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LA
BORSA DELLA SPESA
A cura di ENZA BETTELLI [ asa.web@asa-press.com
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Il fico d’India
La
pianta è originaria del Messico Centrale da dove si è diffusa
nel resto delle Americhe e da qui portata in Europa dalle navi di Colombo.
Tuttavia non è escluso che già i Saraceni l’avesso
introdotta in Sicilia. In ogni caso il fico d’India si è
diffuso rapidamente nel Mediterraneo, soprattutto in Sicilia, grazie anche
alla sua caratteristica resistenza in terreni dove l’acqua scarseggia.
I frutti sono ricchi di sali minerali e di vitamine, preziosi nei territori
dove l’agricoltura ha poche possibilità di sviluppo. Si consumano
freschi ma si utilizzano anche per la preparazione di dolciumi, succhi,
liquori e conserve. Anche le pale (cioè le foglie) vengono a volte
utilizzati per l’alimentazione oltre che come foraggio Per la raccolta
ci si serve del caratteristico coppo, cioè un cilindro che ricorda
una lattina fissato all’estremità di un lungo palo. Il coppo
viene inserito sul frutto che viene staccato con una semplice rotazione.
Le tipologie si possono suddividere in Normale, a partire da inizio stagione;
il Tardivo colto a metà stagione e il Bastandone, che è
il migliore e con semi molto piccoli, a partire dalla seconda metà
di settembre.
SCELTA E CONSERVAZIONE
I frutti vengono classificati a seconda del colore dei frutti (giallo,
bianco, rosso, viola) oltre che per il contenuto di semi. Nelle nostre
regioni del Sud i frutti cominciano a maturare da metà luglio e
raccolti a scalare fino alla fine di ottobre ma la conservazione in cella
frigo può consentire una conservazione della merce sino a novembre
inoltrato.
I frutti pronti per il consumo devono avere polpa morbida e pelle senza
macchie e integra. I fichi d’India si possono conservare a temperatura
ambiente per un paio di giorni o per 3-5 giorni in frigorifero nello scomparto
dei vegetali chiusi nel sacchetto per ortaggi.
QUANTO COSTA
Dati forniti dalla So.Ge.Mi. SpA, Ente Gestore dei Mercati Agroalimentari
all’Ingrosso di Milano - www.mercatimilano.it.
Attualmente le zone di produzione e coltivazione sono Biancavilla (CT),
sotto l'Etna, e San Cono (CL) e nel 2007 in mercato si sono commercializzati
15.165 quintali di fichi d'india siciliani e (in contro-stagione) 5 quintali
di fichi d'india provenienza Sud Africa, suddivisi per pezzatura:
"24": 100 grammi circa di peso per ciascun fico;
"18": 130 grammi cadauno;
"16": 150 grammi cadauno.
I prezzi sono quindi legati alle pezzature, anche se può differire
a causa della confezione, cioè più economica la confezione
in cestello rispetto a quelli in “padella”, cioè la
cassetta dove la frutta viene disposta in un solo strato.
Normale 24: 70 cent/kg;
Normale 18: € 1,00/kg
Normale 16: € 1,20/kg.
Tardivo 24: 80 cent/kg;
Tardivo 18: € 1,20-1,30/kg;
Tardivo 16: € 1,00-1,50/kg.
Bastardone 24: € 1,00-1,20/kg;
Bastardone 18: € 1,30-1,50/kg;
Bastardone 16: € 1,80-2,00/kg.
L’ingresso al Mercato all’Ingrosso di Milano in via Lombroso
54 è consentito al pubblico ogni sabato dalle ore 9.00 alle 12.00
per acquisti per un quantitativo minimo di una cassetta.
IN CUCINA
Il fico d’India di sottili spine molto fastidiose, tuttavia i frutti
attualmente in commercio ne sono di solito già stati privati. Nel
dubbio meglio maneggiali con i guanti da cucina e metterli quindi in un
recipiente con abbondante acqua fredda o sciacquarli sotto l’acqua
corrente, tenendo presente che poi queste spine si spargono comunque nel
lavello.
Per pulirlo si taglia con un coltello ben affilato da cucina alle due
estremità per staccarle quindi si incide la pelle al centro con
un taglio verticale, cercando di non intaccare la polpa, e si solleva
la pelle lungo questo taglio tirando le due estremità verso l’esterno
staccandola completamente.
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