LA VITA DELLA VITE

A cura di Marco Tonni [tonni@asa-press.com]


Da «BiodiversaMente consapevoli» al concetto di “biodiversità sostenibile”: la sfida dell’Agricoltura sostenibile attraverso un progetto innov-Attivo


Il Convegno sull’impronta carbonica della Franciacorta

Il 22 febbraio prossimo, presso la sala del teatro di fianco alla sede del Consorzio Franciacorta, in via Verdi 53, 25030 Erbusco (BS) - tel: 030.7760477 - fax: 030.7760467, mail: consorzio@franciacorta.net, si terrà il convegno sotto riportato.
Si tratta di un’eccezionale occasione in cui verranno presentati i dati della prima zona che in Italia ha monitorato le emissioni di gas effetto serra della filiera vitivinicola su tutto il territorio.
Nello stesso convegno si parlerà di Biodiversità, altra chiave di volta del percorso di crescita della “cultura” ambientale delle Aziende italiane.
Presentiamo il convegno e illustriamo il tema dell’intervento sulla biodiversità

CONVEGNO
Viticoltura sostenibile in Franciacorta: esperienza di contenimento responsabile delle emissioni di gas-serra
Alla luce dell’impatto che le attività umane determinano sull’effetto serra, la Franciacorta esplora le attuali conoscenze sulle possibilità di ridurre le emissioni attraverso il primo programma di monitoraggio nazionale condotto a livello territoriale.
PROGRAMMA
Ore 10.00 Inizio lavori
Maurizio Zanella, Presidente Consorzio Franciacorta
Silvano Brescianini, Vice Presidente Consorzio Franciacorta
 
Moderatore
Mario Tozzi, Geologo, Primo Ricercatore CNR
 
INTERVENTI:
Estensione dell’autocontrollo sui temi della ragionevolezza e della responsabilità in viticoltura - Leonardo Valenti, Dipartimento di Produzione Vegetale, Università degli Studi di Milano
«BiodiversaMente consapevoli»: la sfida dell’Agricoltura sostenibile attraverso un progetto innov-Attivo - Marco Tonni, Centro Vitivinicolo Provinciale di Brescia, Sata Studio Agronomico
Bilancio dell’impatto dei gas-serra in Franciacorta dal progetto ITA.Ca e ruolo migliorativo della viticoltura - Pierluigi Donna, Sata Studio Agronomico
La certificazione ISO14064 per il calcolo dell’impronta Carbonica: attualità e sviluppi - Michele Crivellaro, Valoritalia
Stato dell’arte nello studio dei sequestri di carbonio nei suoli vitati - Andrea Pitacco, Università degli Studi di Padova
Il protocollo Oiv fra assunti teorici e applicazioni pratiche - Angelo Cichelli, Laboratorio Merceologico - Università D’Annunzio Chieti-Pescara 

Dibattito
Ore 12.00 Conclusione lavori

Per informazioni: Consorzio Franciacorta, Ufficio Tecnico: tel 030. 77 60 477 (int. 2)
Per la partecipazione all’evento i Dottori Agronomi potranno fruire di 0,25 CFP.

Il primo passo: la biodiversità
La biodiversità, ovvero la varietà di forme viventi ed ambienti esistenti sul pianeta, ha subito negli ultimi decenni una drastica riduzione a causa dell’attività umana. Ad esempio, solo nell’ultimo secolo i tre quarti delle colture alimentari si sono estinte (Fonte Dati FAO – Trattato Internazionale FAO sulle risorse fitogene per l’alimentazione e l’agricoltura).
Tale perdita di biodiversità è ascrivibile principalmente all’intensificazione e all’industrializzazione dell’agricoltura moderna, alla frammentazione degli habitat, all’urbanizzazione del paesaggio, all’alterazione dei cicli idrici, ai cambiamenti climatici e all’eutrofizzazione degli ecosistemi. Il declino di biodiversità cui si sta assistendo a livello globale si traduce in un impoverimento della base genetica a disposizione, un calo della variabilità entro le popolazioni allevate e un malfunzionamento dei servizi eco-sistemici con gravi effetti sul benessere delle popolazioni.
E’ stato stimato che circa il 50% delle specie presenti in Europa è legato agli habitat agricoli. La biodiversità, infatti, dipende fortemente dal tipo di uso del suolo, e l’agricoltura fra le attività umane occupa la quota più consistente di territorio, assumendo un ruolo fondamentale nella conservazione della biodiversità, con effetti sia positivi che negativi. Quelli positivi sono legati, ad esempio, alla creazione e al mantenimento di particolari habitat o alla tutela di specie/razze di interesse per la conservazione; quelli negativo sono, invece, legati ai processi di intensificazione e specializzazione che causano la perdita e frammentazione di habitat e di ricchezza genetica.
Vivere e lavorare in ambito rurale presuppone l’essere consapevoli di trovarsi a stretto contatto con un ambiente che avremo il compito consegnare intatto alle future generazioni. Rendersi conto o sentirsi dire di aver irreparabilmente danneggiato quello che la natura ha costruito in milioni di anni sarebbe un'irrimediabile sconfitta. L'uomo crea, trasforma, rimodella l’ambiente agricolo. Per esempio, in natura non potrà mai esistere un vigneto o un campo coltivato; solo l’uomo ne crea, forzando l’ambiente a doversi adattare a un metodo di produzione agricolo. Si tratterà di far capire bene fino a dove gli effetti delle nostre azioni sono reversibili sull’ambiente e cercare quindi di operare solo in modo che l’azione dell’uomo causi un disturbo (o, nella peggiore delle ipotesi, un danno) non permanente.
È fondamentale che gli agricoltori delle giovani generazioni imparino a conoscere e rispettare la natura e il suo ecosistema: operando, da un lato, per evitare che scompaiano irreparabilmente molte specie viventi ormai sull’orlo dell’estinzione, e dall'altro perché sempre più si diffonda la consapevolezza dell'importanza di vivere in equilibrio con un ambiente che può essere preservato anche raccogliendo da esso ciò che è necessario per vivere.

Il Centro Vitivinicolo Provinciale di Brescia ed il progetto BiodiversaMente consapevoli
“BiodiversaMente consapevoli: Giovani partecipazione per la tutela delle aree rurali”, ha come obbiettivo promuovere attività volte alla tutela del territorio in un’ottica di lungo periodo; per far ciò diventa fondamentale legare i giovani al proprio territorio per conoscerlo e farlo conoscere, rispettarlo e farlo rispettare. Il progetto mira ad accrescere la consapevolezza e le competenze dei giovani di oggi perché possano essere realmente attori e motore di uno sviluppo e di una crescita sostenibile dei territori.

Partner
Provincia di Brescia, con la collaborazione tecnico/scientifica del Centro Vitivinicolo Provinciale di Brescia, Provincia di Bergamo, Fondazione Edmund Mach (FEM), Fondazione Fojanini, Associazione VAL.TE.MO. (Valorizzazione Territorio Montano).

Obiettivi
Far comprendere il concetto di biodiversità e la sua origine, la sua organizzazione, i pericoli cui è esposta e le norme che la tutelano;
monitorare la biodiversità territoriale ed aziendale, attraverso la formazione ed il coinvolgimento di giovani studenti in materie Agrarie;
creare una rete di dati e conoscenze della biodiversità dei territori agricoli, sfruttando appieno le potenzialità di Internet;
formare le nuove generazioni al rispetto di questa risorsa naturale ed alla sua salvaguardia e valorizzazione in modo sostenibile, creando una rete permanente di informazioni permanente sulla biodiversità degli agro-ecosistemi e degli ambienti naturali;
introdurre nelle scuole una coscienza “interattiva”, capace di far fronte alle esigenze della didattica moderna, in cui gli argomenti didattici del programma scolastico vengono calati in un contesto attuale e reale.

Beneficiari
Il target specifico del progetto sono i ragazzi degli istituti tecnici e professionali delle scienze agrarie e forestali. Le attività di informazione e sensibilizzazione sono indirizzate ad Istituti e Università delle Province di Brescia, Sondrio e Trento. Gruppi più ristretti di studenti (circa 20 per Provincia) saranno coinvolti nell’attività di monitoraggio guidato della biodiversità.
Il materiale raccolto sarà reso accessibile e disponibile sul sito di progetto a tutte le scuole.

Risultati attesi
Il progetto mira al raggiungimento dei seguenti risultati:
Sensibilizzare i giovani al tema della tutela del territorio montano e della biodiversità
Creare una banca dati realizzata dai ragazzi con i risultati dell’azione di monitoraggio della biodiversità del territorio
Rafforzare la capacità progettuale e gestionale a favore della biodiversità, favorendo la diffusione di informazioni sulle dinamiche delle aree rurali connesse alla tutela della biodiversità

Modalita’ operative
gli studenti saranno coinvolti in:
attività di Formazione estesa: si tratta di seminari di classe rivolti a oltre 250 studenti
attività di Formazione specialistica: si tratta delle attività di approfondimento (seminari applicativi di campo, monitoraggi periodici di campo, attività di riconoscimento in laboratorio, inserimento dati, stage di 3 giorni presso FEM, partecipazione ad un concorso per la realizzazione di progetti per la creazione di biodiversità presso le Aziende Agricole.

Il secondo passo: verso il concetto olistico di biodiversità sostenibile
Non è pensabile impostare una nuova agricoltura senza una speranza di sostenibilità economica.
La definizione di biodiversità funzionale l’intende come l’insieme delle relazioni multitrofiche che si instaurano fra piante coltivate e non coltivate, fitofagi ed entomofagi (Rossing et al.,2003) e che hanno il fine di contribuire a contenere le popolazioni di specie dannose al di sotto della soglia di danno.
Riteniamo che oggi questo beneficio atteso della biodiversità non basti più e che per una visione più ampia e completa della biodiversità si debba andare oltre.
Per questo pensiamo di parlare da oggi di “biodiversità sostenibile”, o “biodiversità olistica”.
La sfida non deve essere solo quella di proporre modelli di sviluppo aziendale virtuosi, tuttavia finalizzati solamente alla loro funzione ambientale ed eco sistemica. Si dovranno programmare modelli di sviluppo efficienti, ma a costo contenuto e facilmente realizzabili.
Inoltre, i criteri di sviluppo della biodiversità in agricoltura dovranno garantire che, in un’ottica di investimenti economici ragionevoli e non penalizzanti per le Aziende, si crei una rete virtuosa di comunicazione volta a dare valore agli sforzi delle Aziende in questa direzione.
Si dovranno proporre strategie di crescita aziendale e territoriale organizzando la biodiversità secondo un criterio di funzionalità olistico, ove sia possibile avviare sinergie che favoriscano i processi agroecosistemici che forniscano non solo “servizi ambientali”, ma anche vari “servizi agroecologici” (come ad es. attivazione componente biotica del suolo, riciclo dei nutritivi, incremento artropodi utili), i quali portino a vantaggi produttivi ed economici attraverso il miglioramento delle condizioni della vita e dell’efficienza qualitativa delle piante coltivate e degli ambienti agricoli, ed infine anche servizi “sociali” che vengano riconosciuti nella loro efficienza ed utilità, anche grazie al coinvolgimento responsabile della società e dei media.
Questo obbiettivo non può prescindere quindi dal coinvolgimento del consumatore, visto come utente e destinatario finale sia dell’ambiente gradevole, che del prodotto migliorato e responsabile, che del messaggio etico e culturale che viene lanciato.
Ovviamente, il collante di questi principi e l’arma del successo di progetti aziendali debbono essere le conoscenze delle tecniche agronomiche, che sono imprescindibili per il successo di ogni intervento in campo agricolo, ecologico o naturale.

 




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