LA VITA DELLA VITE

Dalla Vigna, il Vino.

Cari Amici, gentili Lettori,
permetteteci di raccontarVi chi siamo e cosa facciamo.
SATA è un gruppo di Dottori Agronomi consulenti, che credono in un obiettivo comune: valorizzare l’Azienda permettendo alla vigna di esprimersi al meglio nel proprio territorio.
E perché ciò si avveri, la vigna deve essere guidata, dall’impegno delle persone che in ogni Azienda operano, affinché affianchi l’uomo nella sua esigenza di produrre vini che siano sinceri come la pianta che li fa nascere. La consulenza rappresenta l’anello di congiunzione tra il territorio ed il desiderio del vino: si devono interpretare con sensibilità ed esperienza sia gli obiettivi dei Proprietari sia le esigenze delle loro Vigne.
Ogni Azienda deve essere valorizzata attraverso specifiche scelte tecniche che la distinguano dalle altre, pur mantenendo evidente l'appartenenza ad un territorio ed alle sue caratteristiche enologiche.
Ma ricordiamo che Territorio significa anche, e soprattutto, Ambiente.
Il minimo impatto ambientale deve essere l’obiettivo assoluto, imprescindibile: non si può pretendere di fare un buon vino in un ambiente bistrattato.
Questa rubrica vuole regalarVi, in amicizia, la nostra esperienza di consulenza pluriennale su oltre mille ettari di vigneti in tutta Italia e spera di divenire un mezzo di divulgazione di alcune di quelle nozioni viticole (e, quando capiterà, anche enologiche), che dovrebbero essere bagaglio indispensabile di chi intraprende il viaggio della degustazione alla scoperta del vino.
Speriamo che possa essere sempre interessante e, soprattutto, che possa essere stimolata dalle Vostre richieste e domande, alle quali saremo particolarmente orgogliosi di poter rispondere.
Il primo intervento traccia un sentiero immaginario che, insieme, vorremmo percorrere alla scoperta delle radici del vino (e della vigna!). Le future uscite tratteranno e approfondiranno di volta in volta i molteplici aspetti dell’affascinante mondo della vite.
Buona lettura.

Per SATA, Marco Tonni - www.agronomisata.it


Il vino: come un mosaico di componenti ed esperienze

Il carattere di un vino ed il suo successo nascono dall’insieme di una moltitudine di fattori, che possiamo immaginare come le tessere di un mosaico. Se diverse centinaia sono le molecole identificate nel vino, ciascuna delle quali conferisce al vino una parte delle sue proprietà – colori, profumi, gusti, proprietà salutistiche, energetiche, euforizzanti e così via – dobbiamo ricordarci che tutte queste sostanze derivano dalla vigna, la quale vive su un determinato terreno, subisce ogni anno un diverso andamento climatico e deve essere allevata e “guidata” da noi perché cresca nelle condizioni migliori per produrre uva che risponda alle nostre esigenze enologiche. Ciascuna delle molecole del vino è quindi una tessera del mosaico, proprio come lo è ciascuna delle scelte dell’uomo che decide in che direzione guidare la vite, determinando quindi le sue capacità di crescere, svilupparsi e accumulare nell’uva colori, profumi e gusti.
Ovviamente a tutto ciò deve fare seguito una oculata vinificazione, che riunisca con pazienza, cura e sapienza in un grande mosaico tutte le tessere sparse che arrivano dalla campagna, vi aggiunga delicatamente altri fondamentali pezzi forniti dal lavoro di lieviti e batteri, e permetta quindi alle caratteristiche dell’uva di esprimersi integralmente e sinceramente nel vino.
I passi che indirizzano la vite verso un determinato cammino, possono essere anch’essi considerati come le tessere del mosaico e potranno avere importanza diversa tra loro, ma solo quando tutte queste componenti saranno presenti ed integrate, si potrà avere un vino completo, complesso, elegante; diversamente, mancherà sempre un pezzetto: perché la pianta non lo ha prodotto, oppure si è dimenticato di includere quel passaggio nella filiera, oppure ancora perché si è erroneamente tolto un pregio in una fase del processo in cui si è deciso di togliere un difetto.
Non riusciremo ora a elencare tutte le tessere, ma ricordiamo solo alcuni esempi.
La scelta del terreno e della varietà, i cloni ed i portinnesti, la distanza di impianto e la forma di allevamento sono passaggi obbligati ed irreversibili.
Poi, mano a mano che avanza l’età della vigna e con essa le sue capacità di produrre e di accumulare – attraverso l’azione combinata di foglie e radici – dobbiamo capire come e perché questa pianta cresce in un certo modo e quindi decidere come nutrirla e gestirla, interpretando le risposte che dà ai nostri input, valutando le conseguenze delle nostre azioni sia in termini quantitativi che qualitativi.
La potatura invernale dà la forma alla pianta, mentre la concimazione, ossia il cibo che noi le forniamo oltre a quello che già trova nel terreno, ne sancisce lo sviluppo. La cimatura (taglio delle punte dei germogli quando questi stanno crescendo troppo) incide sulle capacità di fotosintesi e quindi di crescita e maturazione e nel frattempo su tutto domina il carico produttivo che decidiamo di lasciare e che con il suo peso “schiaccia” la pianta come uno zaino sulle spalle di un montanaro, la costringe a lavorare a sufficienza per poter nutrire i vinaccioli, suoi figli diletti che crescono all’interno di ciascun acino.
La vite, è risaputo, è pianta generosissima e proprio per questo dobbiamo fare attenzione a non sfruttarla troppo, altrimenti lei rimane a tasche vuote e noi ci troviamo nel bicchiere un vino povero, senza equilibrio, come la sua pianta madre.
Cerchiamo di capire cosa significhi avere una pianta in equilibrio e ben guidata; per questo serve un esempio.
Premettiamo che “pochi” elementi influenzano le caratteristiche di un vino bianco (detto tutto quanto sopra, questa affermazione sembra un’eresia, ma si intende che, mancando la fase di macerazione e la cessione delle sostanze dalle bucce, il bianco è più facilmente collegabile alle caratteristiche della polpa di partenza), pertanto si può correlare in modo più diretto ed immediato la qualità del vino bianco allo stato fisiologico e all’equilibrio della vigna.
Dovreste avere la fortuna di degustare una verticale di vino bianco ottenuto dallo stesso vigneto e con le stesse tecniche di vinificazione. Ovviamente parliamo di un vigneto ben gestito, regolare nello sviluppo, non stressato da carichi eccessivi. Ebbene, vi accorgereste in modo indimenticabile ed inequivocabile, addirittura talvolta incredibile, di come, avanzando l’età della pianta, cambi la ricchezza del suo succo.
Ciò avviene perché una pianta giovane “subisce” le stagioni mancando di riserve e di radici, mentre una più matura è meglio attrezzata per affrontare l’impegno del produrre uva.
Questo è, in sintesi, la traduzione concreta di ciò che si intende per “equilibrio vegeto produttivo”: una pianta in salute e “matura”, che riesce ad acquisire al meglio dal terreno ciò che il terreno le vuole donare.
Se possediamo tutte le tessere, dalla scelta del sito fino all’imbottigliamento e, aggiungeremmo, fino alle strategie di promozione e vendita del vino, e le sappiamo incastonare con maestria e finezza, in modo che non manchi nulla, allora possiamo ottenere un buon vino.

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