PERCORRENDO LA FILIERA
A cura di GIUSEPPE CREMONESI [ cremonesi.web@asa-press.com ]


Restaurant Magazine” dà i voti alla ristorazione mondiale

Il 21 aprile scorso una giuria internazionale composta dai più accreditati opinion maker della cucina (ristoratori, chef, giornalisti, critici gastronomici) hanno votato i migliori 50 ristoranti del mondo. Questo Award ideato dall’autorevole rivista Restaurant Magazine è The S.Pellegrino World’s. A stilare la classifica 700 giurati riconducibili a 23 diverse aree del globo: ciascun area era rappresentata da un presidente di commissione scelto per il suo sapere della ristorazione nell’area di competenza che a sua volta ha selezionato un numero di votanti variabile tra 16 e 31 secondo le dimensioni dell’area. Ogni votante (sempre dell’ambito degli addetti ai lavori) esprimeva cinque preferenze, di cui un massimo di due potevano riguardare ristoranti della propria regione d’origine, ottenendo un totale di 3.000 voti che hanno concorso a stilare la graduatoria finale.
Sorprese? Scorrendo la classifica direi proprio di si. L’Italia, Paese dell’eccellenza culinaria e gastronomica che ad ogni piè sospinto mette in vetrina (stampa,Tv, convegni, simposi, kermesse, concorsi e balletti vari) i suoi guru dei fornelli che elargiscono il loro sapere latitando, per contro, 5 giorni su 7 alla settimana dai propri costosissimi ristoranti, ha “conquistato” ben 5 posti su 50. Vero è che il mondo è grande, e questo contest non è l’olimpiade, però…
E veniamo alla classifica. Terza volta consecutiva per El Bulli del discusso Ferran Adrià (nella foto) che si conferma leader della classifica mondiale incalzato da The Fat Duck di Heston Blumenthal e dal francese Pierre Gagnaire. Segue il basco Mugaritz di Andoni Luis Aduriz, che conquista il quarto posto. Il ristorante Vendôme, a Bergish Gladbach vicino a Colonia, del tedesco Joachim Wissler, è la più sorprendente new entry che riporta in classifica la Germania con i connazionali Hans Haas chef del Tantris di Monaco di Baviera e Harald Wohlfahrt al timone della Schwarzwaldstube a Baiersbronn. New entry anche per il ristorante basco Asador Etxebarri il cui patron Victor Arguinzoniz è famoso per aver riportato ai vertici l’arte della cucina alla griglia.
L’Italia è presente con cinque indirizzi (uno in meno sul 2007, con l’uscita di Davide Scabin e del suo Combal.Zero). Fulvio Pierangelini, con il suo Gambero Rosso di San Vincenzo (Li) conferma la 12° posizione, Le Calandre di Rubano (Pd) scende dal 16° posto al 36° preceduto dal ristorante Dal Pescatore di Canneto sull’Oglio al 23° e dall’Enoteca Pinchiorri di Firenze al 32°. Cracco Peck di Milano è in 43esima posizione. Gualtiero Marchesi conquista il premio alla carriera. La classifica 2008 conferma quindi la Francia capolista con 11 ristoranti nelle prime 50 posizioni, seguita dagli Usa con 8, Spagna con 7, Regno Unito con 6 e, come detto dall’Italia con 5. Gli altri Paesi rappresentati in questa hit parade sono la Germania con 3 ristoranti fra le prime 50 posizioni, Australia con 2 e quindi Danimarca, Svizzera, Belgio, Paesi Bassi, Finlandia, Svezia, Sud Africa e Brasile con un ristorante in classifica. A due giorni dalla pubblicazione di questi risultati si sono levate più o meno velate polemiche tirando in ballo il peso dello sponsor (leggi Nestlé) che ha la dichiarata mission di internazionalizzare al massimo la presenza delle sue acque bergamasche S.Pellegrino e Panna affinché appaiamo sulle tavole della miglior ristorazione mondiale. Da malizioso non lo escludo; tuttavia condizionare 700 giurati di tutto il mondo mi pare parecchio laborioso. Giuseppe Cremonesi

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