RECENSIONI

"Guido - Diario di bordo di una famiglia che ama il mare"
di Massimo Roscia
Edizioni NLF  di Castelvetro Piacentino
132 pagine


Secono l'autore, è un libro volutamente atipico, a metà tra la prosa e la poesia, arricchito dai delicati dipinti del pittore forlivese Marco Neri e dalle suggestive fotografie di Davide Cheli e Cristian Valloni. "Guido" è la storia di tre generazioni di ristoratori riminesi, un viaggio nel tempo che prende avvio nell’estate del 1946 quando, in una Rimini martoriata dal conflitto mondiale, l’intraprendente Guido Guiducci costruisce, proprio di fronte alla rotonda di Miramare, su una spiaggia ancora semideserta e striata dal filo spinato, una piccola baracca di legno. Un cannucciato malfermo, un paio di tavoli, qualche sedia, una griglia di fortuna su cui ardono sardoni, triglie, calamaretti, sogliole e saraghine e nasce l’“Osteria del mare”. Poi la ricostruzione, gli anni Cinquanta e Sessanta, il boom economico, Rimini che diventa la più importante meta estiva di italiani e stranieri, i coniugi Flaviano e Tiziana Raschi che trasformano la vecchia baracca in un moderno stabilimento balneare. Sino ad arrivare ai giorni nostri: Paolo in cucina e Luca in sala che conducono il ristorante di famiglia proponendo piatti della tradizione rivisitati in chiave moderna e fregiandosi, da tre anni, di una meritatissima stella Michelin. Il mare che carezza e schiaffeggia, cortei di gabbiani, stive cariche di pesce azzurro, volti salmastri di pescatori, germogli dell’orto e poi la cucina dove i sapori vengono mescolati, scomposti e ricomposti, sublimati, riversati nel piatto, convertiti e donati sotto forma di autentiche emozioni. Pietanze che si trasformano in mappe tridimensionali che, attraverso i sensi, raccontano il territorio, la sua storia, i suoi antichi sapori, l’essenza dei suoi luoghi e delle sue genti e che, attraverso la penna lieve e sapiente di Massimo Roscia, diventano vive. Quattro capitoli (La storia, La vita, I Piatti e Le Ricette) che, tra riflessioni e metafore, aiutano a comprendere meglio come la cucina, a determinati livelli, si traduca inequivocabilmente in pittura, letteratura, musica e filosofia.

gdv