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PRATICHE ENOLOGICHE: NON ESAGERIAMO CON LA STORIA DEI TRUCIOLI

Da fastidio che trattando dei problemi della viticoltura e dell’assetto che il settore dovrà trovare per smaltire le eccedenze e poi per andare avanti in modo “armonico” la problematica sia ricondotta ed identificata (da noi in Italia) con il problema di trucioli. Ci sono anche i chips e le doghe ma quest’ultimi termini non sono orecchiabili.

Non vorremmo parlare più di questo argomento che riteniamo secondatrio pertanto cerchiamo di definirlo una volta per tutte.

Un pezzo di legno, truciolo o chip che sia, a contatto con il vino gli cede le sostanze naturali in esso contenute pari pari come fa la doga della botte o della barriques. Se il legno impiegato non è naturale ma trattato con sostanze naturali o chimiche cederà al vino anche le altre sostanze contenute e questo è contrario alla logica ed all’etica enologica in quanto le caratteristiche di ogni vino devono derivare esclusivamente dall’uva di origine.

Quindi questa pratica non pone pericoli e rischi di alcun tipo. Il motivo per cui si ricorre a questo metodo è che un sentore (nuance)di legno è comunque gradito dai consumatore ed è possibile conferirlo anche a vini non invecchiati e di prezzo contenuto.

Per tenere il fenomeno sotto controllo una limitazione potrà avvenire vietando l’aggiunta del legno nel caso di vini Doc e Docg ma conosciamo tutti l’efficacia di queste “raccomandazioni”.

Determinate pratiche che riducono i costi di produzione non possono essere trascurate trincerandosi dietro un falso perbenismo: occorre valutarle e quando è il caso anche accettarle.

Teniamo conto che vino di questo tipo viene venduto in decine di milioni di bottiglie da cantine corrette a consumatori soddisfatti che non ritengono (tranne in Italia) che esso sia fatto con la segatura.

Sull’argomento riportiamo il pensiero di Gianni Zonin gia presidente di Unione Italiana Vini in occasione della recente riunione degli Stati Generali della vite e del vino:

“occorre un’informazione equilibrata per evitare fenomeni come quello dei trucioli sui quali si è fatta molta disinformazione ingigantendo una questione che invece resta marginale. In questo modo finiamo per farci male da soli.”


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