L'ITALIA DEI SAPORI

A cura di Marina Cioccoloni


MONTALCINO, SAGRA DEL TORDO E BRUNELLO

La Val d’Orcia è quella parte della Toscana dove storia e sapori vanno a braccetto per colline plasmate da secoli dal lavoro dell’uomo. Rocche, castelli e borghi medievali, testimonianze di un passato ricco d’arte e di storia sono disseminate tra distese di ulivi, filari di vite e campi coltivati. Su una collina di questa valle incantata sorge Montalcino, la patria del mitico Brunello. Arroccato ad oltre cinquecento metri di altezza, sovrastato da un castello, conserva ancora intatto il suo fascino di borgo medievale. Ma le sue origini sono molto più antiche, e se il primo insediamento stabile è datato intorno al VI secolo a.C., sembra che la presenza dell’uomo sulla collina risalga addirittura al paleolitico. Oggi l’affascinante centro storico, un intrico di vicoli e scorci, è racchiuso all’interno di mura dotate di un camminamento di ronda esterno interamente percorribile, e che permette di godere di un eccezionale panorama sulla vallata. Una visione di una bellezza suggestiva che nelle giornate limpide arriva fino al mare.

La visita al borgo non deve tralasciare la fortezza, il palazzo comunale e l’incantevole museo di arte sacra, ospitato nell’ex convento di sant’Agostino, che conserva diverse opere dal Trecento al Seicento firmate Simone Martini, Pietro Lorenzetti e Duccio di Buoninsegna, oltre a numerose sculture lignee. Uno dei gioielli di Montalcino è fuori paese, isolato nella campagna. Per raggiungerlo bisogna percorrere 9 km. di una strada che s’incunea tra i colori dei campi coltivati. E’ l'Abbazia benedettina di Sant'Antimo, nel medioevo una delle più ricche e influenti abbazie della Toscana. Esiste, infatti, un documento del 715 d.C. nel quale si rende noto che all’abbazia è stato donato da Ludovico il Pio il territorio di Montalcino. La leggenda narra che il magnifico complesso architettonico (in stile romanico lombardo-francese), in onice e alabastro, fu costruito su una antica cappella votiva fatta erigere da Carlo Magno nel 781. L’interno è suggestivo, con una eccezionale abside, cappelle radiali e magnifici capitelli decorati con intrecci geometrici, motivi floreali e figure di animali.

Nel segno della storia, del folklore e dell’enogastronomia, l’ultimo fine settimana di ottobre a Montalcino rivivono le atmosfere e le magie del Medioevo in occasione della Sagra del Tordo, un appuntamento fisso giunto alla 53° edizione. La sagra trae le sue origini da un’antica tradizione della metà del XIV° secolo, un periodo in cui fiorirono le arti e le tradizioni cortesi tra le quali la caccia. I boschi di Montalcino erano ricchi di selvaggina e da agosto ad ottobre, quando più fitto è il passaggio degli uccelli migratori, tra cui il tordo, venivano battuti da cacciatori e falconieri. Le loro prede diventavano pietanze di  banchetti festosi, ai quali partecipavano sia i nobili che la gente del popolo. Oggi la festa culmina la domenica pomeriggio nell’emozionante e attesissima gara con l’arco tra i quattro quartieri. I contendenti devono colpire una sagoma di legno che raffigura un cinghiale nel susseguirsi di quattro serie nelle quali aumentano la distanza ed il punteggio. Vince il quartiere che totalizza il maggior numero di punti. Come premio una freccia d’argento e il trofeo, poi si dà il via ai festeggiamenti che vanno avanti tutta la notte. Dal sabato pomeriggio negli stand gastronomici davanti alla fortezza si possono gustare le pietanze ed i prodotti tipici della Val d’Orcia: pappardelle al cinghiale, pinci al sugo, zuppa di fagioli, carni  alla brace, tutto accompagnato dai famosi vini di Montalcino.

Il borgo infatti è patria di due celebri vini, il Rosso e il Brunello di Montalcino DOCG. Due vini di alta qualità, infatti per la prima volta in Italia è stata concessa la denominazione di origine a due vini dello stesso territorio e basati sulle stesse uve. Il rosso è un vino giovane mentre il Brunello è un grande vino destinato al lungo invecchiamento. Prodotto con uve Sangiovese, è limpido e brillante, di colore granato vivace, dal profumo intenso e persistente con note di sottobosco, legno aromatico, frutti di bosco e vaniglia, e ha un gusto asciutto e caldo. La sua produzione segue un severo disciplinare che fissa i limiti di resa per ettaro (80 quintali) e il periodo di affinamento. Il Brunello infatti, deve essere sottoposto ad un periodo di affinamento di almeno due anni in contenitori di rovere e di almeno quattro mesi in bottiglia, e può essere messo in commercio solamente dopo cinque anni dalla vendemmia (sei per il Riserva). Con una gradazione alcolica minima del 12,5 %, è servito a 18-20°c, ed è valorizzato da piatti di carne dal gusto corposo e con sapori decisi.

Per informazioni:
Ufficio Turistico del Comune di Montalcino (Siena)
Tel.  0577. 849331, e-mail:  info@prolocomontalcino.it
http://www.consorziobrunellodimontalcino.it/


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