AZIENDE E PRODOTTI

Verso la nuova DOC Alba
Approvata dal Comitato vitivinicolo regionale con modifiche ai disciplinari di Barolo e Barbaresco per i “cru”

Il Comitato vitivinicolo regionale ha dato il via libera a una nuova DOC “Alba” di derivazione dai vitigni Barbera e Nebbiolo che, se approvata a livello nazionale, potrebbe arricchire la serie delle denominazioni d’origine del Piemonte e ha varato alcune modifiche ai disciplinari di Barolo e Barbaresco che permetteranno di regolare meglio le indicazioni geografiche. Il Comitato Vitivinicolo Regionale Piemontese che rappresenta l’intera filiera produttiva e le istituzioni interessate, ha approvato all’unanimità la nuova denominazione di origine controllata “Alba”, che coinvolge un vasto territorio (47 comuni) e nascerà dall’assemblaggio dei vitigni Nebbiolo (al 70%), Barbera (al 15%) e da alcuni vitigni minori. Il parere espresso verrà ora trasmesso al Ministero delle Politiche Agricole, per una valutazione, e dopo l’ulteriore passaggio nel Comitato Nazionale Vini, potrà diventare oggetto di un decreto ministeriale per il riconoscimento definitivo. Il Piemonte conta oggi 14 DOCG e 44 DOC, con gli ultimi ingressi, nel 2008, di Barbera d’Asti, Barbera del Monferrato Superiore e Dolcetto di Ovada Superiore o Ovada.
“Entro la prossima vendemmia potremmo avere la nuova DOC Alba – afferma l’Assessore regionale all’Agricoltura Mino Taricco – un risultato condiviso di grande importanza, perché si tratta della prima denominazione primaria che nasce dai due vitigni rossi più estesi e significativi in Piemonte. Inoltre, si utilizza un nome prestigioso come quello di Alba, noto a livello internazionale, e questo non potrà che giovare alla promozione della nuova DOC, in uno scenario come quello piemontese già ricchissimo di eccellenze. Anche le modifiche introdotte nei disciplinari di Barolo e Barbaresco sono passi importanti per perfezionare quel processo di certificazione che abbiamo sempre sostenuto e che costituisce una garanzia per il consumatore.”
Il Comitato Vitivinicolo ha inoltre approvato una modifica al disciplinare di produzione del Barolo DOCG, che introduce le menzioni geografiche aggiuntive (i cosiddetti “cru all’italiana”), che indicano in etichetta la singola località di provenienza delle uve. Le menzioni geografiche, che ora verranno normate a livello di particella di vigneto, renderanno ancor più compiuto il sistema della certificazione d’origine. Analogamente, per il Barbaresco, per il quale le menzioni geografiche aggiuntive erano già regolate nel disciplinare, è stato completato il sistema con l’introduzione della dicitura “Ronchi” dapprima omessa. Nei tre nuovi disciplinari, Alba, Barolo e Barbaresco, sono previsti nuovi strumenti per il governo delle denominazioni, in relazione alla richiesta di nuovi impianti, in vista di una piena applicazione della OCM vino e della liberalizzazione degli impianti stessi.

Gigi Pellissier