AZIENDE E PRODOTTI

Il GianGioiello
Il 2008 vede Torino capitale mondiale del Design, e quale migliore occasione per dedicare un omaggio al primo prodotto gastronomico di Design, “ Il Gianduiotto”, con un’asta benefica a favore dello Sri Lanka.

Sono anni che lodo gli inventori del gianduiotto e che li onoro producendo gianduiotti di assoluta qualità, ricerco le migliori nocciole del Monregalese, le sguscio, le tosto e le trasformo in pregiati gianduiotti.
Non pago di ciò ho cercato quel cacao che in origine i “Maestri Cicolatè” usavano per forgiare i gustosissimi cioccolatini “dla moda” quelli vestiti d’oro per dare a loro un tocco di pregio e di eleganza, un po’ “Spatùs”
ma “ Bun”. Quel cacao detto “ Cylon” dal nome dell’isola all’inizio del secolo ora Sri Lanka. prende origini il “ Creolo” Pregiato cacao dal cotiledone chiaro e dal profumo misterioso, infatti le note aromatiche si confondono con il dolce armonioso delle nocciole delle colline Cuneesi, e lontani sentori di mandorla amara interrompono in modo soave il persistere della dolcezza.
Solo volando in Asia e precisamente in Sri Lanka ho potuto trovare quel cacao che leggevo sui vecchi scritti ingialliti dal tempo, purtroppo questi anni post tsunami, hanno visto crollare il mercato del cacao dell’isola, in quanto perse le sovvenzioni statali, i contadini non riescono più a reggere la concorrenza del mercato Africano, oltre all’indifferenza dei cioccolatieri Europei. Visitando le piantagioni sono riuscito a selezionare una parcella davvero inimitabile e comprare una tonnellata di splendido cacao. Per esagerare in quest’occasione ho voluto davvero infliggere una personalizzazione di rilievo a quel cacao innescando una fermentazione indotta con mosto di Moscato di Asti. Per dare onore a quei abili Artigiani del Dolce ma anche del Design, ho ideato il “ GianGioiello” ovvero la massima espressione della grandezza di quell’invenzione che già allora sfondava verso un era nuova di fare il cioccolato.

Partendo in ordine di tempo mi sono posto alcune domande:
Come potrei rendere più bello un Gianduiotto?
Come posso renderlo più buono?
Come posso renderlo inimitabile?
Come posso renderlo più desiderabile?
Come posso renderlo inarrivabile?
Come posso renderlo UNICO?

Inizio dello studio 24 novembre 2007

Come potrei rendere più bello un Gianduiotto?
Quei maestri Artigiani inventando il Gianduiotto ebbero già allora una grande intuizione, fare un buon cioccolatino e renderlo trasportabile senza che si rovinasse. Per migliorarne l’estetica non restava che elaborarne le forme e renderle maggiormente suadenti provando ad ondeggiarne i fianchi come farebbe un indossatrice durante un defilè. Elaborando questo concetto sono arrivato ad esaminare alcune forme sino alla forma sinuosa del GianGioiello!

Come posso renderlo più buono?
Visto che negli anni ho inseguito tutte le strade che possono portarmi all’eccellenza ho cercato di individuare un noccioleto che fosse davvero unico! L’ho trovato, 7 piante che crescono a 900 mt dal livello del mare una rarità dovuta probabilmente al particolare microclima della zona, e mi sono acquistato l’intero lotto! La causa era buona! Per davvero! Per il cacao come potevo dare a quel cioccolatino qualcosa in più, applicare una curiosità che da anni mi perseguitava in modo quasi morboso, fermentare il cacao in modo “pilotato” ovvero aggiungendo altri starter per la fermentazione come ad esempio un mosto d’uva, ma quale sarebbe stato il più indicato? Ho importato kg 50 di cabossidi da Mathalè ed ho provato a fare alcune fermentazioni, una con del mosto freddo di Moscato e l’altro usando del mosto freddo di nebbiolo, ma il risultato migliore mi è parso quello con l’aggiunta di Moscato. Cassetta di legno con fave fresche e mosto, 10 a 1, fermentazione ad una temperatura costante di C° 26 con il 60% di umidità. Ogni 4 ore una mescolata sino al raggiungimento delle 72 ore ma quando la somma dei Betaammoniacali mi indicava che la fermentazione endogena era innescata.
Una bella asciugatura una lavata con acqua tiepida e poi l’essicazione, due giorni al sole con un ventilatore che soffiava, mentre la notte tutto a riposo in magazzino al caldo in quanto in questi giorni la temperatura è sempre scesa sotto i -4. Dopo quattro giorni il cacao sembrava asciutto ma un ulteriore esposizione al sole ci ha convinti che la fase di lavorazione delle fave fosse conclusa e così via in tostatura. 33 minuti di tostino a 140C°, poi la sorpresa, anche il cacao aveva sviluppato i classici sentori di moscato che da sempre si accompagna con le torte di nocciole, basta solo più pilire le fave e macinarle, rendere il cacao in gran spolvero per ricevere la nocciola, delle nostre montagne sgusciate tostate e macinate ben bene per la grande occasione. Questo matrimonio si è dimostrato davvero azzeccato da subito il fondere del burro si è accostato alla delicatezza dell’olio di nocciola, mentre i sapori dopo un attimo di titubanza si sono infine liberati del loro timido ego e hanno dato vita ad un esplosione di sapori.

Come posso renderlo inimitabile?
Renderlo inimitabile è una crudeltà, l’esasperazione dell’effimero, ma tuttavia creare qualcosa di inimitabile è un vezzo che sfiora tutti i creativi. Seguendo il concetto di sinuoso ho modellato con le mani della plastilina sino a realizzare dopo alcuni tentativi la forma sensuale come il fianco di una donna, la gentilezza dello sguardo di un bambino, il sapore di una sinfonia di archi! Inimitabile!

Come posso renderlo più desiderabile?
Un cioccolatino così è già desiderabile di per se, ma se ne produciamo solamente e li facciamo come sopra descritto è sicuramente più desiderabile, allora prendendo spunto da un mio maestro e amico, Gualtiero Marchesi, ho sostituito la carta d’orata e prafinata con un preziosissimo foglio di oro purissimo che aderendo al cioccolato si fonde in un tuttuno, che si può mangiare ed apprezzare tutto il suo pregiato contenuto.

Come posso renderlo inarrivabile?
Come è stato progettato è sicuramente un cioccolatino quasi inarrivabile ma bisognava dare qualcosa in più che fosse in grado di superare tutto quanto fatto sino a quel momento, ma se fosse unico e potesse essere un gioiello di bontà? ma non solo e se oltre a sostituire la carta trasformassimo il pirottino di carta in un pirottino in Oro o magari in Platino? e se in un crescendo di libidine morbosa da creazione lo incatenassimo in modo che possa diventare una collana? e il sapore possa posarsi alcuni istanti sul suadente corpo di una donna prima di essere assaporato? SI solo un “ Diamante” e Un bel “ Diamante “! Incastonato al centro come se fosse la corona del sapore, il Talismano della sensualità e del godimento! “ Il GianGioiello”

Come posso renderlo UNICO?
Sino ad ora è stato un magnifico sogno! Ma per quale motivo egocentrico si deve fare tutto questo? Un lavoro così per quale altro motivo si può fare? Come si può dare una plausibile motivazione? Un cioccolatino così è davvero unico, dal valore di parecchie migliaia di €uro, richiede tempo dedizione e anche molta pazienza, per la fantasia devo ammettere che non ho fatto molta fatica essendo un sognatore, ma BISOGNA TROVARE A COSA DEDICARE TUTTO QUESTO SOGNO! Alcuni anni, fa esattamente il 26 Dicembre del 2004, una tragedia ha falcidiato un’importante area del mondo il Sud est asiatico, e lo Tsunami ha causato danni incalcolabili di vite umane ma anche distrutto la speranza di molte persone, e grazie ad un mio progetto realizzato in collaborazione della Confartigianato e della Regione Piemonte abbiamo realizzato un centro di trasformazione di cacao che proprio in questi giorni sta prendendo vita. Trovato!, il Giangioiello verrà battuto all’asta, da un importante casa d’aste e il ricavato verrà devoluto per la prima fase di attività della cooperativa sociale dei produttori di cacao devastati dalla forza dello Tsunami! Il costo di produzione si è rivelato molto alto, oltre i 140.000’00 €uro, ma la base d’asta parte inevitabilmente da € 150.000’00, e che si aggiudicherà il prestigioso “ Giangioiello” verrà oltre che premiato con il prezioso cioccolatino anche onorato di riceverlo in qualsiasi parte del mondo, direttamente dalle mani di chi lo ha ideato e creato.
Una Squadra eccezionale!, per realizzare questo prestigioso manufatto, hanno collaborato in vario modo alcune persone di grande valore professionale ed umano come l’Orafo Alberto Tassone e le sue Figlie, Gioielliere di Cuneo insignito del Riconoscimento “ Eccellenza Artigiana” dalla Regione Piemonte, Andrea Lombardo Artigiano decoratore artistico, che ha lavorato per la realizzazione del cofanetto, Mia Moglie Mery
Mia Figlia Simona, e il mio staff Stefano, Oighen, Jorghe, Franco e Franca, un grazie speciale va a tutti i contadini che hanno lavorato per permettermi di ottenere una materia prima d’eccezione, a Natale, che con grande pazienza e passione si è dedicato alla sgusciatura delle nocciole.

Silvio Bessone
www.bessone.it