FATTI E PERSONE

Prezzi agricoli, ancora uno stop ad agosto (-4,7%). Su base annua il divario si riduce al +1,6%

Agosto segna un'altra battuta d'arresto per i prezzi in campagna. L'indice Ismea delle quotazioni all'origine dei prodotti agricoli, dopo il meno 4,8% di luglio, ha ripiegato a 132,8 (base 2000=100), facendo segnare su base mensile una flessione del 4,7%.
Il calo è stato ancora determinato da una caduta dei prezzi dell'8,1% per le coltivazioni, contro il più 1% delle produzioni zootecniche. Un andamento che ha quasi azzerato il divario tendenziale, sceso dal +9,8% di luglio al +1,6% di agosto (il confronto è con lo stesso mese di un anno fa). Su base annua i prodotti vegetali continuano a registrare uno differenziale positivo del 2,2%, a fronte di un più 1% dei prodotti di origine animale.
Gli sviluppi congiunturali indicano per la frutta fresca, già in forte calo a luglio, un'ulteriore pesante correzione al ribasso: del 19,7%, calcola Ismea, nella media dei prodotti di stagione. Resta invece positivo il divario tendenziale dei prezzi, che su agosto dell'anno scorso segnano un più 18%.
In frenata anche le quotazioni degli ortaggi (-19,5% la dinamica mensile), mentre su base annua i prezzi all'origine mantengono uno scarto positivo dell'1,9%.
Riguardo ai cereali, il quadro di distensione sui mercati internazionali ha continuato a influenzare i listini (-3,2% su luglio). Il calo ha riguardato soprattutto frumento tenero, mais e orzo; in controtendenza grano duro e risone. Rispetto a luglio 2012 le quotazioni dei cereali segnano nel complesso una flessione del 15,1%, con perdite di oltre il 20% per tenero e granoturco.
Agosto ha anche confermato il graduale assestamento al ribasso dei vini (-0,5%), seppure a fronte di valori superiori del 22% a quelli di un anno fa. Ancora uno stop per gli oli di oliva (-1,2% il dato mensile), con prezzi però in aumento del 13,8% rispetto a agosto 2012.
Sui mercati zootecnici, il mese ha chiuso con un aumento del 7,3% per il bestiame suino. Spunti positivi (+0,7%) anche per gli avicoli, mentre i bovini hanno ceduto su luglio lo 0,5%.
Aumento solo marginale (+0,1%) per i lattiero-caseari, con miglioramenti per burro e Pecorino Romano e un quadro complessivamente più stabile per i formaggi grana.
Il dato tendenziale indica una crescita dei prezzi del 3,1% per latte e derivati. Inverte invece la tendenza il bestiame vivo (-0,4%), con quotazioni inferiori ai livelli dell'anno scorso per bovini e ovi caprini. (www.ismea.it)


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