LUOGHI

L'Oltrepò Pavese orientale: la Valle Versa tra Pinot e Bonarda
Aziende in pieno fermento, tra tradizione e innovazione, per affermare una terra dalle grandi risorse enoturistiche.

La parte più orientale dell'Oltrepò Pavese - quella fascia collinare che, come dice la parola stessa, si estende oltre il fiume Po, incuneandosi tra Emilia, Piemonte e Liguria, rimanendo però territorio lombardo - è rappresentata dalla Valle Versa, al confine con la provincia di Piacenza, percorsa dall'omonimo torrente, che nasce nella zona di Canevino, piccolissimo Comune di 130 abitanti ai piedi del monte Penice. Salendo alla chiesa dell'Assunta, il panorama si fa ancora più ampio, tra vigneti e boschi. Qui passava l'antico sentiero di San Colombano, percorso utilizzato nel Medioevo da monaci e pellegrini, che collegava l'antico monastero di Bobbio (dove San Colombano visse e morì nel 615) a Pavia. Narrano le cronache che, durante il trasporto delle spoglie del monaco irlandese, nel 929, a Canevino - ricorda il vicesindaco Luigi Chiesa - avvenne un miracolo: un bambino muto dalla nascita riacquistò il dono della parola inneggiando a San Colombano. L'episodio rivive in un bassorilievo lungo la salita alla chiesa. Nel centro storico di Canevino resiste nei secoli una casaforte in pietra costruita da Galeazzo Sforza nel 1330 a difesa del borgo.



Giovannella Fugazza titolare dell'azienda Castello di Luzzano in Comune di Rovescala.

"L'Oltrepò Pavese - ricorda Carlo Pietrasanta, presidente del Movimento Turismo del Vino Lombardo - è notoriamente la zona della Lombardia più ricca di vigneti, qualcosa come 15 mila ettari vitati, la più vasta "cantina" della regione. Santa Maria della Versa è il Comune noto come "capitale del Pinot spumante", mentre la vicina Rovescala è riconosciuta come capitale della Bonarda, vitigno autoctono che, nelle sue varie versioni, può accontentare tutti i palati".



Luigi Chiesa vicesindaco di Canevino (a destra) con Virgilio Giorgi direttore vendite Caseo.

In Valle Versa come in tutto l'Oltrepò l'attrattiva principale è il paesaggio fatto di dolci colline ricoperte di vigneti ben disposti, con i borghi arroccati, ricchi di storia, di aria buona e di ottime proposte enogastronomiche. A Canevino una delle aziende vitivinicole più interessanti è la Caseo, dove cospicui investimenti della famiglia Naro e la bravura dell'enologo Marco Goia fanno prevedere ottime annate.



L'enologo Marco Goia nella barricaia dell'azienda Caseo di Canevino.

A Rovescala, di sicura origine romana, i resti trovati in una villa patrizia del II secolo dopo Cristo testimoniano che già allora qui si produceva vino. Alcuni reperti sono conservati nei sotterranei del Castello di Luzzano, gelosamente custoditi da Giovannella Fugazza, donna del vino e di grande cultura.



Roberto e Maria Teresa Colombi dell'Azienda Scarpa Colombi di Bosnasco.

Qui vicino, in un'altra tenuta, la Scarpa-Colombi di Bosnasco, ricavata in una affascinante villa settecentesca costruita sui resti di un castello medievale, si svolge ogni anno in giugno il Bonarda Festival, proprio per sottolineare la vocazione della zona, all'insegna di un vino interessante, che si presenta con diverse sfumature, giovane di pronta beva o impegnativo di struttura, adatto anche ad invecchiamento ed affinamento in barrique.



Barbara Faravelli Santambrogio titolare dell'azienda Montenato Griffini di Bosnasco.

Solo vino rosso e solo Bonarda "fermo" viene prodotto nella azienda Montenato Griffini, sempre a Bosnasco, tanto è vero che in etichetta questo Bonarda viene chiamato "Puntofermo", l'altro Bonarda.

Roberto Vitali