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FATTI
E PERSONE
l’Italia si spacca in due sul Novello
Sondaggio Winenews/Vinitaly - c’e’ chi (49%) ne acquista
ogni anno una o due bottiglie come simbolo dell’autunno e chi (51%)
non lo compra mai perché preferisce i vini tradizionali
Un’Italia spaccata esattamente a metà. Non sulle solite questioni
politiche, ma sul Novello, che divide gli eno-appassionati italiani in
due opposte fazioni: da una parte, un 49% che acquista regolarmente una
o due bottiglie di Novello ogni anno, ritenendolo uno dei simboli
dell’autunno - al pari dei funghi, delle castagne e dell’olio
nuovo - dall’altra, un 51% che invece non lo compra mai, preferendogli
vini ottenuti con tecniche tradizionali. Ecco il risultato del sondaggio
di www.winenews.it,
uno dei siti più cliccati dagli amanti del buon bere, e Vinitaly
(www.vinitaly.com),
fiera enologica di rilievo internazionale che organizza anche “Anteprima
Novello”, il 5 e 6 novembre a Verona.
L’inchiesta, che ha coinvolto 1.365 “enonauti” (amanti
di vino & web), dimostra che il Novello non ammette mezze misure:
o si ama, o si odia. Lo ama il 49% di chi ha risposto, che afferma di
acquistare regolarmente 1-2 bottiglie quando a novembre escono sugli scaffali;
non lo ama, invece, il 51%, che dichiara di non comprarlo mai.
Ma quali sono le motivazioni che stanno dietro a questi sentimenti, diametralmente
opposti? Chi sceglie il Novello lo fa in primo luogo perché ritiene
che sia uno dei simboli dell’autunno (54%): un sapore immancabile
sulle tavole novembrine, come quello dei funghi, delle castagne o dell’olio
appena spremuto. Per il 25% la motivazione è ancora più
semplice: lo comprano perché lo giudicano buono. Infine, il 21%
ritiene l’acquisto del Novello un vero e proprio rituale, paragonabile
a quello del panettone a Natale o dell’uovo di cioccolato a Pasqua.
Nessuno ha, invece, indicato come richiamo del Novello quello di essere
un prodotto di tendenza: segno che ha ormai cessato di essere percepito
come novità dai consumatori, entrando a pieno titolo nel paniere
dei prodotti largamente conosciuti e diffusi. Il Novello, dopo un periodo
(riconducibile agli anni ’90) in cui ha goduto di una notevole visibilità,
quando impazzava in bar, enoteche e wine bar, sta dunque conoscendo
una fase di stasi.
Per coloro che, invece, non acquistano mai il Novello, la motivazione
più gettonata (38%) è che gli preferiscono vini ottenuti
con tecniche di vinificazione tradizionali; al 32% il Novello semplicemente
non piace, e il 29% lo considera una strategia di marketing messa in atto
dalle aziende, soprattutto per vendere prima e fare cassa. Solo l’1%
sottolinea un rapporto qualità/prezzo poco vantaggioso, ritenendo
il Novello troppo caro, soprattutto se confrontato con buoni vini rossi
venduti alla stessa cifra.
Infine, sono molti gli eno-appassionati che ricordano come il Beaujolais,
“cugino” francese del Novello, costituisca un vero e proprio
fenomeno di mercato di rilevanza internazionale, con 130 milioni di bottiglie
prodotte, di cui la metà vengono vendute in 110 Paesi del mondo,
soprattutto grazie all’enorme risonanza mediatica dell’arrivo
del Beaujolais Nouveau sugli scaffali, il terzo giovedì di novembre.
Il Novello, vino ottenuto tramite macerazione carbonica, può essere
messo in commercio solo a partire dalla mezzanotte del 5 novembre dell’anno
di produzione - il famoso déblocage - ed è stato introdotto
in Italia a partire dal 1989. Venti anni fa, quando nacque, il Novello
si poteva degustare solo nei ristoranti, mentre ora è possibile
reperirlo nella grande distribuzione, con oltre 11 milioni di bottiglie
prodotte.
Irene Chiari
www.winenews.it
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