppa liberamente. Ad alberello quando
mantiene un solo tronco sui cui rami cresce la nocciola. E ad alberello, con rami contorti.


1 e 2) coltivazione ad alberello


1 e 2) coltivazione a siepe

La nocciola è il frutto ed è commestibile, ma anche ricca di olio che spremuto viene usato per l’alimentazione e nell’industria dei colori (colori ad olio).


1 e 2) noccioli a rami contorti

Il principale produttore mondiale è la Turchia. L’Italia è seconda con il Piemonte e la cosiddetta “Tonda e gentile delle langhe” che viene particolarmente usata nell’industria dolciaria. Seguono il Lazio con Viterbo, la Campania con le cultivar del casertano, Napoli, Avellino, Benevento e Salerno. Le Sicilia con le noci a Messina, sull’Etna e sulle Madonie.
La nocciola è l’ingrediente base del cioccolato Gianduia, della Nutella (in inglese la nocciola si chiama nut), del gelato. Molto usata anche in cucina, viene macinata come farina per fare salse per arrosti. Va ricordato che le radici sono ricche di “micorrize” (il particolare tipo di simbiosi che si instaura tra il fungo e un pianta) che favoriscono la produzione del pregiato tartufo.


1) fiori primaverili nel sottobosco 2) nocciole... sopravissute all’inverno

Tra le curiosità scopriamo che il guscio somiglia ad una pupilla e per questo a Massaquano in provincia di Napoli, il 12 Novembre, vigilia di Santa Lucia la protettrice della vista, dal tetto della chiesa si tiene il tradizionale lancio delle nocciole.
Come molti altri frutti acerbi anche quelli della nocciola contengono un sostanza lattiginosa, per questo sono associati al latte materno e alle dee madri della fertilità.
Considerato simbolo di fertilità, alla sposa si regalava un cesto di nocciole come augurio di fecondità.
Per i romani durante le cerimonie matrimoniali era diffusa l’usanza di offrire nocciole a scopo propiziatorio.
Non riso, ma nocciole si usava gettare durante la cerimonia nuziale. Secondo un’antica superstizione la più anziana donna della famiglia, sposata e con prole, doveva regalare alla sposa un sacchetto di nocciole, prima che la giovane uscisse dalla chiesa. Questo avrebbe benedetto l’unione e sarebbe stato di buon auspicio assicurando alla nuova coppia un’abbondanza di prole!
In molte regioni le nascite erano legate ad un buon raccolto! Una buona raccolta annunciava molte nascite...


1) noccioleto a siepe 2 e 3) si cammina nel verde del bosco

Nella superstizione la nocciola ha anche altri... poteri magici.
Trovare due nocciole nello stesso guscio è come trovare un quadrifoglio! Però bisogna mangiarne una e gettare l’altra sopra la spalla sinistra esprimendo un desiderio amoroso: si avvererà. Se invece intrecciamo una coroncina di ramoscelli, la poniamo sulla testa e pensiamo ad un desiderio, state certi che si esaudirà.
Protegge anche la casa. Per propiziare la buona sorte si usava appendere in casa collane di nocciole. Posizionare ramoscelli sugli infissi delle finestre difende la casa dai fulmini, mentre tenere tre pezzetti di legno di nocciolo in casa protegge dagli incendi.
Per proteggerci e proteggere le nostre piante dalle malattie o altra sventura, occorre eseguire un rito scaramantico: disegnare un cerchio con un rametto di nocciolo intorno a noi e alle nostre piante.
Anche in medicina il nocciolo ha grande importanza! Ancora oggi il caduceo simbolo della medicina (legato al dio greco Hermes) è rappresentato da un ramo di nocciolo con attorcigliati attorno due serpenti (simboli di sapienza).
In terapia l’uso delle foglie di nocciole è un rimedio per i gonfiori, come tonico delle vene e come antinfiammatorio.
Alcune cure erboristiche consigliano l’utilizzo di fiori maschi, gemme, foglie, corteccia e semi.
Per raccogliere le foglie il mese di agosto è considerato il più adatto. Si devono essiccare per 3 o 4 giorni all’ombra prima di utilizzarle. Hanno virtù cicatrizzanti e antiinfiammatorie (uso esterno).
Le tavolette divinatorie su cui i Druidi incidevano gli Ogam, le lettere magiche, erano di legno di nocciolo.
Per i Celti la nocciola rappresenta un albero magico e compare in molti miti. Il frutto, la nocciola, è protetta dal guscio, per questo era considerato simbolo della saggezza interiore e ha il potere divinatorio di svelare le cose nascoste.
In Irlanda, una leggenda è legata all’esistenza di una sorgente, sulla quale si trovavano i rami
dei nove noccioli e dei suoi magici frutti.
Non dimentichiamo il ciclo di leggende sugli eroi irlandesi: i guerrieri, scelti tra i più nobili e abili, coraggiosi, armati solo di uno scudo e un ramo di nocciolo dovevano resistere all’attacco di nove uomini, per dimostrare che avevano fiducia in se stessi e nelle virtù magiche-protettive del nocciolo.
Nella mitologia è uno dei Sette Alberi Signori, con quercia, agrifoglio, tasso, frassino, pino e melo. In Irlanda era persino prevista la condanna a morte per chi avesse abbattuto illegalmente un nocciolo o un melo, albero al quale era legato.
Per i popoli germanici era la pianta consacrata a Thor, il dio dei tuoni e per questo porsi sotto le sue fronde proteggeva dal fulmini.
In altri miti è invece l’albero della distruzione, capace di portare l’individuo al decadimento.
Il mito del nocciolo racchiude quindi il ciclo di vita, morte e rinascita.
Per chi ricerca l’antica Saggezza è protettore e maestro, dispensatore di Armonia che ci accompagna nel percorso verso la Conoscenza e la spiritualità.


1 e 2) nella quiete, nel silenzio si sente il picchettare di un Picchio!

Per i germani con la bacchetta di nocciolo si poteva obbligare le streghe a restituire la fecondità ad animali e piante colpite da sortilegi. Anche ramoscelli di nocciolo venivano depositati sulle tombe per augurare ai defunti una nuova vita.
E’ considerato l’albero della Magia Bianca, della poesia e della medicina.
Sono numerose le leggende che narrano di sacri boschetti di noccioli.
La tradizione vuole che la bacchetta del rabdomante sia realizzata con il legno del nocciolo e abbia il potere di rilevare l’acqua nel sottosuolo. I rami biforcuti erano usati per trovare sorgenti d’acqua sotterranee, e forse anche sentieri magici, tesori nascosti.
Si tiene in mano le due estremità del ramo, stringendolo fortemente e seguendo il movimento indicatore della bacchetta. Più sono forti le vibrazioni e più è vicina l’acqua.
Le bacchette di nocciolo hanno il potere di rilevare l'acqua nel sottosuolo, pare anche che emettano lacrime di vapore argenteo quando passano sopra fonti e pozzi nascosti.
Si diceva che queste bacchette fossero in grado di rivelare tutto ciò che è nascosto e pare abbiano anche il potere di una bacchetta magica, permettendo di rintracciare i ladri.
Ma i suoi poteri possono essere a doppio taglio!
In mano a certi individui incauti, presuntuosi, prepotenti o fortemente adirati, le bacchette si caricano delle loro energie negative, assorbono le loro emotività e possono scaricarle in modo imprevedibile su chi la maneggia. Se invece sono nelle mani di persone in grado di controllare le proprie emozioni, diventano un potente strumento capace di compiere incantesimi eccezionali. Il legame tra la bacchetta e il suo possessore si fa sempre più stretto e crescente, sino a diventare devozione, tanto da vivere e morire, gioire ed intristirti con esso.
La bacchetta del rabdomante è fatta con legno di nocciolo, ma deve essere tagliato con un coltello nuovo e da una pianta che abbia almeno un anno. Il taglio deve avvenire tagliando il
ramo dal basso verso l’alto, prima dello scoccare della mezzanotte, nel primo mercoledì di
Luna Nuova.
Con i rami di nocciolo le Fate costruivano la bacchetta magica.
E’ il manico della scopa magica delle streghe.
Ed è con la magica scopa e la bacchetta di una Fatina del Nocciolo che vi invito ai tour di “Welcome Piemonte” in compagnia di Sara e Cristina per scoprire quelle emozioni e sensazioni che potrei descrivervi, ma non potrei certo farvi partecipi dell’odore del bosco, di un fiore, del canto degli uccellini, del volo del picchio...

info: Welcome Piemonte - www.welcomepiemonte.it


di Alexander Màscàl - foto Matteo Saraggi - ASA

 


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