LUOGHI

Cucine storiche di Palazzo Reale Torino 2008
Il 20 ottobre 2008 a Torino, è stato inaugurato il nuovo percorso museale delle Cucine storiche di Palazzo Reale, realizzato dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Piemonte e dalla Direzione di Palazzo Reale grazie al finanziamento predisposto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, nell’ambito del più generale piano di restauro della residenza reale torinese, e al sostegno della Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali della Città di Torino.

Le Cucine, situate nei sotterranei dell’ala di levante del Palazzo e ridotte a magazzino negli ultimi 60 anni, hanno ritrovato il loro splendore. Un percorso di quindici sale, articolato tra cucine del Re Vittorio Emanuele III e della Regina Elena e cucine del Principe di Piemonte Umberto e di Maria Josè del Belgio, ghiacciaie, dispense, una grande cantina. Il restauro, particolarmente attento, di ambienti, arredi e utensili ha regalato nuova vita a luoghi e ruoli dell’epoca; nomi di cuochi e di someglieri con i loro strumenti di lavoro (tra i quali duemila pezzi in rame, dalle grandi pesciere ai piccoli stampi per dolci e biscotti) ma anche ceppi, forni, spiedi che richiamano alla mente, nel suggestivo allestimento, la segreta quotidianità delle cucine reali. L’esposizione nell’Appartamento di Madama Felicita delle preziose collezioni dei servizi da tavola, di porcellane e cristallerie non aperte al pubblico, inoltre, contribuisce ad arricchire il percorso delle Cucine, illustrando le forme di allestimento delle tavole reali nei diversi momenti della loro giornata.
In Piemonte, il primo esempio dell’applicazione di queste regole è stato il percorso di vista del castello di Moncalieri, ove nel 1989 il pubblico poteva attraversare anche le stanze degli armadi e della servitù. Successivamente sono state restaurate le cucine del castello di Racconigi e oggi, grazie alla realizzazione di un grande progetto di riqualificazione, è giunto il momento di Palazzo Reale. Seguirà a breve anche il castello di Agliè.
Restaurare le cucine non è cosa semplice, perché bisogna mantenere gli impianti e le strutture originarie, le condutture a vista e gli arredi minimalisti, per non far perdere il senso di “uso quotidiano”. Accedendo ai locali cucine e dispense si entra in un’altra dimensione, più familiare, che ci riporta a ricordi lontani, alle reminiscenze delle case delle nostre nonne, ma con dimensioni enormemente dilatate: spiedi lunghissimi, stufe smisurate, pozzi d’acqua, pentolame sterminato, tutto proporzionale alle dimensioni di un castello e alla corte di un re. È questo, insieme alle tracce delle vecchie caldaie a carbone, dei quadri elettrici in ceramica e degli impianti, ciò che si è voluto conservare.
La prima e più importante residenza della dinastia Savoia in Italia ebbe inizio a seguito del trasferimento della capitale del ducato da Chambery a Torino per volontà di Emanuele Filiberto, insediatosi temporaneamente dal 1563 nell’antico Palazzo del Vescovo. La nuova residenza ducale fu avviata seguendo le indicazioni progettuali di Ascanio Vittozzi per il secondo Duca Carlo Emanuele I all’inizio del Seicento.


Giancarlo Pastore