ATTORNO ALLA TAVOLA
A cura di CARLO PASSERA [ passera.web@asa-press.com ]


LA TERAPIA DEL SALAME


Le stagioni non sono più come una volta, i gusti del tempo sono dimenticati, si stava meglio quando si stava peggio e ora, addirittura, mangiare salame fa bene alla salute. Esageriamo? Diciamo che è una provocazione, ma non troppo: perlomeno perché è d’autore. A parlare di “salameterapia” è stato infatti recentemente il principe dei nutrizionisti italiani, il professor Giorgio Calabrese che, nel corso di un convegno (si parlava di Salame Piemonte dop e di suo possibile sviluppo come prodotto d’eccellenza) ha svolto alcune interessanti e dirompenti considerazioni su uno degli alimenti più buoni e succulenti, ma anche tra i più ingiustamente demonizzati che esistano sulla faccia della terra. Il professore ha ricordato preliminarmente come negli ultimi decenni la selezione genetica dei maiali, le nuove tecnologie di allevamento e la scelta rigorosa dei mangimi, tutti di origine naturale, abbiano determinato la produzione di carni suine magre particolarmente ricche di vitamine, sali minerali e acidi grassi insaturi, ovvero quelle sostanze che aiutano a mantenere il nostro organismo in perfetta salute e a contrastare le malattie dell’invecchiamento. La novità più esaltante tuttavia è che, dalle analisi condotte sull’insaccato (in questo caso, in modo specifico sul Salame Piemonte), è emerso chiaramente che l’impatto di questo prodotto sulla nostra salute è del tutto analogo, o addirittura migliore, a quello misurato su altri alimenti tradizionalmente classificati come “salutari” come ad esempio il pesce persico, l’orata e le carni bianche. Una notizia che cancella definitivamente ogni dubbio sulle proprietà nutrizionali di alimenti tanto gustosi, ma spesso guardati con diffidenza da persone che seguono stili alimentari particolarmente rigorosi. Il professor Calabrese inoltre ha ricordato che la carne suina è particolarmente ricca di acido stearico, una sostanza molto utile all’organismo che, dopo essere stata ingerita, si trasforma in acido oleico, il componente principale dell’olio extra vergine di oliva, noto da sempre per le sue proprietà benefiche sulla salute. Non a caso la “lezione” di Calabrese sia terminata parlando addirittura di “salame come terapia” grazie anche ai benefìci che si determinano durante i processi di stagionatura delle carni insaccate, come ad esempio la scomparsa delle tossine e la produzione di sostanze naturali che tengono lontani i microrganismi dannosi. Insomma: buon appetito, senza più rimorsi di coscienza? Probabile, con una sola perplessità finale: ma siamo sicuri che queste “nuove” carni a prova di dietologo, magre e vitaminizzate, provenienti da bestie selezionate geneticamente, insomma questi nuovi insaccati “formato aspirina” conservino davvero tutta la qualità organolettica, la ricchezza

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