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QUALITA'
TRACCIABILITA' ALIMENTARE: ESPERTI A CONFRONTO
Applicazione della tracciabilità al mondo del vino,
appuntamento formativo organizzato dal Consorzio Tutela Vini del Piave,
Lawrence Informatics e AquaConsulting.
Salgareda, 23/11/2005 - Presso Villa Ornella Molon a Salgareda si
è svolto il secondo di una serie di seminari formativi che trattano
argomenti di attualità riguardo al mondo del vino, organizzato
dal Consorzio Tutela Vini del Piave, in collaborazione con Lawrence Informatics
e AquaConsulting.
L’incontro è stato dedicato all’attualissimo tema della
tracciabilità alimentare ed alla normativa (Regolamento CE n. 178/2002
del 28 gennaio 2002 - articolo 18) che fornisce indicazioni precise sugli
adempimenti cui sono assoggettati i conduttori di una filiera produttiva
alimentare. “Per tracciabilità - ha spiegato il Dott. Roberto
Pol, Ispettorato Centrale Repressione Frodi - si intende il processo messo
in atto da un produttore che segue e registra il percorso di produzione
di un alimento, di un semilavorato alimentare o di una sostanza che andrà
a far parte di un alimento.
Ricordo che, per il settore alimentare, la legislazione Italiana, in quanto
all’avanguardia, spesso è presa ad esempio da altri Paesi
Europei e dalla Comunità stessa.” “In essa –
continua Pol - ogni tipo di industria trova descritto dettagliatamente
quello che deve mettere in atto per essere in regola con le norme stesse,
per garantire le condizioni per un eventuale pronto e puntuale ritiro
dal mercato del prodotto non conforme e rapida informativa alle autorità
di controllo”.
Una normativa che spesso impone alle aziende produttrici di vino di adottare
sistemi di raccolta e archiviazione delle informazioni relative ad ogni
prodotto trasformato o distribuito, al fine di creare la cosiddetta tracciabilità.
Ed ecco che diventa fondamentale conservare documenti, registri, dichiarazioni
di lavoro, dichiarazioni di raccolta e di giacenza, iscrizioni agli albi
dei vini a D.O.C. e dei vini ad I. G. T., l’etichettatura e l’indicazione
del lotto su ogni singola bottiglia.
“Una garanzia fortemente voluta dai consumatori e un obbligo per
le aziende, che può trasformarsi in un’ottima opportunità
per differenziarsi e proporsi al mercato con alti livelli qualitativi,
in grado di far apprezzare il prodotto e la DOC di appartenenza”
- come sostiene l’ing Fabio Spessot della Lawrence Informatics -
“La rintracciabilità assicura infatti all’utilizzatore
intermedio di filiera o al consumatore finale, la sicurezza della qualità
dichiarata dal produttore, il quale, con i dati acquisiti nel tempo, potrà
effettuare analisi a posteriori per valutare e confrontare i risultati”
Il Dott. Marzio Pol, enologo, ha invece posto attenzione sull’atteggiamento
del consumatore che, dopo i problemi legati alla mucca pazza, al metanolo
e adesso all’aviaria, è completamente sfiduciato e ha bisogno
di garanzie. Vuole essere informato riguardo alla salubrità del
prodotto, se contiene OGM o no, al rapporto qualità prezzo così
da poter acquistare in tutta sicurezza. A questo proposito – suggerisce
Pol – il Consorzio Tutela Vini del Piave, come anche gli altri,
deve “far squadra”, ed i tempi sono maturi , per proporre
un’immagine coesa e vincente del prodotto/territorio in Italia e
in Europa.
L’incontro si è concluso con l’intervento tecnico dell’ing.
Alberto Badiali di AquaConsulting Srl che ha esemplificato in dettaglio
l’applicazione della norma sui processi produttivi di vinificazione
automatizzati.“Ad esempio, si memorizzano i dati associati alle
varie fasi nei processi di filtrazione, movimentazione a lotti (da camion
a cisterna, da cisterna a filtri, fino ad autoclavi e via via fino all’imbottigliamento),
mantenimento della temperatura di fermentazione, attività di refrigerazione
e controllo della pressione in autoclave. L’automazione applicata
rende il processo stesso più sicuro, qualitativamente migliore
e realizzato con il minor costo di energia possibile.”
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