LA VITA DELLA VITE

A cura di Marco Tonni [tonni@asa-press.com]


La Biodiversità dalle parole ai fatti


Una delle possibili strade da percorrere per migliorare l’approccio aziendale alla sostenibilità ed in particolare ai suoi aspetti ambientali, è ragionare su come noi, con le nostre azioni, influenziamo l’ecosistema, lo trasformiamo in agro-ecosistema e lo influenziamo costantemente. Possiamo chiederci quali sono gli effetti delle nostre pratiche e pensarne di meno impattanti, individuando metodi e pratiche che riducano al minimo ogni nostra imposizione sulla natura che ci circonda.

Ma dobbiamo essere comunque consapevoli che per forza di cose il nostro lavoro determina un certo impatto sull’ambiente ed i suoi equilibri.
Infatti, in natura non potrà mai esistere un vigneto; solo l’uomo ne crea, forzando l’ambiente a doversi adattare a un metodo di produzione agricolo.

Si tratta di capire bene fino a dove gli effetti delle nostre azioni sono reversibili sull’ambiente e cercare quindi di operare solo in modo che l’azione causi un disturbo (o, nella peggiore delle ipotesi, un danno) non permanente: ad esempio, tolto un vigneto, se lo si è gestito con coscienza e scrupolo, quel terreno può tornare integro e rinaturalizzarsi senza alcun problema, mentre una volta costruito un capannone o un centro commerciale, quel terreno è perso irrimediabilmente ed i nostri figli, senza colpa, non potranno più disporne.

Infatti deve essere ben chiaro che nessuno di noi ha fatto nulla di speciale per meritarsi acque pulite, aria pura e terreno vitale e produttivo. Ora ci stiamo rapidamente rendendo conto che il modello produttivo proposto negli ultimi decenni probabilmente mostra qualche falla di sistema: acque inquinate, animali a rischio di sopravvivenza, terreni degradati da un uso troppo intensivo, territori ed aree consumati ed irrimediabilmente devastati dall’urbanizzazione. Dobbiamo porre rimedio a queste falle prima che sia troppo tardi, e l’agricoltura può e deve essere la nostra arma vincente, perché può dare il buon esempio ed agire dall’interno del sistema.

Misurare la sostenibilità
Il concetto è già stato espresso in altre occasioni su queste pagine: si deve misurare per conoscere e per realizzare progetti di miglioramento, nonché per poter acquisire credibilità riguardo ad affermazioni e progetti. Pertanto la sostenibilità va misurata nei suoi vari aspetti (ad esempio l’impronta carbonica con Ita.Ca®

È sufficiente evitare i danni?
Dobbiamo chiederci però se è sufficiente limitare i danni oppure se possiamo fare qualcosa di più, essere soggetti attivi non solo nell’imposizione delle nostre esigenze nei confronti della Natura, ma anche nella proposizione di elementi fattivi di recupero e miglioramento dello stato attuale delle cose. In pratica, pensare non solo a fare “meno danno possibile”, ma a fare qualcosa di positivo verso l’ambiente in cui operiamo.

Cosa, ad esempio?
La Biodiversità: intuito e poesia, nella programmazione
La biodiversità è la varietà di forme di vita presenti in un ambiente. Vedremo come e perché questa è positiva, come valutarla e come incrementarla in Azienda. Come renderla fruibile, dato che un bene per essere veramente di valore sociale, deve anche essere, nel limite del possibile, comune, conosciuto, utilizzato, rispettato e gradito.

Le Aziende devono lavorare per aumentare la biodiversità, ma devono anche farlo a ragion veduta: si tratta di affrontare costi supplementari e si deve far capire al consumatore che il beneficio di un comportamento virtuoso è di tutti, è un bene per tutti.

Un ambiente sano e protetto servirà ai nostri discendenti per vivere, ma fin da subito serve a noi per poter godere della bellezza di un paesaggio agricolo vario e non deturpato, serve a chi in quel territorio lavora in molti settori paralleli: turismo, ristorazione, accoglienza, trasporti e, a ricaduta, su tutto l’ulteriore indotto che può trarre beneficio da un ambiente accogliente, fruibile, bello.

Ma per programmare interventi dobbiamo saper operare a ragion veduta, non con la casualità dell’entusiasmo e della buona volontà, ma con la ragionevolezza delle conoscenze che ci permettono di evitare errori che potrebbero essere fatti, magari in buona fede.

Il ruolo cruciale del consumatore
Chi consuma è attore delle dinamiche del mercato. Il mercato influenza la produzione. Diventa conseguenza logica ed ovvia che chi compra il vino o qualsiasi altro bene di consumo, deve sentirsi corresponsabile di ciò che attorno a lui succede. In bene e in male.
Anche di questo scriveremo prossimamente.


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