FATTI E PERSONE

Convegno di commemorazione del Nobel Camillo Golgi
Dedicato al Professor Camillo Golgi, nato a Corteno (Bs) nel 1843, vissuto fino al 1926, primo premio Nobel italiano della Medicina, 1906 e promosso dall’Università degli Studi di Milano, Facoltà di Agraria, distaccamento di Edolo. Corso di laurea in “VALORIZZAZIONE E TUTELA DELL’AMBIENTE E DEL TERRITORIO MONTANO”, direttore Prof. Giuseppe Carlo Lozzia.

11 maggio. Il convegno d’elevato contenuto commemorativo e altrettanto arricchito di vivacità dagli apporti dei docenti e degli invitati che lo hanno corredato di un intrigante dibattito sulla figura dello scienziato divulgatore e del giornalista scientifico si è svolto con una discreta partecipazione nelle aule del distaccamento universitario del centro scolastico di Edolo.
Il prossimo 11 giugno avrà luogo la commemorazione ufficiale organizzata dal comune camuno che porta il nome dello scienziato, Corteno Golgi, con provincia, regione, università, stato. La commemorazione promossa dal professor Lozzia è stata la prima della – mi auguro – serie di manifestazioni aperte al pubblico.
Nonostante i volantini e i manifesti, l’aula della facoltà accoglieva una mezza dozzina di docenti, qualche decina di studenti, un paio di giornalisti, poche unità di cittadini comuni. Pertanto ancora una volta in questo lontanissimo territorio, più della distanza geografica, ha prevalso l’indifferenza della popolazione locale per la cultura, anche per quella propria.
Arrivato tardi, tanto da perdere la lezione Magistrale del professore Lanzavecchia alle prese con spunti intuiti dalla fantastica mente scientifica del professor Golgi, come il paradosso del Diavolo di Maxwell e la preparazione di Beethoven in ambito musicale, ho con curiosità ascoltato la rassegna presentata dal professor Maurizio Cocucci sullo stato della Ricerca scientifica per l’innovazione e lo sviluppo, del Dipartimento Produzione vegetale dell’Università di Milano.
La relazione onesta del giovane assessore sig. Moranda del comune di Corteno sulla storia dei rapporti intercorsi tra il professore e la comunità cortenese, l’appello del Dr Giovanni Caprara, direttore del comitato scientifico del Correre della Sera sullo stato della “comunicazione” tra accademia e stampa e tra stampa e pubblico in ambito scientifico e tecnologico in Italia.
Ricordato il carisma oratorio del professor Lanzavecchia, ascoltato con interesse da docenti e presenti in religiosa meditazione, lo scenario esposto sia dal punto di vista scientifico che da quello giornalistico sarebbe stato spunto per un dibattito aperto successivo, avendo toccato con franchezza aspetti critici della sensibilità e della maturità nazionale sulle problematiche scientifiche.
Se Golgi aveva preso coscienza molto in anticipo sull’opinione corrente della fondamentale importanza del metodo sperimentale nello sviluppo della scienza, la sperimentazione praticata ai suoi tempi non aveva barriere di limitazioni di campo: da Lombroso e allo studio della mente malata alla microscopia e alla cura all’approfondimento dei metodi di osservazione il percorso era facilitato dalla volontà personale di dare risposta agli ostacoli di una scienza non ancora consolidata in tecnologie applicative. “
La “conoscenza scientifica" è applicata alla tecnologia che diventa metodo di ricerca. Lo prova il riconoscimento della teoria delle “sinapsi” che porta il Golgi al premio Nobel. Oggi siamo in grado di presentare con convinzione agli studenti il ciclo virtuoso della ricerca, chiamato “loop della ricerca", che passando attraverso gli strumenti accessibili con le conoscenze di tecnologia ripropone in ciclo i temi alle considerazioni scientifiche per una progressione senza limiti.
Nascono nuove teorie scientifiche su temi specialistici: siamo giunti nell’era della “genomica” che si distingue già in “genomica funzionale” e “post genomica” sezionata in “proteomia”, “metabolomia”, “System biology”, nanomateriali... e si autoalimenta con lo sviluppo dell’interazione nella comunicazione informatica, in una rete impensabile solo una ventina d’anni fa!
Il professor Cocucci indirizza un appello ai giovani allertandoli contro i rischi di una cultura generale disinformata, di uno scarso apprezzamento della missione del ricercatore, dei pregiudizi sulla materia, della predominanza del piacere in un benessere gratuito.
Il valore della ricerca è anche determinato dall’apprezzamento esterno del metodo e del valore che l’uomo acquisisce allargando il proprio orizzonte della conoscenza.
Giovanni Caprara entra direttamente nella spietata analisi delle risorse esistenti in Italia in termini di cultura scientifica. Da Golgi ad oggi sono stati conferiti in 100 anni solo 8 premi Nobel alla medicina, a scienziati italiani, di cui solo tre a scienziati che abbiano praticato le loro ricerche in Italia. Vi pare una buona statistica? E’ terribile.
Altrettanto terribile è la “comunicazione scientifica”, prodotta in sole due redazioni tra i mass media, compresi i media radio-TV: un solo comitato scientifico con tre giornalisti al Corriere della Sera, uno con 1,5 giornalisti alla Stampa... e ZERO al resto dei media italiani! Perchè?
Il punto di vista del giornalista è che la ricerca, universitaria soprattutto, non si attivi a promuove la divulgazione delle notizie sugli studi in corso. Il suo invito ai giovani ricercatori è quello di attivarsi in questo senso. In parte lo Stato non investe: occorrerebbe promuovere la formazione di giornalisti, in campo nazionale, mentre solo pochi esempi di poli scientifici hanno abbracciato questa linea d’iniziative, tra questi il polo scientifico di Trieste.
Di fatto in Italia NON CI SONO GIORNALISTI SCIENTIFICI capaci di entrare nella notizia e di divulgarla comprendendone significati, novità, influenze sulla vita dell’uomo, intellettuale e materiale. Non si tratta di un investimento optional, dichiara Caprara, ma di una vera necessità per continuare a fare parte delle nazioni sviluppate e per non piangere sui fallimenti di indirizzi di sviluppo, anche economico.
Corteno e Golgi e Golgi a Corteno. La popolazione si risveglia da un letargo decennale consentito dalla lontananza da iniziative culturali e di comunicazione tra la stessa popolazione della valle.
Il tenore di vita dei residenti ovviamente ha subito una sferzata di stimoli nell’ultimo trentennio dallo sviluppo dell’edilizia determinato da quello del turismo. Iniziative in tale direzione non sono mancate, ma hanno rastrellato le poche risorse preparate ad affrontare temi di più ampio respiro.
Di fatto, la personale esperienza vissuta da visitatore esterno aperto ad ogni stimolo per un’integrazione con i residenti, dopo oltre trent’anni di episodici rapporti non riesce a trasformarli in iniziative che possano arricchire il territorio e la sua comunità. Camillo Golgi, Lorenzo Bianchi vescovo di Hong Kong, lo stesso maestro Bianchi, altri personaggi cortenesi e dell’alta valle, sono stati personaggi “eccellenti”, capaci di stimolare intenzioni imitative... se fatti conoscere con maggiore volontà.
L’occasione della commemorazione del Golgi e la presenza del braccio culturale (il distaccamento universitario) e le autorità locali m’inducono a proporre l’attuazione di un progetto di risensibilizzazione della memoria attraverso la destinazione di un locale del Museo a Camillo Golgi in Corteno alla rappresentazione dello scenario agro-culturale di fine ‘800, documentario con stimolo alla raccolta delle testimonianze a tutte le famiglie del territorio.
Una sala il cui progetto e significato di accostamento al Golgi rappresentasse anche un “driver” per un appello da divulgare a giovani ed anziani per l’approfondimento culturale della conoscenza, da quella semplice rivolta alla natura circostante a quella delle abitudini di vita dell’uomo.
Il salto dalla natura e dal campo vissuto e conosciuto a piedi a tutto il territorio esplorato dallo spazio con i mezzi consentiti oggi, che già consentono la definizione inferiore al metro,,, dalle riprese satellitari a scopo anche civile e non solo militare...
Abitudini e scenario di vita giornaliera della mente e del corpo sono da ricostruire tenendo conto del patrimonio disponibile della letteratura coeva sulle comunità alpine e ricostruendo uno scenario credibile anche se non autenticamente documentato della realtà in cui è vissuto e si è formato un futuro scienziato, premio Nobel.
In nome di ASA e di Agora Ambrosiana ho esposto pubblicamente la proposta al Comune di Corteno Golgi e all’Università di Edolo, contando su un accoglimento favorevole della disponibilità dell’associazione stampa.
La motivazione per un’adesione di ASA all’iniziativa era stata esposta in una lettera del dicembre scorso, ... ripubblicabile!
Ne segue un vivace dibattito

Enzo Lo Scalzo, ASA – Agora Ambrosiana



* Nota

I Complessi di Golgi nelle piante sono cataste piatte di sacchi a membrana che funzionano come un impianto di imballaggio che modifica i vescicoli in nuovo materiale di membrana di parete. Il montaggio ha luogo nei vari serbatoi del Golgi destinati alla crescita della pianta.
Gli organelli del Complesso di Golgi nelle cellule animali compongono una serie di sacchi che selezionano, modificano chimicamente e imballano proteine prodotte dal Reticulum grezzo endoplasmico.