SOSTE GOLOSE

L’ANTICO PRINCIPATO DI SEBORGA (1079 AD), IL PRINCIPATO DEI FIORI

In posizione panoramica, su altura che domina la sottostante valle coltivata a mimose e ginestre, si trova Seborga (Imperia) un piccolissimo "principato", la cui interessante storia risale circa alla fine del decimo secolo, allorché l'abate benedettino di Lerino (le isole di Lérins sono in territorio francese, nell'attuale Costa Azzurra, di fronte alla ben più nota città di Cannes) acquistò dal conte Guido di Ventimiglia il feudo, fregiandosi del titolo di principe. L'acquisto, all'epoca, non fu certo un grande affare (alture rocciose, qualche bosco di castagni e pini, un terreno coltivabile solo a prezzo di duro lavoro) se si fa eccezione al fatto che nel principato gli abati di Lerino aprirono una zecca, battendo moneta (alcuni calchi di queste monete sono conservati nel museo Bicknell di Bordighera). Si sa, peraltro, che la storia talvolta ha le sue lacune; nel caso si dimenticò di Seborga anche il Congresso di Vienna del 1815 che conferì all'Europa, dopo le vicende napoleoniche, un nuovo assetto.
Così oggi, per la tenace volontà dei suoi abitanti e del suo principe (Giorgio I, nella vita un floricoltore) democraticamente eletto, Seborga si batte per la sua indipendenza, ha suoi ministri e ambasciatori, emette francobolli e passaporti ed intende avere una sua moneta, il "Luigino". Un passato curioso, un futuro che si prospetta esaltante per la vivacità di questo antico borgo che si concentra attorno alla sua parrocchiale di San Martino e al palazzo dei Monaci con loggiato, in una trama di vicoli oscuri, portici bassi, rozzi acciottolati.
La sua storia narra che nel 1729 venne acquistato da Vittorio Amedeo II di Savoia, ma l’atto non fu mai registrato.
Nemmeno la repubblica di Genova lo inserì nel proprio territorio in seguito alla pace di Aquisgrana, così come il congresso di Vienna del 1814 e l’unità d’Italia del 1861 non menzionarono mai il nome di Seborga. Durante il fascismo Mussolini scrisse che il Principato di Seborga non apparteneva all’Italia. E’ scontato che con l’avvento dell’Italia repubblicana nessuno si ricordi di Seborga.
Sono questi i motivi su cui si fonda l’indipendenza del Principato di Seborga dal resto dell’Italia, che in questi anni è stata portata all’attenzione dei mass media dal Principe Giorgio I, eletto nel 1963 e confermato a vita 22 anni più tardi. Sempre nel 1995 sono stati eletti anche 15 ministri ed il popolo si è espresso a favore per la nuova costituzione. Attualmente il popolo di Seborga è formato da 362 abitanti, su una popolazione di 2000 persone. La superficie del principato è di 14 kmq. Per tutto il resto del mondo Seborga è un comune della provincia di Imperia, quindi esiste un sindaco regolarmente eletto (http://www.seborga.net/photos/art/mapfinalbottommed.jpg)
Per assaggiare le specialità di Seborga ci si ferma alla Hosteria del Coniglio dove Nonna Viviana propone la sua cucina familiare e le sue specialità. Questo ristorante, inaugurato nel 1902, si trova nel centro storico di Seborga ed era in origine un’antica dimora medioevale di cui mantiene l’atmosfera. Nel menu sono elencate specialità davvero particolari:
- Prosciutto di montagna affumicato ai tartufi
- Tagliatelle al sugo seborghino
- Panzerotti di formaggio e spinaci alla salsa di noci
- Coniglio alla seborghina
- Millefoglie al mascarpone
- Torta al miele

Come arrivare: uscire al casello dell'Autostrada dei Fiori di Bordighera, girare a sinistra e seguire le indicazioni per Seborga.

Giancarlo Pastore