Da Boehringer Ingelheim  il nuovo progetto BVD Checked per gli allevamenti di bovini da latte

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Il progetto pilota di durata triennale prevede una certificazione che documenta l’assenza di circolazione virale attiva per BVD in allevamenti di bovine da latte.

Con questo progetto Boehringer Ingelheim punta a rispondere ad una problematica sanitaria che determina importanti ripercussioni sia sul benessere animale sia sulla redditività del settore.

Boehringer Ingelheim, che da sempre annovera tra i suoi principali obiettivi quello di garantire la salute e il benessere degli animali da allevamento, ha lanciato un nuovo progetto pilota di durata triennale da dicembre 2020 a dicembre 2023.

Questa iniziativa si chiama BVD Checked, ed è stata ideata in risposta alla rapida e silenziosa diffusione del virus della diarrea virale bovina (BVD) negli allevamenti. Le gravi conseguenze di questa infezione virale hanno spinto l’azienda a ideare un protocollo per supportare i veterinari e gli allevatori nel contenimento della diffusione di questa grave patologia.

Il BVDv nei suoi due genotipi (1 e 2) è uno dei principali virus che colpisce la specie bovina in tutto il mondo[1] causando significative perdite economiche, e impattando direttamente sia sulla fertilità delle mandrie, sia sulla produzione giornaliera di latte, determinando uno stato di immunodepressione. Il virus della BVD, infatti, determina un peggioramento dei parametri riproduttivi delle mandrie e l’incremento delle patologie secondarie.

Il virus si trasmette principalmente mediante contatto diretto tra animali, per via aerogena, per contatto indiretto e per via trans-placentare. L’infezione, se avviene entro il 125° giorno di gestazione, può determinare la trasmissione verticale del virus e la conseguente nascita di vitelli immuno-tolleranti persistentemente infetti (PI). Questi animali sono in grado di eliminare nell’ambiente grandi quantitativi di virus per tutta la loro vita[2],[3],[4]. Sebbene il decorso del virus sia spesso asintomatico, questo impatta in ogni modo sulla produttività e sulla fertilità della mandria. Le forme cliniche quando si presentano sono generalmente lievi, con febbre, malessere, anoressia, lesioni buccali, scolo oculo-nasale, riassorbimenti embrionali/aborti, sintomi respiratori e talvolta diarrea. Segnalate anche forme acute gravi e forme emorragiche con elevata mortalità da BVD di tipo 2[5].

La principale causa di persistenza e diffusione del virus è la presenza di bovini PI, ma l’infezione può essere portata anche da un animale Viremico Transitorio (VT) cioè un animale che, venuto recentemente a contatto con un PI o un altro VT, manifesta una forma clinica lieve o una forma subclinica ed elimina il virus nell’ambiente per alcuni giorni. Oltre agli animali, sono descritti anche vettori inanimati (fomiti) come potenziali veicoli di infezione (strumenti, indumenti, veicoli, infestanti, ecc.). Pertanto, un basso livello di biosicurezza e un management inadeguato sono considerabili come fattori di rischio per l’ingresso e la diffusione del virus della BVD in allevamento. La rapidità di diffusione del virus in allevamento è fortemente correlata alla percentuale di PI, alla densità di animali e ai mezzi di controllo. Nelle condizioni maggiormente favorevoli alla diffusione del virus, l’intero allevamento può essere infettato in pochi mesi.[6]

Il controllo della diffusione della BVD si basa sulla prevenzione dell’infezione transplacentare nelle bovine gravide e sull’identificazione ed eliminazione degli immuno-tolleranti; per questo motivo è necessario adottare, insieme a idonee misure di biosicurezza, piani vaccinali che prevedano l’uso di presidi capaci di garantire la protezione del feto nei confronti dei ceppi di BVD virus presenti nell’ambiente (Tipo 1 e 2).

L’obiettivo del progetto di Boehringer Ingelheim è quello di certificare gli allevamenti di bovini da latte che adottano il “Sistema Integrato di controllo della BVD STP BVD 013/36” approvato dall’ente indipendente SGS Italia, definendo il corretto piano di controllo della BVD da adottare in allevamento. Questo comprende le necessarie procedure di biosicurezza, la presenza di un adeguato piano di vaccinazione e di attività analitiche di autocontrollo, per garantire che gli animali provenienti dall’allevamento certificato possano essere considerati adeguatamente controllati per BVD e pertanto non sospetti di essere eliminatori del BVD virus. L’impegno dell’azienda in questa direzione ha portato negli ultimi anni allo sviluppo dell’ambizioso progetto mondiale BVD zero che prevede iniziative di awareness di patologia come I MESI DELLA PREVENZIONE PER LA BVD, sostegno alla gestione consapevole delle mandrie per la prevenzione da BVD attraverso un’offerta di consulenze specializzate, programmi di borse di studio rivolte a giovani studenti veterinari in collaborazione con l’associazione mondiale di buiatria e riconoscimenti per veterinari che condividono casi clinici da BVD virus caratterizzati da aspetti insoliti o da gestione particolarmente difficoltosa. Nell’ambito di questo programma, si aggiunge la possibilità di certificare gli animali del proprio allevamento. Questa certificazione è un’attestazione conforme ai requisiti della norma ISO/IEC 17065:2012 che documenta l’assenza di circolazione virale attiva per BVD in allevamenti di bovini da latte che abbiano correttamente attuato il disciplinare. In questo modo si colma un vuoto normativo relativamente ai piani di eradicazione, anche su base volontaria, di questa problematica sanitaria dalle ingenti ripercussioni sul benessere animale e sulla redditività del settore.

La certificazione, che ha una validità di 12 mesi ed è soggetta a sorveglianza annuale, viene rilasciata da SGS Italia S.p.A, l’organismo terzo deputato anche ad effettuare le analisi di controllo.

Boehringer Ingelheim

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