RECENSIONI

Agricoltura Blu – La via italiana dell’agricoltura conservativa
a cura di Michele Pisante,
2008, XII-317 p.brossura, Edagricole. Prezzo 39€


L’aratura per secoli è stata sinonimo di Agricoltura. Per lungo tempo ha consentito la messa a coltura di estese superfici destinate ad altri usi e – insieme all’evoluzione delle tecnologie e pratiche agricole - l’incremento delle produzioni unitarie.
Oggi però, dove l’agricoltura deve fare i conti con i numerosi problemi ambientali dei quali non è solo vittima, ma in parte anche artefice, si mette in discussione la validità di questa pratica tradizionale in quanto, sconvolgendo profondamente l’equilibrio e la struttura naturale del suolo, favorisce fenomeni di erosione, impoverimento della sostanza organica, dilavamento dei minerali con conseguente inquinamento delle falde acquifere e impoverimento della biodiversità del suolo.
L’Agricoltura Conservativa si propone come pratica alternativa all’ormai tradizionale aratura profonda con rivoltamento delle zolle, assenza prolungata di una copertura vegetale, eliminazione delle rotazioni e monocultura intensiva.
Si tratta di una tecnica colturale che si basa su tre principi fondamentali, la cui conseguente integrazione è indispensabile per ottenere buoni risultati agronomici:

1. l’alterazione minimale della struttura originaria del suolo con lavorazioni solo superficiali del terreno e senza inversione delle zolle, pratica che non solo può semplificare il parco macchine delle aziende, ma anche ridurre il bisogno di input chimici e l’impoverimento della componente organica del suolo;

2. la copertura permanente del terreno con residui culturali o manto verde, che protegge il suolo dall’aggressione di fattori esterni, riduce l’erosione e favorisce la rigenerazione di humus;

3. la rotazione delle culture, che permette la rigenerazione delle biocenosi nel suolo e dei minerali persi e limita la diffusione delle malattie.

Si tratta di un sistema molto diffuso in America latina, Australia, Nord Europa. Meno in Italia, dove è ancora necessario molto lavoro di comunicazione e scambio di esperienze pratiche tra gli operatori per convincere il settore della validità di tale metodo, sia dal punto di vista agricolo che ambientale. Per questo l’Associazione italiana per la gestione agronomica e conservativa del suolo AIGACoS ha voluto fare il punto della situazione sull’agricoltura conservativa in Italia. Il risultato è il libro qui presentato, che si propone come strumento per chiunque voglia avvicinarsi a questo sistema integrato di gestione agronomica.
I maggiori esperti italiani del settore hanno analizzato i diversi aspetti dell’agricoltura conservativa, dalla teoria alla pratica su campo, con prove comparative di possibili avvicendamenti colturali in relazione ai relativi ambienti e di diverse tecnologie meccaniche. Non manca – negli ultimi capitoli - una valutazione economica dei sistemi conservativi in rapporto ai sistemi tradizionali. Si tratta di un libro che spesso diviene molto tecnico, soprattutto nella descrizione delle prove su campo. Ma in molte parti risulta interessante anche per un pubblico più ampio, soprattutto laddove si approfondisce il discorso della necessità di una gestione oculata e sostenibile della risorsa “suolo”.
Pur essendo stato pubblicato nel 2008, il manuale rimane ancora un punto di riferimento per il settore italiano che volesse conoscere tale sistema di gestione, per altro molto innovativo ed in linea con la svolta “ecosostenibile” che anche la politica agricola europea vuole dare all’agricoltura.

Luisa Doldi

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