L'ITALIA DEI SAPORI

A cura di Marina Cioccoloni


Mammola, tra processioni e profumo di “stocco”

Mammola è una cittadina calabrese situata tra mare e montagna le cui origini risalgono al IV secolo a.C. e , grazie ai monaci bizantini che qui giunsero nei secoli IX-X in cerca di rifugio, divenne nel medioevo un notevole centro di attività sia agricole che artigianali: la lavorazione della seta, la ricopiatura e miniatura dei testi antichi, la costruzione di mulini ad acqua, lo studio delle arti e delle scienze con l’istituzione delle prime scuole per il popolo. Oggi possiede un interessante Museo di Arte Moderna fondato dal pittore Nik Spatari che grazie alle numerose mostre e iniziative culturali è un polo di attrazione per diversi artisti che qui giungono da diverse parti del mondo.

Il borgo conserva il tipico impianto medievale fatto di strette viuzze, archi, scale, palazzi nobiliari e semplici edifici in un intrico disordinato che ricorda le kasbe arabe. Tutte interessanti le chiese, dal romanico della Chiesa Matrice alla cinquecentesca Chiesa della SS. Annunziata, fino alla Chiesa della Madonna del Carmine e di San Filippo Neri costruita nel XVI secolo.

Di particolare interesse è l’antico Santuario di San Nicodemo, abate Basiliano e dal 1638 patrono della cittadina vissuto nel sec. X, al quale Mammola in maggio dedica una grande festa. Il Santuario era uno dei maggiori punti di riferimento religioso e spirituale di tutta la Calabria fino al 1501, data in cui le reliquie del Santo furono traslate a Mammola nella Grancia Basiliana di San Biagio e successivamente nella Chiesa Matrice, dove sono conservate in un’urna di bronzo nella Cappella di San Nicodemo.

Luogo ricco di storia e tradizioni, inserito negli itinerari calabresi durante il “Giubileo 2000”, il Santuario fu fondato da San Nicodemo e fu il luogo dove visse insieme ad altri monaci (San Fantino di Tauriana, San Nilo di Rossano ed altri). Oggi è abitato dal monaco Don Ernesto Monteleone, ed è meta di numerosi pellegrini, fedeli, turisti e studiosi. Posizionato sull’altopiano della Limina, a tre chilometri dal passo e a dodici da Mammola, all’interno del Parco Nazionale dell’Aspromonte, spesso viene raggiunto a piedi attraverso l’antico Sentiero dei Greci o di San Nicodemo o della “Seja”, che anticamente era la strada che i Locresi  della Magna Grecia percorrevano per raggiungere le colonie della zona tirrenica.

La devozione dei fedeli a San Nicodemo si esprime a Mammola con tre feste: il 12 marzo, il 12 maggio e la prima domenica di settembre. La festa del 12 marzo ricorda la morte di San Nicodemo e si celebra con una processione per le vie del paese con la statua del santo vestito da Monaco Basiliano. La prima domenica di settembre si celebra il ricordo della traslazione, avvenuta nel 1501, delle reliquie di San Nicodemo dal Santuario del Kellerano alla Grancia Basiliana di San Biagio a Mammola dove sono conservate ed esposte nella Cappella della Chiesa Matrice. Grandi festeggiamenti con la processione per le vie del paese della statua del santo col busto dorato, all’interno del quale è conservato il cranio con ai piedi gli angeli e le reliquie portate dalle donne in una urna bronzea all’antica Grancia.La festa del 12 maggio ricorda la nascita di San Nicodemo avvenuta il 12 maggio del 900. Dura tutta la giornata e vi partecipano molti fedeli che giungono da ogni parte della Calabria. Si inizia con la celebrazione della santa messa, spesso officiata all’aperto, e prosegue con la tradizionale processione con la statua del santo accompagnata dalla banda musicale fino ai piedi del monte Kellerano dove in segno di gioia vengono sparati i fuochi d’artificio. Alle ore 17,00 viene celebrata la santa messa di ringraziamento. La festa è una delle più antiche della Calabria e rappresenta uno dei rari momenti d’incontro dei fedeli della Locride e della Piana. Dal punto di vista gastronomico Mammola è un vero punto di riferimento in Calabria, grazie a formaggi e salumi, ricotta affumicata, melanzane ripiene alla mammolese, dolci di ricotta, pane di mais e prodotti del sottobosco. Ma il fiore all’occhiello della cucina tipica mammolese è lo “Stocco”, (nome che viene dato comunemente al merluzzo nell’Italia del Sud) al quale il paese il 9 di agosto di ogni anno dedica una grande sagra, “La sagra dello Stocco”, diventata col passare degli anni, grazie alla sua tipicità, una delle più famose e importanti manifestazioni gastronomiche della Calabria e d’Italia richiamando numerosi appassionati.

Il merluzzo, pescato nel Nord Europa ed essiccato all’aria artica, per essere trasformato da prodotto secco in alimento commestibile deve seguire una lavorazione esclusivamente artigianale, consistente nella pulizia e nella messa in ammollo per diversi giorni in acqua corrente di buona qualità.
L’acqua è molto importante per la buona riuscita del prodotto finale. Le acque che sgorgano dalle sorgenti montane appenniniche Aspromonte-Serre di Mammola, hanno una particolare composizione chimico-fisica, ricca di sostanze oligominerali che combinandosi tra loro determinano una perfetta maturazione dello “Stocco” in ammollo, ne esaltano le qualità, e permettono di ottenere un prodotto molto saporito. E’ questa la ragione principale, insieme alla professionalità di chi lo lavora, che ha determinato da secoli la fama dello “Stocco” di Mammola che in cucina, combinato con ingredienti della dieta mediterranea e preparato in maniera antica, è divenuto il piatto tipico locale e tra i più noti della Calabria e d’Italia. Per le sue particolari caratteristiche e qualità di prodotto tipico lavorato con tecniche artigianali, lo “STOCCO DI MAMMOLA” è stato inserito nell’Elenco Nazionale dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali  (Suppl. Ord. G.U. n. 167 del 18-7-02 pag. 13 N°201).

La Sagra si svolge nelle piazzette del centro storico con inizio alle 18.00 e permette di degustare lo “Stocco” (pescestocco o stoccafisso) cucinato in vari modi, secondo le tradizionali ricette locali (stocco alla mammolese, stocco e fagioli, stocco fritto, frittelle di stocco, ravioli ripieni di stocco, fusilli o bucatini con il sugo di stocco ecc.), e servito in tegami di terracotta (tianeji). Il programma della sagra comprende stand artigianali e gastronomici, mostre di artisti, balli, musica e spettacoli vari. Si chiude a mezzanotte con i fuochi d’artificio e il ballo della tradizionale “Pupazza infuocata” al ritmo della tarantella.

Per saperne di più: www.prolocomammola.org


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