FATTI E PERSONE

Le Donne del Vino al Meraner Wine Festival

Ungherese, Tedesco, Greco, Spagnolo, Francese, Inglese … Italiano: tutte queste lingue eccheggiavano nella sala “fin de siècle” dell’hotel in stile prettamente austro-ungarico di Merano.
Preceduta da un Consiglio di Amministrazione secondo i rigidi canoni del caso, l’International Association Women in Wine ha trattato argomenti di vario genere molto puntuali ed interessanti.
L’accettazione o meno di Associazioni diverse presenti nella stessa nazione, magari sostenute da forze politiche opposte, un questionario a cui rispondere da vari paesi per una statistica internazionale sul rapporto donna-vino riguardo alle scelte produttive e ai consumi hanno suscitato grande interesse ed interventi di spessore.
Tre serate appassionanti, fra castelli e masi dell’affascinante ed incantevole Alto Adige, fra cibi caratteristici e vini delle socie puntualmente abbinati, hanno allietato la severità dell’incontro.Tre cantine della zona visitate: Nadia Zenato della omonima cantina dagli eleganti e raffinati Lugana ed Amaroni, Marianna Reiterer della Cantina Arunda, produttrice, a 1200 metri di quota, delle bollicine “più alte del mondo”, Elena Walch, dai rossi vellutati e profondi, esportati in tutto il mondo, hanno accolto le delegazioni straniere con grande amicizia, eleganza e professionalità.
Al Meraner Wine Festival, in svolgimento contemporaneo, lo stand istituzionale delle Donne del Vino d’Italia, proponeva in degustazione vini delle socie dell’Italia intera e depliant illustrativi nelle tre lingue base. Foltissima l’affluenza dei visitatori dovuta sicuramente alla curiosità che le Donne del Vino suscitano sempre e dovunque, ma certamente anche al fascino di trovare l’espressione vinicola italiana concentrata in un’ unica postazione.
Molte erano le Donne del Vino presenti in forma privata con un loro stand aziendale, il che rendeva ancora più solida la presenza istituzionale. Nulla vieta che negli anni futuri si possa ripensare ad una grande postazione con la presenza personale delle socie stesse.
Il giudizio conclusivo è sicuramente di grande positività: la Presidente italiana, Pia Donata Berlucchi e quella internazionale, Coraline de Wurtenberger, hanno chiuso la serata finale nel fiabesco castello di Fahlberg con l’augurio di un prossimo incontro, probabilmente a Ginevra nel 2008, con la certezza che, l’apertura all’estero, è, oggi, più che mai necessaria e non più rimandabile.
L’unione fra le Donne del Vino mondiali, non solo arricchirà personalmente le socie sia in materia prettamente vinicola che nel loro essere donne in tutti i suoi aspetti, ma, gli ideali comuni in nome del valore multiforme del vino stesso chissà che non contribuiscano a riavvicinare gli uomini sulla tormentata e difficile strada delle pace.

Anna Pesenti

Nella foto , Coraline de Wurtenberger e Pia Donata Berlucchi