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FATTI
E PERSONE
Eletto il nuovo Presidente delle Città del Vino
Per i territori del vino italiani serve una nuova
“wine policy”. il sindaco di Suvereto Giampaolo Pioli da oggi
a capo delle Città del Vino
In
uno scenario di rivoluzione internazionale per il mondo del vino, a causa
della crisi e con l’applicazione delle nuove leggi europee, le Città
del Vino si candidano ad assumere il ruolo chiave di “wine policy
advisor”, come interlocutrici privilegiate tra il mondo politico
e i territori del vino italiani, tra le istituzioni e l’imprenditoria
enologica, tra i comuni e le piccole e grandi aziende, perché il
mondo del vino italiano possa raggiungere una maggiore coesione, anche
attraverso la ricerca e l’innovazione, e una rinnovata competitività
internazionale. Il sindaco di Suvereto Giampaolo Pioli è dal 17
ottobre alla guida dell'associazione dei territori a più alta vocazione
vitivinicola d'Italia: lo hanno eletto i sindaci d'Italia a Castiglione
di Sicilia nella “Convention di autunno” delle Città
del Vino.
“L’attuale crisi, seppur in grado di condizionare le attività
di molte imprese vitivinicole, soprattutto le più piccole e meno
strutturate, può comunque suggerire comportamenti e iniziative
per valorizzare le qualità esclusive dei nostri territori. Di pari
passo, la nuova Ocm, e la spinta verso minori produzioni ma di maggiore
qualità, pur con i suoi limiti, deve poter sollecitare gli stessi
territori ad elaborare, pubblico e privato insieme, nuove strategie per
rispondere all’attuale momento di difficoltà”, sottolinea
il neo-presidente Giampaolo Pioli, sindaco di Suvereto (Livorno) nel cuore
della Val di Cornia in Toscana, dove nasce l’omonima Doc e si trovano
alcune delle più importanti aziende vitivinicole italiane, che
per i prossimi tre anni sarà alla guida delle Città del
Vino, l’associazione che riunisce oltre 600 tra Comuni, Provincie,
Strade del Vino, Parchi e Comunità, ad alta vocazione vitivinicola
in Italia.
Per le Città del Vino, il primo obiettivo da raggiungere è
quello di una maggiore coesione del mondo del vino italiano, favorendo
l’incontro tra le imprese private e le istituzioni pubbliche nazionali
e locali, con il comune obiettivo di sostenere gli interessi dei territori
del vino italiani sui mercati nazionali e internazionali. Le risorse che
l’Ocm mette a disposizione, devono poter essere impiegate perché
i territori del vino possano sviluppare le tante risorse ancora inespresse,
e, sul fronte della ricerca, occorre maggiore sostegno alle produzioni
autoctone, aiutando imprese e consorzi, spesso unici soggetti ad investire
in questo strategico settore, sia in termini di infrastrutture che di
servizi, compatibilmente con l’ambiente e le sue risorse. “Il
vino italiano deve sapersi distinguere sempre più non solo per
la sua qualità, obiettivo oggi in gran parte raggiunto, ma soprattutto
per la sua originalità e identificazione con il territorio - prosegue
Pioli - l’omologazione dei gusti e delle produzioni non giova alla
nostra viticoltura, né sul piano della qualità né
su quello del mercato”.
Proprio l’“Etna del Vino”, che fa da sfondo alla Convention
- Castiglione di Sicilia, Linguaglossa, Piedimonte Etneo, Randazzo, Riposto,
Sant’Alfio, Santa Venerina, Trecastagni e Zafferana Etnea, insieme
alla Strada del Vino e al Parco regionale dell’Etna - rappresenta
un esempio di viticoltura estremamente “tipica” nel suo genere,
per la presenza di vitigni autoctoni di grande pregio, e per il suo paesaggio
che ne connota l’identità. Questo patrimonio, rappresenta
un valore aggiunto straordinario, sia per le imprese sia per le amministrazioni
locali, per lo sviluppo di forme di turismo legate all’ambiente,
alla ruralità e all’enogastronomia. Un bene paesaggistico-produttivo,
che, però, non si autoconserva, ma necessita di risorse per esser
mantenuto, in una visione dinamica e non solo conservativa, puntando ad
uno sviluppo equilibrato, che armonizzi le esigenze delle imprese (siano
queste aziende, ristorazione, ricettività o servizi) a quelle dei
potenziali visitatori e dei cittadini residenti.
Relazioni con la stampa
Emma Lucherini
E-mail: emma.lucherini@winenews.it
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