LA VITA DELLA VITE

A cura di Marco Tonni [tonni@asa-press.com]


La nuova sfida del cambiamento climatico: cosa facciamo noi, cosa fa la vite

Ormai le problematiche del cambiamento climatico sono note a tutti noi. Si tratterà nei prossimi decenni di capire se questa tendenza, che appare già oggi evidente a tutti nei suoi drammatici esiti, sia frutto delle nostre scelte di vita sbagliate oppure di cicli naturali e se sia reversibile oppure no.
Se i ghiacciai continueranno a ritirarsi, mancherà l’acqua per irrigare i campi – perché in estate è il ghiaccio che si scioglie che permette di bagnare le colture –, e non ci sarà più Mais né per produrre biogas, ed energia pulita, né per produrre i mangimi animali, né per preparare la polenta taragna.
Anche se non sappiamo se e quanto tutto ciò sia nostra responsabilità , è necessario che ci si renda conto che dobbiamo per forza evitare qualsiasi comportamento che possa alterare gli equilibri naturali di acqua, aria, suolo e biodiversità. E di questo abbiamo già parlato, con i testi sulla biodiversità, sull’impronta carbonica, sui metodi di monitoraggio dell’impatto e sulla gestione sostenibile dei fitofarmaci, di cui, tra l’altro, parleremo ancora.
Al di là di tutte queste considerazioni, i viticoltori devono comunque confrontarsi sempre più spesso con problematiche fisiologiche (comportamenti della pianta in risposta a sollecitazioni di vario genere) e cinetiche fenologiche (andamenti delle fasi di sviluppo della vite) e di maturazione, sconosciute fino a pochi anni fa.
Non tutto è così estremo ed intenso come qualcuno può credere, ossia non ci sono eventi catastrofici che incombono sulla nostra viticoltura, ma è anche vero che talvolta e sempre più frequentemente ci si confronta con andamenti climatici e comportamenti della pianta che fino a pochi anni fa erano pressoché sconosciuti.
Ad esempio, numerose varietà rispondono agli stress termici da temperature troppo elevate che si sono verificati negli ultimi anni e ad elevati livelli di insolazione con reazioni eccessive, che determinano perdita irreversibile di qualità, mettendo a repentaglio seriamente la redditività aziendale. Gli esempi tipici di questi fenomeni sono le scottature sempre più frequenti e il Berry shrivel, o avvizzimento del grappolo, oltre che ovviamente ai risaputi e non nuovi problemi di stress idrico da siccità.
L’avvizzimento dell’acino (berry shrivel) è un fenomeno che è stato ampiamente riscontrato sia nei nostri vigneti che nei vigneti del Nuovo Mondo (Krasnow et al., 2009); poco tuttavia si conosce a proposito delle cause e delle conseguenze di questa patologia. Già 40 anni fa si affrontò questa problematica (Jensen F.L., 1970), descrivendo come essa si manifestasse con una perdita di turgore dell’acino e una diminuzione del contenuto zuccherino e del colore, soprattutto nelle varietà a bacca rossa. Tuttavia lo studio delle cause predisponenti risulta difficile, poiché la manifestazione assume modalità differenti a seconda del luogo ed in relazione alla cultivar colpita. Non conoscendo approfonditamente le condizioni che favoriscono la sua comparsa, risulta difficile riprodurle artificialmente. Questa patologia è risultata correlata anche a particolari limitazioni nutrizionali quali forti carenze in Potassio o Magnesio (Zaninotti S., 2008), anche se non va assolutamente confusa con il disseccamento del rachide dovuto alla carenza di Magnesio. L’avvizzimento si manifesta in modi differenti e può colpire tutto il grappolo o solo parte di esso; inoltre lo si può riscontrare in modo discontinuo in relazione alle diverse annate, anche in vigneti che hanno già manifestato la patologia (Zaninotti S., 2007).
Il fenomeno di scottatura del grappolo, invece, si ritiene possa dipendere dall’influenza diretta ed indiretta (come incremento della temperatura) dell’aumento di intensità della radiazione percepita dai grappoli stessi. Anche in questo caso risultano scarse le conoscenze specifiche delle condizioni in grado di favorire la manifestazione dei sintomi.
Gli effetti della radiazione sui parametri analitici e sulla composizione polifenolica delle uve possono essere differenti a seconda dell’entità della radiazione stessa e dell’aumento di temperatura da essa indotto. In generale, aumenti di radiazione, se correlati ad un aumento della temperatura del grappolo, possono indurre una maggior incidenza del fenomeno di scottatura (Guidoni et al., 2007; Genovese et al., 2010) e possono provocare una diminuzione dell’accumulo zuccherino, nonché una inibizione della sintesi di sostanze coloranti (Bergqvist et al., 2001; Spayd et al., 2002).
Partendo da queste premesse si è realizzato un lavoro sperimentale di cui riportiamo le conclusioni (M. Tonni et al, 2010).
Dalle valutazioni visive eseguite in campo e dai risultati ottenuti dalle analisi riguardanti i parametri analitici del mosto ed in particolare il contenuto polifenolico, si è potuto constatare come il fenomeno dell’avvizzimento del grappolo causi effettivamente un’alterazione evidente nelle uve da un punto di vista qualitativo. Si è evidenziato che il fenomeno provoca una diminuzione del peso medio dell’acino e di conseguenza una concentrazione degli zuccheri. A livello antocianico e polifenolico l’avvizzimento determina un decremento dei rispettivi contenuti nelle bucce, come già riscontrato da altri autori (Jensen F.L., 1970; Krasnow et al., 2009) ed un aumento della componente polifenolica dei vinaccioli.
Attraverso l’analisi dei dati ottenuti su uve scottate è stato possibile osservare un decremento antocianico e polifenolico nelle bucce, mentre il contenuto zuccherino è risultato, in questo caso, inferiore rispetto a uve sane.
Alcune delle osservazioni effettuate per entrambe i fenomeni sono in accordo con lavori precedentemente realizzati sia in Italia che all’estero (Zaninotti S., 2007; Spayd et al., 2002), mentre altri aspetti sembrerebbero discordanti. Ciò implica una certa difficoltà a definire i fenomeni in modo generalizzato, indicando la necessità di effettuare analisi più approfondite e ripetute per più anni nello stesso ambiente.
In particolare, l’incremento zuccherino riscontrato in uve avvizzite rispetto a grappoli sani, contrastante con quanto riportato da altri autori (Krasnow et al., 2010), potrebbe essere legato al preciso momento in cui si scatena il fenomeno nel corso della maturazione: è infatti plausibile pensare che, qualora l’avvizzimento si instauri a maturazione avanzata, l’appassimento possa implicare una più consistente concentrazione zuccherina, mentre se avviene presto si concentrano prevalentemente le sostanze acide.
Oltre a questi due fenomeni, ci sono anche le problematiche legate agli stress idrici, ossia alla carenza di disponibilità di acqua a livello radicale.
Oltre a sapere cosa avviene nel grappolo quando soggetto a questo tipo di danni, ciò che interessa il viticoltore è sapere come comportarsi e come agire sulla vite al fine di evitarli.
Di questi aspetti parleremo prossimamente.

Bibliografia
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GENOVESE M., NUZZO V., SHACKEL K.A., MATTHEWS M.A., 2010. Scottature solari su vite, come e quando insorgono e come evitarle. L’informatore Agrarion, 23: 45-50.
GUIDONI S., FERRANDINO A. E NOVELLO V., 2007. Influenza dell’esposizione dei grappoli alla luce sulla composizione polifenolica dell’uva. Italus Hortus, 14 (3): 199-203.
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SPAYD S.E., TARARA J.M., MEE D.L., FERGUSON J.C., 2002. Separation of sunlight and temperature effects on the composition of Vitis Vinifera cv Merlotberries. Am. J. Enol. Vitic., 53 (3): 171-182.
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