Il Melone invernale

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I frutti del melone invernale o melone di Natale (Cucumis melo, varietà inodorus, famiglia Cucurbitacee) hanno polpa bianca, carnosa, dolce, succosa e profumata, profumo che tuttavia si sprigiona soprattutto quando il melone viene tagliato. Questi meloni vengono raccolti in estate, come le varietà estive, ma hanno una grande durabilità e se conservati in modo appropriato si mantengono fino a Natale o addirittura fino a febbraio. Questa varietà riunisce varie tipologie di meloni coltivate ormai in varie regioni italiane e tra queste si distinguono il cartucciaru di Paceco e il porceddu di Alcamo, entrambi nel Trapanese. Il primo ha buccia gialla e liscia e forma allungata a punta che ricorda per l’appunto una cartuccia e da qui il nome, mentre il porceddu ha scorza verde e rugosa e una forma ovale che ricorda la sagoma di un maialino, ovvero purceddu in siciliano. Entrambe le coltivazioni sono tradizionali e molto antiche, oggi riconosciute come Prodotto Agroalimentare Tradizionale e Presidio Slow Food.

L’origine del melone è controversa poiché viene data sia come africana sia asiatica. In Sicilia il melone è stato introdotto con l’arrivo dei Romani ma furono gli Arabi a diffonderne la coltivazione in tutta l’isola, dove ha tuttora un importante peso economico. Inizialmente i meloni destinati al consumo invernale venivano conservati allineati sul pavimento dei magazzini, oggi vengono appesi a strutture in legno, racchiusi in retine che ne consentono una conservazione ottimale.

Il melone ha molte e interessanti proprietà nutrizionali. E’ infatti antiossidante grazie al suo alto contenuto di vitamine B, C e A che, inoltre, favorisce l’abbronzatura proteggendo la cute dalle radiazioni solari. Il melone invernale è inoltre benefico per denti e ossa e svolge un’azione diuretica, depurativa e rinfrescante. Contiene sali minerali ma è completamente privo di grassi. Il tutto con solo 22 calorie ogni 100 grammi, ma per l’elevata presenza di zuccheri è sconsigliato ai diabetici, soprattutto a stomaco vuoto.

IL TERRITORIO

Posizionata nell’estrema punta nord occidentale della Sicilia, la provincia di Trapani offre al visitatore una incredibile scelta turistica grazie alle sue risorse naturalistiche, artistiche e culturali. Da quella storica dei parchi archeologici di Segesta, Selinunte e Mothia, alle Isole dello Stagnone, dove hanno sede le antiche saline, situate nella Riserva delle Saline di Trapani e Paceco, non molto distanti da Marsala che è la culla della produzione dell’omonimo vino. Mazara del Vallo è la città della kasbah araba, rinomata per la pesca e gli eccezionali gamberi locali. Tornando indietro, tappa obbligata a Erice, antica cittadina adagiata sul Monte San Giuliano da dove domina una vallata che mandorli, ulivi e vigne rendono unica. E naturalmente Trapani, città barocca con un affascinante centro storico e famosa non solo per la pesca del tonno e le saline con i mulini a vento ma anche per i coralli. La città fa inoltre parte dell’ambito territoriale del GAC Torri e tonnare del litorale trapanese.

Il territorio trapanese è lambito da un mare pescoso, dove sono tipici il tonno rosso e il gambero rosa ed è di grande importanza la trasformazione di tonno e pesce azzurro. Ma il territorio è caratterizzato anche da innumerevoli siti verdi destinati alla coltivazione di pregiati prodotti ortofrutticoli tra i quali spiccano, oltre ai meloni, anche le fragole nella zona di Marsala, i fichi d’India della Valle del Belice, l’Aglio rosso di Nubia, le olive Nocellara da mensa e da olio della Valle del Belice, da cui si ricava l’extravergine DOP Valli trapanesi e Valli del Belice, i capperi di Pantelleria, il sale naturale raccolto lungo il litorale da Trapani a Marsala.

Assolutamente invitante la gastronomia locale, valorizzata dai prodotti del territorio e che ha nel cuscusu alla trapanese con un delicato brodetto di pesce misto il piatto più tipico a cui si aggiungono numerosi altri piatti a base di pesce, come il tonno e la bottarga. Ugualmente famoso il rosso pesto trapanese di pomodoro, aglio, basilico, mandorle e olio extravergine. Oltre al Pane Nero di Castelvetrano realizzato con l’antica farina di Timilia vanno ricordati come prodotti tra i più tipici la tuma o pecorino che si produce anche nella zona di Alcamo e la Vastedda del Belice a base di latte di pecora. I dolci sono quelli tradizionali della Sicilia, come cannoli e cassatelle, ma anche altri dolci tipici locali profumati al Marsala. Il tutto accompagnato da una vasta gamma di interessanti vini corposi, come il secolare Marsala, il Moscato e il Passito di Pantelleria DOC, il bianco di Alcamo DOC.

ACQUISTO E CONSERVAZIONE

Al momento dell’acquisto scegliete frutti pesanti, sodi al tatto, senza macchie, ammaccature o screpolature. Da evitare quelli molli perché troppo maturi e probabilmente di sapore alterato. Normalmente i meloni maturi si riconoscono dal profumo, ma quelli invernali non ne emanano molto esternamente; una indicazione sul suo stato di maturazione lo si può avere battendo sulla scorza con le nocche e se il suono che se ne ricava è sordo il melone dovrebbe essere al punto giusto.

Il melone maturo va conservato in frigorifero e a una temperatura non inferiore ai 5 °C per evitare che consistenza e sapore della polpa ne risentano. Se, al contrario, non fosse maturo, meglio tenerlo a temperatura ambiente, in un luogo fresco e asciutto.

IN CUCINA

Il melone invernale, come quello estivo, si consuma principalmente allo stato fresco, come frutto in sé o per la preparazione di dessert e bevande ma anche per preparazioni salate, come il classico antipasto prosciutto e melone, o in abbinamento a crostacei, formaggi magri o nella composizione di insalate. Tutte queste preparazioni si possono portare in tavola in modo particolarmente piacevole utilizzando la polpa scavata come contenitore. In tal caso conviene avvolgere la “scodella” di scorza nella pellicola e tenerla in frigorifero fino al momento dell’utilizzo, o addirittura nel congelatore se farà da contenitore a gelati e sorbetti.

Il melone invernale ha un apprezzato utilizzo, sebbene in quantità limitata, nella preparazione di confetture e in versione sciroppata.

Prima di tagliarlo è consigliabile dare al melone una veloce sciacquata sotto l’acqua corrente per eliminare eventuali tracce di terriccio. Si passa quindi al taglio, utilizzando sempre coltelli a lama lunga e ben affilata, asportando le due estremità prima di dividere il melone a metà. A questo punto si asportano anche semi e filamenti con un cucchiaio prima di ricavare le fette. Per ottenere invece le palline lo scavino è l’utensile ideale ma potete ricavarle anche facendo ruotare un cucchiaino fino a ottenere una pallina abbastanza regolare.

Se una volta tagliato il melone risultasse poco saporito, cospargetelo con zucchero a velo, coprite e lasciate in frigo per circa un’ora prima di servirlo. Se invece servisse per una preparazione salata cospargetelo con un pizzico di sale fino e lasciate riposare per circa 15 minuti.

Di Enza Bettelli

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