LA VITA DELLA VITE

A cura di Marco Tonni [tonni@asa-press.com]


A chi piace il rischio?


L’agricoltura ha un’enorme responsabilità. Nutrire il pianeta, citando il motto del prossimo Expo 2015. Ma anche salvaguardarlo, dimostrando a tutti, anche ai non addetti ai lavori, di essere un’opportunità e non una minaccia per il nostro pianeta. Chi più dell’agricoltura è in rapporto quotidiano con la Terra, quindi chi più degli agricoltori può – e deve – conservarla intatta per garantirne la sopravvivenza nel tempo ma anche, ovviamente, la produttività e la redditività? Ma inoltre chi più degli agricoltori possiede – e deve conoscere – gli strumenti per rispettarla senza sfruttarla né comprometterla?
Fortunatamente negli ultimi anni si sta facendo sempre più strada la coscienza del buon operare (le buone pratiche agricole) e della sostenibilità (garantire il mantenimento delle risorse in un sistema socialmente giusto ed economicamente giustificabile) e dobbiamo dare atto che, seppur con numerosi intoppi, errori o ritardi, la Comunità Europea sta gradualmente guidando il mondo agricolo verso una sempre maggiore presa di coscienza di queste tematiche. Le misure agroambientali della CE (linee guida e norme che consentono a chi le applica di ottenere un finanziamento), da come erano nei primissimi anni di attuazione, ossia volontarie, appannaggio di pochi lungimiranti e fonti di finanziamento per le Aziende che volevano metterle in pratica, stanno progressivamente diventando di dominio comune e presto alcune di esse saranno rese obbligatorie, perché ormai invalse nella gestione ordinaria di ogni “buona” azienda. Altre nuove verranno probabilmente introdotte, sempre più innovative e speriamo lungimiranti, in modo che gli traguardi divengano sempre più ambiziosi, le attenzioni ambientali sempre più significative, il percorso produttivo sempre più sostenibile. C’è tuttavia da sottolineare che, nonostante si debbano riconoscere i meriti di chi ha indirizzato le politiche di attenzione ambientale degli ultimi anni, una enorme pecca delle strategie comunitarie, nazionali e regionali negli ultimi anni è stata la traumatica scomparsa dei servizi territoriali di assistenza tecnica all’agricoltura, gli unici capaci di veicolare alle Aziende i messaggi che partono dall’alto (indirizzi politici e gli esiti della ricerca di alto livello). Anche se, come si spera, i servizi di assistenza verranno riattivati, servirà tempo per rimarginare la distanza tra Aziende e territorio, per riconquistare il rapporto e la fiducia con Aziende che si sono sentite abbandonate in molte situazioni e che quindi si chiederanno perché dovrebbero tornare ad ascoltare indicazioni da chi le ha lasciate sole.
La nuova direttiva 128/2009 sull’uso sostenibile dei fitofarmaci pensiamo che possa rappresentare un punto fermo, certamente frutto di lunghi anni di avvicinamento alle problematiche che tratta. I fitofarmaci sono sostanze a cui purtroppo non si può rinunciare se si vuole produrre in agricoltura, ma l’obiettivo di tutti deve essere quello di usarne meno e di impiegarli al meglio.
La nuova direttiva, punto di arrivo di anni di azioni indirizzate a sensibilizzare gli agricoltori e punto di partenza per insegnare una innovativa coscienza alle nuove leve agricole, ha tra i suoi obbiettivi principali:

* Ridurre i rischi per la salute (utilizzatori e consumatori)
* Ridurre i rischi per l’ambiente
* Ridurre ed ottimizzare gli utilizzi

I percorsi intrapresi per conseguire tali risultati sono numerosi ed articolati, coinvolgono sia gli Enti pubblici e territoriali, che le Aziende, i Tecnici e gli operatori del settore.
Tra i principi generali per l’applicazione della difesa integrata, la 128/09 prevede
la prevenzione e/o la soppressione di organismi nocivi attraverso buone pratiche guidate, con indicazioni anche pubbliche (e qui si spera di poter recuperare quanto trascurato negli ultimi anni di assenza di servizi territoriali);

* Sistemi di monitoraggio e allerta
* Sistemi anti-resistenza
* Valorizzazione organismi utili
* Utilizzo di indicatori di rischio dei fitofarmaci

Questi ultimi sono l’argomento di questo approfondimento.
Certamente l’argomento può sembrare ostico perché forse appare troppo innovativo, ma siamo certi che, se ben affrontato e adeguatamente spiegato e veicolato, possa essere di grande aiuto per il miglioramento dell’approccio multidisciplinare al tema dell’uso dei fitofarmaci.
Si tratta di capire in modo sintetico, attraverso il calcolo di un indice rappresentativo del rischio d’uso di uno specifico fitofarmaco, quanto quella sostanza può rappresentare un rischio per la salute e l’ambiente.

Si devono chiarire prima i seguenti concetti:
Pericolo = Effetto potenziale indesiderato che una sostanza può provocare
Esposizione = Tempo e quantità a cui è esposto un organismo vivente a una sostanza (probabilità di entrare in contatto)
Rischio = Probabilità che l’effetto si manifesti, ossia Rischio = Pericolo X Esposizione

Gli indicatori di rischio per i fitofarmaci combinano le informazioni su pericolo ed esposizione di questi con la quantità applicata e le condizioni di impiego.
Nella moderna gestione dei prodotti fitosanitari il processo di valutazione del rischio ha assunto un ruolo essenziale. Attraverso tale procedura è possibile infatti caratterizzare il rischio per la salute umana o per l'ambiente e di conseguenza fornire le basi per le opportune azioni di regolazione e gestione di tali sostanze.
Negli ultimi anni sono stati sviluppati diversi sistemi integrati di classificazione (indici) con lo scopo di esprimere il rischio ambientale in termini numerici quantitativi, molto spesso con finalità essenzialmente di tipo comparativo. Questi sistemi prendono in esame le diverse proprietà di una sostanza che possono, in qualche modo, contribuire a determinare il rischio ed attribuiscono a ciascuna di esse un punteggio in relazione ai rispettivi livelli di attività. I punteggi relativi alle varie proprietà sono poi associati mediante un algoritmo che fornisce come risultato un indice numerico complessivo. Questi sono strumenti di pratica utilità che in alcuni casi si possono rivelare insostituibili.
Un esempio del risultato ottenibile è riportato nella seguente tabella, dove si riporta un indice di rischio italiano, elaborato dall’Università di Piacenza (Trevisan et. al, 2006).
Con l’uso di questi indicatori i tecnici e gli agricoltori che lavorano in programmi di lotta integrata, possono associare gli effetti ambientali con l’efficacia ed il costo del prodotto nella fase decisionale. Per esempio, tra i diversi fitofarmaci utilizzabili contro un dato parassita, si potrà scegliere quello meno tossico.
Diventa possibile stimare rapidamente l’impatto ambientale dei diversi fitofarmaci e delle varie strategie di lotta prima della loro applicazione, con il vantaggio di un miglioramento, relativamente agli effetti sull’ambiente, nei programmi di difesa integrata. Allo stesso modo, ad esempio, registrando l’insieme dei valori degli indici di rischio calcolati sulle Aziende, gli Enti con responsabilità di territorio potranno valutare gli effetti di politiche di indirizzo territoriale.
I programmi di lotta integrata possono anche usare gli indicatori come alternativa per misurare l’impatto ambientale di diverse strategie di controllo.
Se verranno messi sul mercato fitofarmaci con valori di indice più bassi e si darà maggior spazio ai fattori di contenimento nei programmi di lotta integrata, i valori di rischio per l’uso in campo continueranno a diminuire, con ovvii vantaggi per ambiente, consumatore ed operatori.

Bibliografia:
* Balderacchi M., Trevisan M., Vischetti C., (2006). Scelta del miglior modello sul destino degli agrofarmaci Acqua e Aria , 3/2006, 32-37
* Capri E., Padovani L., Trevisan M. (1999). La previsione della contaminazione delle acque sotterranee da prodotti fitosanitari . Pitagora Ed. Bologna.
* ERSAL – Regione Lombardia (2000) – EU. SuSAP – Supplying Sustainable Agriculture Production – Manuale metodologico. Progetto LIFE ENV98/IT/00010.
* Ioriatti C., Agnello A.M., Martini F., Kovach J. (2011), Evaluation of the Environmental Impact of Apple Pest Control Strategies Using Pesticide Risk Indicators. Integrated Environmental Assessment and Management — Volume 9999, Number 00—pp. 1–8 - SETAC 1
* Riparbelli C, Cambareri MN., Pastori M., Mariani D., Brenna S. (2003). Evaluation of pesticide leaching hazard with a combined use of SuSAP system and land use census data in North Italy. XII Symposium Pesticide Chemistry Piacenza - 4-6 giugno 2003.
* Riparbelli C., Cambareri M.N. , Brenna S., Chinaglia N., Auteri D. (2006). Valutazione della vulnerabilità dei suoli lombardi alla lisciviazione di fitofarmaci. 6° Convegno Nazionale Fitofarmaci e Ambiente Catania, 20 – 21-04-2006.


Share

Archivio [ Leggi le notizie precedenti ]