PERCORRENDO LA FILIERA
A cura di GIUSEPPE CREMONESI [ cremonesi.web@asa-press.com ]


Sommario

NUOVE ETICHETTATURE UE
COME TI CANCELLO LA PROVENIENZA


PREVISIONI ANNATA AGRARIA
PROBLEMI E ASPETTATIVE APPESE AL FILO DEI NUOVI OCM


VINI
SOSTENIBILITA’ E SVILUPPO
SONO LA SFIDA DELLA VALPOLICELLA


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NUOVE ETICHETTATURE UE
COME TI CANCELLO LA PROVENIENZA
E’ stato proposto e presentato un disegno di legge comunitario che cancellerebbe l’obbligatorietà di porre in etichetta sui prodotti alimentari la loro provenienza. Se ciò passasse si aprirebbero, di fatto, le porte alla possibilità di commercializzare produzioni alimentari “made in Italy” derivate da prodotti agricoli stranieri senza alcuna informazione per i consumatori. Un esempio? Se viene meno l’obbligo di scrivere sulle bottiglie dell’olio extravergine la zona di coltivazione delle olive da cui proviene, previsti dalla legge 204 del 2004, approvata con il consenso di un milione di firme alla legge d’iniziativa popolare promossa dalla Coldiretti e suffragata da rappresentanti delle istituzioni, dalle associazioni dei consumatori, da Legambiente, Italia Nostra, Greenpeace, Wwf, Lipu, Amici della Terra, Wilderness, club Papillon, il Salvagente, ecc, sarà possibile “spacciare” come italiano miscugli di olio spremuto da olive spagnole, greche e tunisine. Ciò vale anche per i prosciutti ottenuti da maiali allevati in Olanda, Danimarca o chissà dove e per altre decine di alimenti di casa nostra. La trasparenza, seppur ancora incompleta e balbettante, faticosamente perseguita e ottenuta, qualora venisse con un colpo di spugna cancellata, metterebbe a rischio la credibilità dei cibi italiani sia all’estero sia in Italia dove peraltro, dai risultati dell'indagine Coldiretti-Ispo sulle opinioni degli italiani sull'alimentazione, emerge che il 92% dei nostri connazionali ritiene che “dovrebbe essere sempre indicato in etichetta il luogo d’allevamento o coltivazioni dei prodotti agricoli contenuti negli alimenti”. Si tratta di un’opinione peraltro ampiamente condivisa anche in Parlamento dove, a difesa dell’etichettatura d’origine degli alimenti, sono state presentate mozioni al Senato e alla Camera, rispettivamente dalla maggioranza e dall’opposizione che impegnano il Governo su questo fronte. E’ quindi auspicabile che il Parlamento (magari accantonando le cervellotiche diatribe su Pacs, Dico et similia), sarà pronto, coeso e determinato nel fermare un colpo di mano che rischia di mettere in crisi la leadership qualitativa conquistata dalla nostra produzione alimentare.


PREVISIONI ANNATA AGRARIA
PROBLEMI E ASPETTATIVE APPESE AL FILO DEI NUOVI OCM

Per frutta, ortaggi, barbabietola da zucchero, riso e mais, per il 2007 secondo Confagricoltura, ci sono luci e ombre

Eccole elencate settore per settore. Frutta: per la frutta il 2007 sarà principalmente l'anno della discussione sulla revisione dell'Ocm in sede comunitaria. Per quella fresca cruciali saranno le decisioni sul futuro delle norme di qualità, in particolare il mantenimento dell'obbligatorietà dell'indicazione di origine, nonché la gestione delle crisi di mercato. Ortaggi: l’annata sarà caratterizzata dal negoziato che potrebbe portare alla riforma dell'Ocm a livello comunitario. Circa il comparto del fresco, si prevede una corretta semplificazione burocratica e una valorizzazione dello strumento delle organizzazioni dei produttori. Più problematico l'approccio alla nuova forma di sostegno per il pomodoro trasformato, ormai chiaramente orientato al disaccoppiamento, anche se è tutta da valutare la modalità di applicazione e di calcolo dei titoli da assegnare ai produttori. Barbabietola da zucchero : la filiera bieticola sta vivendo una fase di transizione che potrebbe comportare ulteriori sacrifici rispetto a quelli già sofferti. Due le incognite da risolvere, la possibile decisione delle imprese saccarifere ancora in attività di aderire al piano di ristrutturazione previsto dalla Pac chiedendo lo smantellamento degli impianti ancora funzionanti; le decisioni che potrebbero essere prese dall'Ue per rispettare l'obiettivo di ridurre la produzione comunitaria di zucchero di circa 6 milioni di tonnellate. Riso: l'aumento dei consumi nell'Ue rappresenta un’ottima opportunità per la filiera italiana . Nei prossimi anni il settore dovrà consolidare la propria competitività e manifestare maggiormente la capacità di rispondere alle esigenze della domanda e di introdurre innovazioni. Le incognite a breve e medio termine riguardano la possibile ripresa del negoziato Wto, con l'eventuale chiusura di un accordo che indebolisce la produzione europea rispetto a quella del resto del mondo. Ulteriore problema riguarda la questione idrica che negli ultimi anni si è dimostrata un fattore critico per le aziende del settore. Frumento duro. Le difficoltà emerse negli ultimi tempi hanno provocato una discreta coesione all'interno della filiera produttiva. Gli operatori si sono recentemente impegnati ad elaborare e attuare programmi integrati di filiera per agire sui principali nodi critici del settore: logistica, stoccaggi, qualità della materia prima, e incentivi sui prezzi a favore dei produttori che garantiscono i requisiti che soddisfano disciplinari di produzione predefiniti. Esempi d’integrazione di filiera ci sono stati in Emilia Romagna, in Puglia, in Sicilia e nelle altre regioni a vocazione cerealicola.
Mais - Gli agricoltori sperano che la tendenza positiva registrata negli ultimi mesi del 2006 prosegua anche per il futuro. In tal modo, si potrebbero creare le condizioni per un'espansione della coltura che, potenzialmente, può raggiungere livelli record rispetto al passato, anche perché il mais si presta a sostituire la barbabietola da zucchero. Con un certo interesse gli agricoltori guardano alla possibilità di utilizzare la coltura del mais come biomassa per la produzione di prodotti agroenergetici.


VINI

SOSTENIBILITA’ E SVILUPPO
SONO LA SFIDA DELLA VALPOLICELLA

Questo il messaggio che il Consorzio di tutela ha voluto far passare in occasione della degustazione dell’annata 2003 del suo vino top: l’Amarone. Messaggio lanciato e sviluppato durante un convegno internazionale per riaffermare che la Valpolicella, oltre ad esser terra di vini importanti, è un laboratorio di idee e riflessioni sulle tematiche vitienologiche. La materia non è peregrina pur se il concetto è complesso. Sono maturi i tempi per ragionare e trovare soluzioni per conciliare le domande di una maggiore armonia con il territorio, l’ambiente, la tradizione e la storia di una ben definita area (ossia la sostenibilità) con le esigenze di crescita economica, redditività delle imprese, volumi produttivi raffrontati ai mercati (ossia lo sviluppo). Sul tappeto, quindi, argomenti “pesanti” che la Valpolicella vuole sviscerare confrontandosi i propri approcci e atteggiamenti in posizione di un possibile equilibrio. Numeri e risultati di mercato lo giustificano e lo impongono. Sono 1.150 i produttori di uve conferite a privati, 1350 i produttori di uva soci di cooperative, 285 fruttai per l’appassimento delle uve per Amarone e Recioto, 130 circa le aziende vinicole integrate, 6 impianti enologici privati che trasformano uve acquistate, 225 imbottigliatori. Nel 2005 sono state prodotti 375mila ettolitri di vino di cui circa il 20% rappresentato da Amarone e Recioto. “Si tratta di un sistema articolato - ha spiegato il presidente del consorzio Emilio Pedron - poiché gli attori che animano il settore sono assai diversi tra loro per caratteristiche dimensionali, strutturali e organizzative anche se spesso complementari”. Tuttavia, ciò malgrado è possibile ancorché necessario tracciare una sorta di “modello” le cui duplici aspirazioni di sostenibilità e sviluppo si coaugulino e si armonizzino. La lettura che la piccola impresa è “sostenibile” e la grande porta “sviluppo” è, seppure reale, semplicistica. L’impegno è di individuare un percorso che conduca ad un effettivo interscambio di esperienze e risorse affinché rifletta, come in uno specchio, una visione del vino di qualità capace di raccontare la complessità del territorio e di fare nel contempo massa critica sul mercato dando un’immagine della dinamicità e della forza della Valpolicella.