QUALITA'

III Congresso delle confraternite enogastronomiche delle Regioni d’Europa
I cultori del convivio delle Regioni d’Europa si sono riuniti a Verona dal 10 al 12 novembre 2005 presso Veronafiere.

I delegati di 53 confraternite italiane hanno partecipato al XXIV° Raduno nazionale dei Circoli FICE: la Federazione Italiana Circoli Enogastronomici che celebra il suo XXX anno di fondazione, ed hanno accolto i confratelli delle 36 confraternite provenienti dalle Regioni d’Europa per partecipare,tutti insieme, al III Congresso Europeo delle Confraternite Enogastronomiche .
L’Auditorium Verde delle Fiere di Verona ha assunto un aspetto inconsueto con i colori dei paludamenti signorilmente portati dai delegati dei sodalizi bacchici che hanno partecipato, con grande attenzione, ai lavori del convegno sul tema : Tutela del paesaggio e dell’ambiente, dei prodotti tipici e di “ nicchia “ delle Regioni d’Europa.
Le Amministrazioni pubbliche hanno testimoniato l’interesse per le iniziative condotte dai sodalizi bacchici che intendono porre nella giusta evidenza il rapporto fra i prodotti alimentari e l’ambiente dove affondano le loro radici: unico modo per distinguerli dalla globalizzazione.
Hanno portato il loro saluto il Dott.Aldo Brancher: sottosegretario di Stato alle Riforme istituzionali; il Dott. Massimo Giorgetti, assessore alle politiche dei lavori pubblici e sport. Regione Veneto ; il Dott. Francesco Giovannucci Prefetto di Verona; il Dott. Elio Pernigo, Assessore alla polizia municipale Comune di Verona; il Dott. Dionisio Brunelli Assessore Politiche per l’agricoltura Amm.ne Prov.le di Verona; il Dott. Gianpaolo Doz Ministero delle risorse agricole e forestali e l’imprenditore Giovanni Rana .
I lavori del Congresso sono stati aperti da Mario Santagiuliana ,presidente della FICE – Federazione Italiana Circoli Enogastronomici, organizzatrice della manifestazione e da Carlos Martin Cosme presidente CEUCO Consiglio Europeo Confraternite Enogastronomiche
L’Avv. Luigi Castelletti,Presidente Veronafiere ha portato il saluto di Verona fiere dove ha la sua sede ufficiale la FICE e dove si svolgono numerose manifestazioni organizzate direttamente, in particolare quelle inerenti il settore agricolo ed agroalimentare. “ Manifestazioni che compongono un disegno che per noi, fin dalla nascita della struttura, ha un nome preciso: sistema agroalimentare di qualità. Veronafiere può a buon diritto definirsi la mostra permanente dell’agroalimentare. Perché ha saputo valorizzare nel tempo il vino, l’olio, ma anche le tecnologie alimentari, la meccanica agricola, i buoni prodotti della terra. Siamo un significativo pezzo del sistema agroalimentare nazionale, con ben nove manifestazioni di settore. Nove manifestazioni che intendiamo consolidare e ampliare, consapevoli di aver costruito, negli anni, un insieme di esperienze e di attività ad alto valore aggiunto. Veronafiere è l’espressione di un territorio che io amo chiamare l’«Agri-valley» del sistema agroindustriale, che proprio a Verona ha la capitale. Una capitale che esalta la cultura dei prodotti della terra. Una cultura millenaria della quale voi siete gli attenti custodi e appassionati ambasciatori. “
Il Dott. Claudio Valente, Vice presidente vicario Veronafiere ha concluso la prima parte dei lavori che sono ripresi con l’intervento del Dott. Francesco Mazzoli Presidente Onorario e fondatore della FICE che ha esordito con un “ ce l’abbiamo fatta! “ riferendosi alle difficoltà incontrate e brillantemente superate per riunire a Verona le confraternite italiane di Spagna, Portogallo e Francia.
Nel segno dell’amicizia conviviale Francesco Mazzoli ha portato il saluto dei convenuti a André Burckel, presidente della Federation Oficielle des Confrèries Françaises.



6 palco dei relatori

Il convegno
A.S.A. ha assunto il ruolo di protagonista nei lavori del Congresso, moderato da Giovanni Staccotti, vice presidente ASA, con gli interventi di Carlo Giuseppe Valli e di Roberto Rabachino, entrambi consiglieri ASA.Carlo Giuseppe Valli, giornalista e scrittore, che aveva già evidenziato l’importanza della sinergia fra scopritori e comunicatori, nel convegno organizzato da ASA alla 105° Fieragricola di Verona nel marzo 2003, ha svolto il tema : la comunicazione nel processo di valorizzazione del territorio, del patrimonio culturale e delle confraternite bacchiche, sinergie e ruoli.
Roberto Rabachino, giornalista e responsabile europeo dei giornalisti free lance F.L.I.P., settore enologico ha trattato il tema “ Tutela dei vitigni autoctoni europei “
Al termine del convegno i tre associati di ASA, Associazione Stampa Agroalimentare, hanno consegnato a Mario Santagiuliana, presidente della FICE un crest con il logo di ASA: l’organismo che sa far parlare di tutto ciò che riguarda l’agroalimentare nell’unità d’intenti per conoscere e far conoscere i sani valori del convivio e i prodotti della buona terra.
Il Dott. José Vincente Guillem Ruiz direttore dell’Istituto “ Calidad Agroalimentaria Comunidad Valenciana “ ha concluso gli interventi sulle qualità delle produzioni agroalimentariHanno portato il loro saluto: Arnaldo Semprebon Vice presidente CEUCO Italia; René Hargous, Vicepresidente CEUCO Francia; Miguel Angel Puente Sanudo Vicepresidente CEUCO, Spagna e Maria Ester Vargas, vice presidente CEUCO Portogallo; che ha ricevuto l’incarico di organizzare il IV Congresso Europeo delle Confraternite enogastronomiche nel 2006 in Portogallo. Il III Convegno Internazionale si è concluso con la cena di gala in onore delle confraternite europee e con la celebrazione del XXX anniversario di fondazione della FICE.

Esposizione dei prodotti tipici e visita all’ambiente dove nascono
Per dimostrare la validità di quanto illustrato dai relatori, sono stati presentati i prodotti delle terre di Portogallo, Spagna, Francia e delle contrade italiane nel Padiglione Europa, dove i confratelli, baluardi del vallo contro la globalizzazione, hanno illustrato le qualità organolettiche dei prodotti presentati sui banchi agli altri confratelli che hanno avuto modo di gustare e di confrontare i prodotti delle rispettive zone di produzione scelti e selezionati da esperti che offrono un’inarrivabile garanzia.
Tutti insieme,in un coloratissimo quanto composto corteo, i 500 confratelli delle regioni d’Europa hanno attraversato le storiche piazze di Verona, da Piazza dei Signori , sotto lo sguardo di padre Dante, fino a Piazza Bra dove si affaccia l’Arena, teatro di immortali melodie: monumenti immortali splendenti della luce nuova portata dalle insegne e dai paludamenti che distinguono i cultori del convivio dai semplici tavolanti.
Nel contesto di evidenziare lo streto rapporto tra il prodotto e il territorio che si valorizzano reciprocamente in un’unità inscindibile, i confratelli hanno visitato alcune contrade e gustato i loro prodotti.
Hanno gustato i vini Recioto e Amarone della Valpolicella: terra ricca di vigneti che coronano la Pieve Romanica di San Giorgio e la mostra del marmo: elemento indissolubile nel connubio marmo – vino che ha caratterizzato la storia millenaria dell’uomo civile. Hanno percorso la Val di Mezzane per degustare gli oli d’oliva vergini extra presso i Frantoi Veneti Redoro, olivicoltori dal 1895. Hanno sostato nella città di Soave , dominata dal castello cinquecentesco brindando con il vino di Soave. Sono scesi nella pianura dove si coltiva il riso Vialone nano IGP, seguendo le fasi di trasformazione presso la riseria Melotti
L’incontro internazionale dei sodalizi bacchici delle Regioni d’Europa ha dimostrato, ancora una volta, la certezza di aver aggiunto , nel segno dell’amicizia bacchica, un piccolo ma valido tassello al mosaico di conoscenze gastronomiche che consentono ai cultori del convivio di potere e sapere scegliere.

Gianni Staccotti



Avv. Castelletti - presidente Fiere di Verona


GLI INTERVENTI DEL CONVEGNO
Carlo Giuseppe Valli, giornalista, scrittore e consigliere ASA:
La comunicazione nel processo di valorizzazione del territorio, del patrimonio culturale e delle confraternite. Sinergie e ruoli.

La tutela del paesaggio non rappresenta solo – ed è già tanto – una forma di rispetto, di buon gusto e di attaccamento verso la natura, la topografia, la storia: significa in primo luogo salvaguardare l’identità di un popolo che quella terra ha abitato e abita, il suo carattere, il suo modo di essere, di vivere, di pensare. Un segno di civiltà. Che costituisce, in funzione del turismo, in particolare per l nostro Paese e oltre ai risvolti ambientali e culturali, un patrimonio di assoluta rilevanza e prospettiva economica, una vera e propria “ industria “ del futuro.
L’Italia è un Paese anche morfologicamente assai variegato. Tanti territori, ognuno dei quali ha una sua identità, le sue differenze, i suoi plus, i suoi richiami, un suo target.
Dietro cui si sviluppano una somma di funzioni di attività di valorizzazione delle risorse e di organizzazione dei servizi che delimitano il prodotto-territorio.
Il prodotto-territorio è la leva portante di un mktg-mix territoriale che deve indirizzarsi, prima di ogni altra cosa, al mantenimento dei caratteri che lo descrivono.
La valorizzazione del territorio va in ogni caso ben al di là di un’operazione di evidenziazione dei suoi, pur fondamentali, tratti di espressione, di peculiarità, di personalità, di unicità. Il territorio, oltre ad essere un “fatto” di natura, è un insieme di valori, ai quali la rappresentazione umana e sociale conferisce soggettività, esclusività, differenziazione, un premium price di insopprimibile valenza.
Oggi va crescendo , va lievitando da parte del pubblico la “voglia”, il “ bisogno “ del territorio, della sua fruizione, della sua memoria e la volontà di riscoperta e, attraverso esso, la ricerca di nuovi valori. I nostri week-end diventano spesso andare nel tempo alla ricerca delle origini di una cultura perduta e inconsciamente rimpianta. Questo muoversi nel territorio non persegue paradisi perduti. Sovente è guidato da istanze di relazione e di comprensione fra gli uomini e sottintende, come si diceva, opzioni esistenziali e valoriali. Il “ territorio, l’ambiente, la cultura fanno la loro parte nell’arricchire di interesse, di notorietà, di desiderabilità le nostre regioni e le nostre città.
L’enogastronomia rientra in questo panorama di richiami. Ce lo conferma il proliferare delle locali iniziative. Perché la tavola è fra i punti d’arrivo di questo muoversi, la sosta obbligata. Al di là del piacere palatale o conviviale la sua mediazione aiuta il sentimento di identificazione e agevola a comprendere un popolo alla stregua, e forse più, di un panorama o di un’opera d’arte.
Anche il patrimonio alimentare, i cibi e i prodotti di un territorio, contribuiscono a costruire e a convalidare un’immagine e a generare un valore economico.
Eppure la marcia verso l’omologazione e la standardizzazione del gusto sembra inarrestabile.
Ciò contrasta violentemente con il desiderio che si rende evidente in questi ultimi tempi di riconquista della buona tradizione anche attraverso la frequentazione dei mille saloni del gusto, alle manifestazioni che hanno a che fare con i prodotti tipici d’ogni località, attraverso le colonne destinate al mangiare da parte della stampa specializzata e no.
Un movimento d’opinione che si esprime in un 96% di italiani che, dicono le ricerche, vuol mangiare tipico.
E però, senza che si sviluppi una coscienza del gusto, senza parametri storici e ambientali di riferimento, senza attitudine ad intendere, giudicare, confrontare, senza consuetudine alla fruizione, è difficile discernere la rispondenza di una proposta gastronomica al suo modello.
Esiste tuttavia una divaricazione tra una domanda che vuole ritrovare sapori autentici e la possibilità di avvicinarli e riconoscerli.
Accanto a questo positivo scenario che sottolinea tutta una serie di opportunità di punti di forza fa da contraltare un elenco altrettanto significativo di punti deboli che ostacolano lo sviluppo.
Si assiste a una diffusione di gap di mktg e di comunicazione, che troppo spesso si lasciano all’improvvisazione, alla buona volontà quando invece richiedono approccio professionale, metodo, strategie, finalizzazioni degli obbiettivi, accorta e puntigliosa gestione.
La comunicazione assume in questo contesto il ruolo non tanto di trasmettitore di informazioni di messaggi generici, di megafono di eventi, di presenza sui media piuttosto quello di un costruttore di immagine cui è richiesto, per bene operare, una profonda intima conoscenza e comprensione dei veri contrassegni formativi che hanno fatto di un ambiente, di un’area, un unicum incomparabile, dove qualità naturali, native si compongono con l’opera dell’uomo, del suo passato, delle sue tradizioni, via via consolidate con il passare del tempo.
La comunicazione rappresenta nella definizione del mktg mix territoriale una forza fondamentale nell’orientare l’opinione pubblica. Perché vi sia comunicazione persuasiva occorre che i messaggi sappiano incidere sul comportamento e sull’atteggiamento di un pubblico ben determinato e ne esplicitino benefit concreti e non generici.
Il reperimento e l’autorità delle fonti sono importanti per l’autenticità della conoscenza.
Lo stesso vale per i prodotti tipici, rappresentativi di un territorio: perché possano penetrare veramente nei consumi occorre poterli, non solo apprezzare, ma sapere dove trovarli, come impiegarli, poterli fissare nella memoria.
Fra i referenti e i conservatori della tradizione ( etimologicamente traditio ha significato di “consegnare “ , di “ trasmettere ad altri “ ) le Confraternite si pongono per definizione in primo piano quali depositari di conoscenze riguardanti l’ambiente, la gente, i vissuti, i costumi, gli usi, i prodotti qualificanti, le tipicità, le intime connessioni, gli elementi su cui far leva per la identificazione di un prodotto.
Credo che le Confraternite debbano avvalersi di maggiori riconoscimenti, di offrirsi o venire chiamate a partecipare più ufficialmente alla vita e all’economia del territorio e delle tipicità in forme dirette e forse meno apparentemente folcloristiche.
Rappresentano la memoria storica, di insostituibile livello culturale e insieme popolare, che non possiamo permetterci di tenere ai margini in un’operazione di recupero quale viene prospettata.
L’educazione del consumatore ha bisogno di fonti certe e i giornalisti in particolare possono attingere dalle confraternite per dare descrizioni di ambienti e prodotti con garanzia di attendibilità, avviando strette relazioni di collaborazione.
Un’operazione di tutela e valorizzazione di un territorio si consolida e si sviluppa tuttavia attraverso un coacervo di competenze, una comunanza di iniziative, una finalizzazione per obiettivi, un’azione sinergica. La sinergia delle risorse si pone come il primo traguardo per capitalizzare gli sforzi, in un momento in cui le iniziative sembrano susseguirsi e sovrapporsi, per non disperdere la capacità di impatto e non vanificare il risultato finale.



Alcune confraternite


Roberto Rabachino, giornalista, consigliere ASA
Responsabile Europeo del settore enologico dei giornalisti F.L.I.P. ( Free Lance Internalional Press): “ Tutela dei vitigni autoctoni europei “

La sfida della qualità rappresenta per il futuro enologico italiano ed europeo, un percorso necessario sia per garantire la salute dei consumatori, sia per offrire ai produttori un'importante opportunità di tutela merceologica delle produzioni locali di fronte alle ineluttabili sfide del mercato globale. Le iniziative europee e nazionali in materia di tutela dei prodotti tipici testimoniano un impegno già apprezzabile in questo senso ma non possono essere considerate come il traguardo finale di questa importante azione di valorizzazione qualitativa. E' fondamentale che tali iniziative, rivolte alla certificazione e alla tracciabilità dei processi, siano affiancate da un'altrettanto fondamentale azione di diffusione tra i consumatori di un'appropriata “cultura alimentare”, indispensabile affinché essi possano apprezzare certi elementi di pregio legati a tradizioni, valori ecologici e salutistici che nel prodotto tipico si sommano alla sua qualità organolettica di base.
Nel vortice dei cambiamenti in atto ci sono valori e sapori che persistono e si affermano quali marcatori qualitativi e distintivi delle eccellenze del Made in Europe.
Il consumatore, reso più consapevole dagli scandali che hanno colpito alcuni prodotti enologici, ha adottato un nuovo e più selettivo atteggiamento nell'accordare il proprio consenso a questi prodotti. Il codice di comportamento del consumatore risulta sempre più collegato alla conoscenza della provenienza e dell'intera storia di un prodotto.
La moderna viticoltura presenta due volti. Esiste una viticoltura di territorio, quella del vecchio continente, nella quale il vino è espressione delle caratteristiche di un’area viticola vocata dove emergono tradizione e tipicità.
Esiste una viticoltura di vitigno, quella dei nuovi Paesi che si affacciano sul mondo del vino (California, Cile, Argentina, Sud Africa, Australia e Nuova Zelanda), che si caratterizza per la scelta di “vitigni internazionali”, quali Merlot, Cabernet Sauvignon, Syrah, Chardonnay, facilmente adattabili a diversi territori e per il forte investimento in ricerca agronomica e nello sfruttamento di vaste aree, oltre che in studi approfonditi delle tendenze di mercato.
In questo scenario l’ Europa può considerarsi in una posizione privilegiata: terra di antiche tradizioni vitivinicole e dai molteplici e variegati terroir che esprimono una competitiva viticoltura di territorio, ha dalla sua anche una strategica viticoltura di vitigno che non si affida alle varietà internazionali, ma a numerosissimi e straordinari vitigni autoctoni.
Esistono però dei problemi. In primo luogo quello del rapporto tra agricoltura e territorio, tra tutela delle risorse naturali e rispetto delle tradizioni e delle identità culturali dei popoli e delle persone, degli individui. Grandi temi giusti e cruciali, resi ancora più importanti da questa fase di passaggio e di incertezza che stiamo vivendo in tutto il mondo. Una fase nella quale cerchiamo di lasciare alle nostre spalle la visione dello sviluppo come un processo lineare e cerchiamo invece di ripensare, anche con una buona dose di radicalità, e di fantasia e di inventiva, i fondamenti stessi dello sviluppo. Lasciatemi dire che per me, questa buona dose di radicalità è anche la migliore forma di realismo, perché – soltanto cambiando la qualità dello sviluppo realisticamente – il mondo, la Terra, il pianeta, potranno continuare a vivere e ad andare avanti. Mentre invece quella che appare spesso come la visione più realista, e cioè la visione neoliberista del mondo (fare presto, consumare in fretta, il profitto sopra a qualunque altra cosa), questa che appare la visione più realista è in realtà la visione più irrealista, che si scontra poi con contraddizioni che non si riesce a governare.
In questo periodo la nostra l’ Europa si chiede come e con quali strumenti affrontare la dura competizione proveniente dai nuovi mercati della California, Cile, Argentina ed in Oceania, Australia e Nuova Zelanda. Nell'economia globalizzata sopravvive solo chi si riesce a distinguere e a caratterizzare in modo chiaro e univoco. Vince solo chi ha qualcosa di unico e inimitabile da proporre ai mercati internazionali. Oggi, tutto può essere clonato, riprodotto, copiato, falsificato, fatto altrove a minor costo e poi esportato in tutto il mondo. Tranne una cosa: il territorio e la cultura della sua popolazione.
Il territorio europeo con le sue coste, le sue montagne, le sue città, i suoi paesaggi e le sue dolci colline rappresenta un patrimonio unico al mondo sul quale dobbiamo investire con la massima determinazione per sostenere la competizione globale a cui non possiamo sottrarci.
Siamo già noti nel mondo per l'eccellenza e l'unicità dei nostri vini. E per le nostre città d'arte e le località turistiche di mare e di montagna che attirano turisti da tutto il mondo. E' giunta l'ora di sviluppare un “tesoro” ancora poco conosciuto: le terre europee del vino, i vitigni autoctoni europei.
La valorizzazione dei vitigni regionali europei e dell’ agroalimentare tutto deve per noi tutti essere una priorità.
Ottenere vini dalle forti caratteristiche di terroir è diventato infatti sempre più necessario per combattere la forte concorrenza dei mercati, che sempre più si decide in base ai prezzi.
Non potendo essere competitivi da un punto di vista dei costi, i vini italiani ed europei in genere hanno come unica arma quella della grande personalità e dell’inimitabilità. Per questo negli ultimi anni le ricerche si sono sempre più indirizzate sui vitigni autoctoni, portando alla riscoperta di alcuni che erano stati praticamente abbandonati.
Per raggiungere tale obiettivo si deve puntare sul riconoscimento ufficiale di standard qualitativi superiori, attraverso un’attenta valutazione delle attitudini agronomiche, chimico-enologiche e sanitarie dei vitigni.
Ed ecco entrare fortemente in campo le Confraternite Enogastronomiche.
Loro devono sono le sentinelle di queste peculiarità, i guardiani di queste tradizioni.
Uniti con la comunicazione di settore si potranno vincere le battaglie sulla tutela dei vitigni autoctoni europei che devono prevedere l'istituzione di una Commissione europea per la catalogazione dei vitigni autoctoni e l'ideazione di un progetto di tutela e valorizzazione dei vitigni considerati come patrimonio culturale da tutelare. In questa commissione devono, ripeto devono essere presenti rappresentanti delle confraternite enogastronomiche europee.



Carlos Martin Cosme presidente CEUCO ,
Francesco Mazzoli presidente onorario e fondatore FICE
Mario Santagiuliana presidente FICE


Francesco Mazzoli, Presidente Onorario e Fondatore della FICE: Ce l’abbiamo fatta!

Nel 2003 ci siamo sobbarcati del non facile compito di organizzare, in Verona, il III Congresso delle Confraternite Enogastronomiche d’Europa con tanto entusiasmo. Ma anche con tanta incoscienza, in quanto la nostra esperienza in campo internazionale era quasi a zero. Tuttavia Bruxelles (I°) e Valencia (II°) ci avevano dato qualche traccia utile.
Abbiamo perciò costituito una “squadra” di lavoro che,tirata con energia dal Presidente Santagiuliana, ha condotto l’organizzazione a raggiungere un obiettivo ottimale.
Quando le luci si sono spente nel grande salone concessoci dall’Ente Fiere di Verona per la cena di gala, è venuto spontaneo un lungo, distensivo sospiro di liberazione e, diciamolo pure, di soddisfazione. Perché questo III Congresso si era concluso con un inaspettato successo sia per il numero dei partecipanti, sia per la funzionalità di tutto l’apparato organizzativo, leggi la “ squadra “ alla quale va, dopo tanti oneri, l’onore.
Ce l’abbiamo fatta. Anche perché gli Enti pubblici e privati veronesi hanno capito l’importanza di portare nella bella città scaligera oltre quattrocento cultori d del’enogastronomia, con il relativo indotto in moneta sonante.
Non voglio dilungarmi sul tema generale. Ma, invece, porre in giusta luce alcuni particolari momenti fortemente voluti dalla maggioranza dei partecipanti.
Anzitutto un rafforzamento di “Madre FICE “ in quanto i suoi ( consentitemi il maschile in questo caso) figli, le confraternite, hanno dato una partecipazione ben al di sopra delle nostre più rosee previsioni. Una volontà, pertanto, di accettare la matrice comune : l’Europa. Volontà risultata con evidenza dal prolungato e scrosciante applauso che ha accolto la mia relazione.
Poi: le espressioni di grata sorpresa da parte dei Dirigenti l’Ente Fiere di Verona in quanto, mai prima d’ora – sono parole loro – avevano visto, nell’Auditorium, tanta gente. Disciplinata, attenta ed oltremodo colorata per il cromatismo dei “paludamenti” indossati.
La chilometrica sfilata, con tanta gente ai lati che osservava attenta e divertita quei personaggi avvolti seriosamente in mantelli strani e coloratissimi. E scandivano ad alta voce le località scritte sui cartelli portati dai “ vessilliferi”.
I commenti degli stranieri sui piatti degustati. Il Presidente de CEUCO ( Conseil Européen Confrérie Oenogastronomiques ) Carlos Martin Cosme, Valencia , Spagna, ha definito squisitezze tute le portate inserite nei vari spartiti degustati durante il suo soggiorno a Verona. Lo stesso ha fatto André Burckel che sta lavorando ad una costituenda federazione francese, il quale ha elogiato in modo particolare la “ pastissada de caval “ , piatto tipico veronese; ma ancor più la polenta di contorno che, ha dichiarato, in Francia ( come del resto, ha asserito anche Carlos, in Spagna e in Portogallo) è pressoché sconosciuta.
Gli italiani hanno fatto “comunella” con gli stranieri e viceversa; dandosi subito del “tu”. Una specie di simpaticissima torre di Babele, è vero. Segno della nascita di un primo, spontaneo, genuino senso di fraternità e amicizia europea.
Il Padiglione Europa. E’ stato, con successo, accolto il principio della “massima mobilità” dei fruitori, eliminando, quasi, le noiose code che solitamente si formano per “ entrare in possesso” di piatti, posaterie e bicchieri. Tutti si sono mossi a loro agio ed hanno avuto modo di degustare i vari prodotti europei in santa pace. E dove sentirti prendere per un braccio da uno sconosciuto confratello portoghese e farti bere un bicchiere di Porto di vent’anni, era fatto naturale, spontaneo.
Il Gala. Un mare di tavoli bianchissimi, attorno ai quali 555 gaudenti ( tanti erano ) colloquiavano serenamente. La Cardinale catering ha fatto e cose per benino. Servizio rapido ed accurato ben sintonizzato con la cucina e i camerieri in guanti bianchi, fiori in centro tavola, vini a giusta temperatura serviti dai someliers AIS con professionalità e cortesia. Spartito innovativo ed appetibile a tutti i piatti. Piatti preparati stilisticamente e dai sapori aggraziati.
La FICE ha gettato un seme luminoso che non mancherà di dar luce, amore ed amicizia al nostro caro, amato “ Vecchio Continente. “ vecchio “ sì. Ma sempre pronto a ritrovare l’antica potenza e cultura e prestigio. E’ bastato, come ho scritto nella mia relazione, un “ soffio “ , un giorno solo, di fratellanza, umiltà e sincerità per far capire quanto sia fondata l’essenza europea in ciascuno di noi.
La FICE ha posto a Verona come punto di riferimento della “ Civiltà del Convivio “.
Oggi Europa, domani, forse mondiale. Un augurio questo non impossibile perché nel nome della buona tavola gli uomini si muovono e lo spirito si rasserena.
Veronesi: la vostra bella città potrebbe fungere da perno a quanto sopra. E mia figlia, la FICE, sarà bel lieta di collaborare.