QUALITA'

Il progressi del progetto MED BIO Distri Net
L’ "iniziativa pilota" che vedrà la partecipazione di un certo numero di imprese a un seminario di formazione e scambio di esperienze in occasione della prossima edizione di Alimentaria a Barcellona (marzo 2006).

Il progetto MED BIO Distri Net nato ufficialmente, a livello UE, nel 2004, si allinea con l’esigenza di approfondire e favorire lo sviluppo ambientale sostenibile del nostro pianeta: prende in esame le produzioni biologiche che come tutti i prodotti naturali si inseriscono perfettamente in questa filosofia. Scopo del progetto MED BIO Distri Net è quello di assistere lo sviluppo delle imprese di trasformazione e di distribuzione di prodotti biologici, e organizzare la condivisione di attività con le regioni partner e tra le aziende stesse
Il progetto prevedeva lo sviluppo, in due anni, di uno studio e di un’azione pilota nel settore della trasformazione dei prodotti da agricoltura biologica per l’industria alimentare, cosmetologica e del benessere. Partner nel progetto, che rientra nelle Iniziative Comunitarie del Programma Interreg III B Medocc ed è finanziato dalla UE, la Francia, la Spagna e l’Italia con 2 Regioni ciascuna (Rhone Alps e Provenza per la Francia, Catalonia e Murcia per la Spagna, Lombardia e Toscana per l’Italia).
Euro Info Centre della Camera di Commercio di Milano ha indagato, in collaborazione con l’Università Statale di Milano, su le specificità della trasformazione e distribuzione dei prodotti derivati dall’agricoltura biologica in Lombardia, mettendole a confronto con la situazione delle altre 5 Regioni europee mediterranee.
Responsabile della ricerca per EURO INFO CENTRE: Daniele Colombo
Responsabile scientifico della ricerca per il DEPAAA: Alessandro Banterle
La materia è stata approfondita in occasione del Seminario LA TRASFORMAZIONE E DISTRIBUZIONE DEI PRODOTTI BIOLOGICI , e culminerà con l’ "iniziativa pilota" che vedrà la partecipazione di un certo numero di imprese a un seminario di formazione e scambio di esperienze in occasione della prossima edizione di Alimentaria a Barcellona (marzo 2006).
Per quanto riguarda la nostra regione in una prima fase è stata effettuata una ricerca sulle aziende operanti in Lombardia nei settori sopra citati, industria alimentare, cosmetologica e del benessere, per poter dare una stima quantitativa delle attività di trasformazione dei prodotti biologici. La fase successiva, realizzata in collaborazione con il Dipartimento di Economia della Facoltà di Agraria dell’Università di Milano (Prof. Banterle), ha selezionato 50 aziende in ogni regione considerata, a cui è stato sottoposto un questionario qualitativo molto approfondito.
I risultati della ricerca riassunti in 6 rapporti regionali e un rapporto di comparazione/sintesi dall’Università di Milano, sono disponibili sul sito www.med-bio.net.


Estratto del Rapporto di sintesi sulla trasformazione dei prodotti biologici in sei regioni comunitarie: Lombardia, Toscana, Rhone-Alpes,Provence Alpes Cote d’Azur (Paca), Catalunya, Murcia disponibile nel sito www.med-bio.net

Il rapporto di sintesi sulla trasformazione e distribuzione dei prodotti biologici nelle 6 regioni considerate ha evidenziato che più dell’80% delle imprese di trasformazione sono classificate nel settore alimentare mentre solo il 17% del totale relativo appartiene al settore cosmetica/ benessere.
Le attività di distribuzione sono state suddivise tra la GDO che rappresenta 8% delle aziende esaminate e i negozi specializzati pari al 92% . Il 76 % dei negozi specializzati vendono alimentari e solo il 16% prodotti relativi al H.W.C.
Notevoli le disparità evidenziate dalla ricerca, determinate dalle diverse realtà rappresentative dei territori considerati, e di conseguenza assai difficile fornire un campione regionale omogeneo sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo.
Mentre Catalunya e Paca per esempio presentano una composizione bilanciata tra industrie di trasformazione e di distribuzione, la Lombardia e la Murcia risultano più attive nell’industria della trasformazione. Inoltre Rhones Alps ha evidenziato un maggior impegno nel settore H.W.C. (benessere/cosmetica) seguita dalla PACA mentre la Murcia e la Lombardia contano il più alto numero di imprese produttrici di alimentari biologici.
Per quanto riguarda le imprese della GDO che distribuiscono anche prodotti biologici è stato possibile ottenere interviste sole sulle realtà esistenti nel Rhone Alps, nella Lombardia e nel Paca.

Specificità delle singole Regioni
Esaminando le 6 regioni in oggetto si rileva che la Catalunya ha realizzato un campione caratterizzato esclusivamente da due settori, le attività zootecniche (carne, uova, prodotti lattiero caseari e miele) e quello delle piante aromatiche e medicinali mentre la Lombardia ha riprodotto per quanto possibile la ripartizione esistente tra i vari settori considerati (pane pasta olio vino prodotti lattiero caseari, frutta ortaggi carne, mangimi). Nella Murcia ¾ delle imprese campione svolgono contemporaneamente attività in tutte o in due delle tre fasi di produzione, trasformazione e commercializzazione. Nella Paca si è evidenziato un campione con un numero di imprese di trasformazione pari a quello di commercializzazione mentre nel Rhone-Alps è particolarmente rappresentativo il settore H.W.C. sia per quanto riguarda le imprese di produzione che quelle di distribuzione. In Toscana come nella Murcia è stata evidenziata un’ alta percentuale di attività economiche in cui sono integrate le diverse fasi, dalla produzione alla commercializzazione, motivate dal fatto che in queste regioni operano numerosi agriturismi che trattano anche il biologico.

I risultati per le imprese della distribuzione
Le motivazioni di fondo che orientano le imprese di distribuzione e commercializzazione verso il biologico sono in gran parte legate alla necessità di diversificare l’offerta ( 33% ) ma emergono anche motivazioni ambientali ( 24% ) e sicurezza alimentare (19%).
Presenta connotazioni diverse a seconda della Regione considerata, la modalità di approvvigionamento del prodotto biologico da parte delle imprese della distribuzione: nella Toscana come nella Murgia il mercato locale ha un’importanza rilevante (22%) mentre in Rhones Alps l’approvvigionamento, per l’ampiezza della domanda, è un punto di debolezza.
Dai dati raccolti si evince che l’approvvigionamento dei prodotti biologici da parte delle imprese di distribuzione è perfettibile sia per quanto riguarda il prezzo delle referenze trattate sia dal punto di vista organizzativo. Tempi di consegna, affidabilità dei fornitori, qualità del servizio e un più alto tasso di innovazione (nuove referenze) sono elementi determinanti per la distribuzione.
Va inoltre tenuto presente che l’incremento di prezzo applicato al prodotto biologico rispetto a quello tradizionale varia dal 10% al 40% e che nessuna azienda applica incrementi superiori al 100%.
Le scelte strategiche della distribuzione per gli anni a venire puntano in generale sul potenziamento della produzione e sulla commercializzazione del prodotto biologico che dovrà caratterizzarsi per la qualità, per il miglioramento della tecnologia produttiva e per un contenimento dei prezzi.
E’ comunque considerato un elemento di freno al consumo la mancanza da parte dei consumatori di cognizione precisa sulle valenze dei prodotti biologici.

I risultati per le Imprese di trasformazione
Si è evidenziato dall’analisi delle 6 regioni comunitarie che solo il 28% delle imprese considerate opera solo nel settore trasformazione, mentre una parte consistente 32% affianca alla trasformazione quella di commercializzazione (32%) mentre il 27% delle imprese comprende le tre fasi, produzione, trasformazione e commercializzazione. Un’integrazione verticale che si spiega soprattutto tenendo conto oltre che delle dimensioni limitate delle imprese stesse, dell’attività molto specifica.
Cruciale per le imprese di trasformazione la garanzia dei livelli qualitativi dei prodotti biologici.
Il consumatore che sceglie prodotti biologici è disposto a pagarli di più di quelli tradizionali ma esige che rispettino i requisiti di sicurezza alimentare, che abbiamo caratteristiche qualitative elevate e che le lavorazioni siano a basso impatto ambientale. Da ciò deriva la scelta delle maggior parte delle imprese di trasformazione di prevedere una serie di strumenti per garantire la qualità dei prodotti. Per questo motivo il 54% delle imprese esaminate si sottopone a disciplinari più restrittivi di quelli imposti dal regolamento comunitario e quasi la totalità effettua controlli qualitativi.

Il 45% delle imprese utilizza per il processo di trasformazione solo materie prime agricole biologiche, mentre un 27% utilizza anche semilavorati e solo il 225 delle imprese di trasformazione adopera prevalentemente semilavorati o prodotti finiti.
Si può dunque affermare che nelle 6 regioni esaminate le filiere biologiche presentino un grado di collegamento verticale tra produzione e trasformazione industriale più forte rispetto alle filiere convenzionali.
Gli approvvigionamenti delle imprese vengono effettuati principalmente sul mercato locale e nazionale con contratti di fornitura mentre è limitato il ruolo del mercato estero.
Questa modalità di contratto fra impresa agricola e di trasformazione rappresenta un collegamento produttivo forte fra due fasi della filiera e permette un maggior coordinamento verticale anche per quanto riguarda le caratteristiche qualitative.

Le modalità di commercializzazione
La modalità di commercializzazione più importante per le imprese del campione comunitario è rappresentata dai negozi specializzati (29%) a cui si aggiungono le vendite dirette (25%) e la grande distribuzione (21%); mense ristoranti e agriturismi sono canali poco utilizzati per il biologico.
Mentre nelle relazioni con la distribuzione la maggioranza delle imprese di trasformazione (60%) non rileva un eccessivo potere contrattuale da parte dei clienti (negozi specializzati) diverso è il caso della Murcia (79%) e della Lombardia (54%) in cui è prevalente il canale della grande distribuzione.
E’ interessante osservare come nel 63% dei casi, per le imprese che forniscono la GDO, esista un contratto specifico che regolamenta le relazioni commerciali per i prodotti biologi.