AZIENDE E PRODOTTI

Gavi, sempre Gavi, fortissimamente Gavi
Una spettacolare verticale di dieci anni di Gavi durante l’evento “ DolciTerrediNovi” mette in risalto che questo vino è meglio degustarlo con qualche anno di età. Sorprende ed affascina 34 degustatori-giornalisti arrivati da tutta Italia riuniti nel bellissimo Salone dei Campionissimi di Novi Ligure.

Sottotitolo dell’evento: “profumo di pane” e un carosello di proposte, da una notte bianca al grande laboratorio dei Mastri Panificatori d’Italia, dal mercatino delle Dolci Terre alle merende golose. Tra tutti spicca una verticale di dieci anni di Gavi, unica nel suo genere, la prima in assoluto. Voluta da Nadia Biancato per conto del Comune di Novi Ligure e organizzazione impeccabile nel grande salone dei campionissimi e 34 degustatori (giornalisti specializzati, sommelier, vignaioli, media) e via alle danze con la vendemmia del 2007 andando a ritroso fino a quella del 1998. E qui si sono aperti scenari assolutamente nuovi per questo vino bianco secco ottenuto da uve Cortese su poco piu’ di mille ettari, vino bianco da uve non aromatiche. Scenari in controtendenza con quanto sostenuto dagli assertori che i vini bianchi prodotti dagli undici comuni attorno a Gavi devono essere necessariamente bevuti entro un anno dalla vendemmia. Ma chi ha trasportato nel tempo questa favola? La verticale ha dimostrato in modo netto che il Gavi tiene bene il tempo e, decisamente, migliora di anno in anno. Ho degustato un Gavi 2004 che si è rivelato immenso. C’era dentro tutta la grandezza delle uve di questa terra di confine: il sole, la fienagione, l’erbaceo del sottobosco, con una gradevolissima nota quasi speziata. Ma tutti i degustatori, e proprio tutti, hanno concordato che “Gavi è bello e buono se ha qualche anno che lo rende “giovane”.
Alla degustazione era presente Walter Massa, capopolo dei vignaioli delle colline tortonesi e “creatore-animatore” del Timorasso; “ Grande il Gavi, ma meglio berlo con qualche anno di età, consegna emozioni. Interessante la proposta di Sergio Miravalle, giornalista e presidente dell’Ordine dei Giornalisti Piemontesi: mettere nella controetichetta con la data della vendemmia anche i fatti salienti dell’anno, ovvero evidenziare eventi successi quasi a mettere in parallelo l’anno della vendemmia con i fatti salienti per far riaffiorare nella memoria il tempo passato e consegnare al vino un ricordo dell’anno. E Eugenio Bona, Presidente ed amministratore delegato di Media Italia (Gruppo Armando Testa e guru indiscusso della comunicazione): “sono un amante dei vini bianchi, non sono un tecnico ma questi grandi Gavi mi emozionano. Ci vorrebbe una adeguata visibilizzazione mediatica, forse i produttori comprenderebbero meglio che è questa la strada del Gavi se acquisissero anche un’altra verità: le annate più vecchie si possono proporre anche ad un prezzo maggiore“. E Nadia Biancato, organizzatrice dell’evento: Oggi avviene esattamente il contrario.
Serata condotta con brio, arguzia e professionalità da Antonio Paolini, giornalista, scrittore e da tempo esperto di vini. Premiati per la carriera, Gran Piemontese 2008 con tanto di magnum Gavi, sei personaggi (Eugenio Bona, Sergio Miravalle, Maurizio Damilano, Maurizio Fava, Giovanni Coscia) e non poteva mancare la Juventus qui rappresentata dal dirigente ed ex giocatore Gianluica Pessotto. Misteriosamente assenti i produttori (tre su sessanta). Ci auguriamo che dopo anni di scaramucce, un secondo Consorzio di Tutela fallito sul nascere, eccellenze solitarie e incomprensione totale di quanto oggi è importante la comunicazione, gli oltre settanta soci imbottigliatori-produttori riuniti nel Consorzio di Tutela riescano finalmente a compattarsi. Un vino così grande lo merita.
Cena finale all’attiguo ristorante: tra un accattivante risotto al Gavi e a fine pasto un originale formaggio da Mongiardino Ligure prodotto dalla cooperativa Valle Nostra: il Montèbore a forma di torta da sposi (ha una Storia, nasce nel 1489, fu presentato in un banchetto nuziale tra Isabella d’Aragona e Gian Galeazzo Sforza, cerimoniere d’eccezione Leonardo da Vinci nella sontuosa villa del Conte Botta di Tortona). Un formaggio misto di latte di pecora e di mucca che profuma di mentuccia, cardo, acetosella e lascia la bocca pronta per un Gavi di annata. Da provare tassativamente.

Attilio Scotti