AGRICOLTURA E DINTORNI

A cura di Luisa Doldi ed Emanuela Stìfano [agricoltura@asa-press.com]


Dura è la vita dei pastori...



... così scriveva Corrado Alvaro nel suo libro “Gente in Aspromonte”. Ma non solo per i pastori in Aspromonte è dura la vita! Anche per i pastori del Biellese c’è poco da ridere! Lo abbiamo toccato con mano domenica 14 ottobre, quando a Ternengo, un paesino vicino a Biella, un pastore ci ha raccontato pochi dettagli sulla sua professione. Pochi ma sufficienti per chiedersi legittimamente cosa spinga oggi un uomo di 45 anni a fare ancora questo lavoro. “Ogni pecora adulta ti dà circa 1,5 Kg di lana. Questa lana, se ti va bene, viene pagata 50 centesimi. Il tosatore prende 1,5€ per pecora che tosa e, se come me hai 1500 pecore, non puoi fare il lavoro da solo. Ti devi fare aiutare, quindi hai bisogno di un tosatore”. Ecco, a far due conti si capisce perché questa professione stia sparendo a poco a poco. Inoltre: “La lana delle pecore nostrane non è considerata oggi tra le migliori in quanto ad estetica; non è tra le più pregiate sul mercato. Oggi i vestiti di lana non devono più solo proteggere dal freddo, quanto essere anche belli ed eleganti. Quindi sono le varie merino e mohair che vanno per la maggiore. La nostra lana finisce in Cina, perché come materia prima costa cosi poco che pure i Cinesi la prendono”. Materassi in lana non se ne fanno più e non ci sono molti altri sbocchi per l’utilizzo di queste quantità di lana. Certo, la lana non è l’unico prodotto delle pecore. Se ne possono vendere latte e carne. Ma sia latte che carne sono molto più utilizzati nel centro e sud Italia che non nel Biellese, ed è anche li che finisce la maggior parte di questi animali a fine carriera. Inoltre, anche il centro e il sud Italia hanno i loro animali...

E allora perché un pastore fa il pastore? Ne siamo convinti: è più vocazione che professione! Ma una vocazione che è anche un bene comune, che racchiude un forte valore territoriale, culturale e ambientale. Ed è per questo che è importante la Festa della Lana che il paesino di Ternengo organizza ormai da 14 anni: per ricordare un prodotto ed una professione tra i più antichi della agricoltura; per ricordare a Biella e dintorni il suo lustro passato di produttrice di tessili d’eccellenza; per riflettere sulle conseguenze dell’avvenuto trasferimento della produzione laddove la manodopera costa meno (ma non per questo costano meno i vestiti che poi tornano sui nostri mercati! ) e per ricordare a tutti noi che la globalizzazione ha anche i suoi lati oscuri.

Testo e Foto: M.Luisa Doldi


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