IL VIAGGIO GASTRONOMICO

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"Castelli con gusto" per scoprire il territorio

Camminare nella storia rivivendo gli antichi splendori dei possenti manieri, ripercorrere secoli di battaglie e sfarzi di corte, viaggiare nei misteri racchiusi nelle mura del castello della Manta e di Lagnasco o perdersi nei meandri delle... Grotte Alchemiche alla ricerca della Pietra Filosofale celata nella Conoscenza che rende l'uomo... Immortale. Assaporare il sapore di cibi genuini sapientemente riproposti dalle massaie che da secoli si tramandano antiche ricette da madre a figlia, scendere nelle cantine dove il mosto riposa e diventerà nettare di Bacco per rallegrare le tavole imbandite e gli animi. Assaporare l'odore del fieno appena tagliato o guardare "oltre la siepe" là dove il cielo si confonde con il Monviso per poi confondersi con le cime innevaste delle Alpi. Passare sulle strade che un tempo erano le "Vie del sale" e scorgere tra i filari i tetti delle cascine, le guglie dei campanili o vedere greggi e mandrie pascolare nei verdi prati odorosi di fiori. Scoprire i "ciabot", simboli rurali, o i piloni votivi che seguivano il passo dei contadini al lavoro nei campi, ascoltare storie del duro lavoro dei malgari o quelle delle masche raccontate nelle "veglie" accanto al focolare. Innalzare lo spirito osservando la maestosità di una grande cattedrale o una piccola chiesetta e poi posare il pensiero su un grande palazzo simbolo di nobiltà e di potere o su un cascinale dove sull'aia sonnecchia pigro un gattino, mentre in cucina la massaia prepara il desco e accudisce ai bimbi che scorazzano festosi.
Tutto questo lo offre la Provincia di Cuneo che in collaborazione con il Comune di Saluzzo organizza "Castelli con Gusto", uno "spazio culturale" che vuole tradurre un ambito progetto in realtà attraverso un viaggio tra i sapori del territorio e i castelli: le identificazioni della storia e della cultura di un popolo.





L'intento è di fare conoscere le tradizioni del cuneese agricolo che da sempre vive in simbiosi con i suoi castelli e i suoi palazzi: simboli di agiatezza ma anche di storia, cultura, tradizioni e folclore.
Nasce così un'idea concretizzatasi con un'anteprima per la stampa, che ha coinvolto un gruppo di giornalisti delle più importanti testate regionali e nazionali che sono stati accompagnati in un tour alla scoperta delle bellezze di due splendidi manieri del Marchesato di Saluzzo, il Castello della Manta, del FAI - Fondo per l'Ambiente Italiano e quello di Lagnasco, la chiesa di Santa Maria al Castello e la possente Castiglia dove gli ospiti hanno terminato "il viaggio nel Tempo" assaporando i prodotti del cuneese, ma se vorrete seguirmi vi condurrò con me e attraverso i miei scritti rivivremo insieme momenti di stupore, di pace agreste, di bellezze architettoniche, di sapori, ed entrerete anche voi nel magico mondo dove tutto è possibile... anche scoprire i segreti alchemici nei dipinti di un castello o le allegorie di un pittore che... "la sapeva lunga" in fatto di esoterismo...
L'incontro inizia a Saluzzo presso l'Antico Podere Propano, un hotel a tre stelle, collocato in una vasta proprietà agricola che il Marchese di Saluzzo donò ai frati Cistercensi di Monbracco nel 1525. La cascina è stata trasformata in un albergo di charme, a pochi minuti dal centro storico. L'accoglienza è quella della tradizione piemontese, cordiale e famigliare.
Si familiarizza con gli altri colleghi che affronteranno questo viaggio alla scoperta del mistero e del presente racchiuso nei vetri delle bottiglie o in un piatto della tradizione di queste terre.
L'incontro con Monica Pasquarelli, Franca, e le altre colleghe dell'Ufficio Stampa di "Castelli con Gusto", e poi si parte verso la prima tappa: Saluzzo storica, con gli antichi palazzi, la stupenda chiesa con il tipico affresco che raffigura il Santo patrono dei viaggiatori e dei pellegrini diretti a Compostela, Roma o in Terrasanta, che veniva sempre raffigurato enorme. La sua figura copre le facciate delle chiese perchè doveva essere visibile da lontano, in modo che in caso di necessità o di pericolo il viandante potesse vederlo e affidarsi a lui per chiedere conforto e protezione, aiuto, o semplicemente per ricordarsi che nessuno camminava solitario se posto sotto il segno della Fede e della Cristianità.
I palazzi antichi, la possente mole del castello-fortezza della Castiglia, gli antichi portali, le insegne: qui anche il tempo si è fermato per riportarci nel Medioevo...
Il Castello di Manta si presenta in tutta la sua possente mole. Dalla cima della collina pare voler dominare o proteggere la città sottostante.
Per le mie gambe abituate a riposare al computer la salita è lunga e a fatica la percorro, ma quando dinanzi a me si apriranno le stanze di questo maniero potrò dire che comunque ne sarà valsa la pena anche se le gambe si... vendicheranno.
Sulla porta ci accoglie la dott.sa Cavallero, property manager del FAI. Simpatica, professionale e cordiale ci da il benvenuto affidandoci alla guida e subito inizia il nostro viaggio nelle meraviglie...
Ogni angolo, ogni stanza racchiude piccoli o grandi gioielli e poco importa se è un antico pavimento in "mattonelle colorate con sangue di bue", com'era in voga un tempo per darle il colore rossastro e la lucentezza, o il mistero di quell'America dipinta in un mappamondo datato molto prima della scoperta del Nuovo Continente da parte di Cristoforo Colombo! Strana immagine, ma in fondo la storia ha ormai dimostrato che Colombo non fu il primo a scoprirla, ma solo il primo che... ne fece la storia.
Restiamo affascinati dalle narrazioni esoteriche racchiuse negli enormi affreschi del ciclo degli "Eroi ed Eroine" e dalla parete dedicata alla "Fontana della Giovinezza" con le sue allegorie fantastiche, fantasiose... ma che "Parlano a chi sa Leggere... tra le Righe...".
Gli affreschi raffiguranti Davide, Re Artù, Goffredo di Buglione e le Crociate, Carlo Magno, le Amazzoni, Semiramide, Medea, le "Grottesche" e altri personaggi, tutto è meraviglioso e il tempo scorre senza che ce ne rendiamo conto. A malincuore lasciamo questo luogo stupendo e la nostra accompagnatrice la cui bravura è talmente tanta da immedesimarsi lei stessa in ciò che narra, sino a coinvolgerci emotivamente trasformandoci in ascoltatori estasiati.
Lasciamo questo luogo di delizie storiche per un luogo di... piacere per lo stomaco affamato che non più anestetizzato dal fascino delle narrazioni comincia a dare segni di languori e così eccoci in viaggio per Castellar sul confine tra la Valle Bronda e la Valle Varaita, dove degusteremo il Pelaverga, vino raro che nasce da un vitigno raro e pregiato delle Colline Saluzzesi ed è prodotto in quantità limitata.
Castellar ci accoglie con i suoi "Spaventapasseri" disseminati lungo le vie del paese e sorrido pensando ad uno dei più bei film della mia infanzia "Il Mago di Oz" con il suo uomo Leone, l'Uomo di Latta e lo Spaventapasseri dalla testa piena di paglia!
La colazione degustativa è presso la famiglia Maero dove assaggerò un piatto tipico che non conoscevo, le "cojëtte", gnocchi di patate dalla forma irregolare, serviti saltati in padella con burro e panna, la frittatina di lavertini e una deliziosa crostata preparata dalla madre, che oltre ad essere gentile e ospitale è anche un'ottima cuoca, tutti i piatti sono stati preparati seguendo la tradizione antica. Non mancano gli assaggi dei formaggi di uno dei figli, Ivano, appassionato ricercatore di questo prodotto montano, il tutto accompagnato dalla gamma dei vini di produzione dell'altro figlio, Emidio, che di volta in volta ci presenta in abbinamento al piatto: un Rosè, il Pelaverga, la Barbera, il Bianco Passito e la Grappa.
Si riparte. Prossima tappa il Castello di Lagnasco.





Difficile dire tra questo e quello della Manta qual'è il più interessante o bello! Ognuno racchiude una sua storia, un suo modo di vedere lo spazio, il tempo e la vita, ognuno con il suo mistero e anche questo ne racchiude molti!
Anche qui ci accolgono con gentilezza e professionalità e la nostra guida inizia a narrare la strana storia dei tre castelli inglobati in un unico blocco.
Gli affreschi dell'uomo albero, il satiro dormiente e gli incubi, la figura della donna velata, simbologia della donna intesa come portatrice di nuova vita che tra i veli cela la Conoscenza, ma la rende visibile e palpabile solo a chi sa comprendere il messaggio.
Lo strano dipinto del proprietario del castello, il nobile Tapparelli studioso dell'alchimia, dal muro sopra una porta (simbolo dell'entrata nel mondo della Conoscenza) ci accompagna quasi incurante del nostro "umano transito" tra le mura della sua dimora, tiene in mano un libro aperto ma stranamente anziché posare gli occhi sulle pagine in atteggiamento di lettura, come si addice ad uno studioso che il ritratto lo sceglie proprio con un libro in mano, volge lo sguardo alla sua destra: chiari simboli ad indicare che la Conoscenza non è scritta nelle pagine dei libri ma è accanto a noi, in noi o forse chissà, chiude il libro e con il dito "segna una pagina di vita"...
Meravigliosi gli enormi affreschi della Sala della Giustizia con scene di giudizi, processi storici e fantasiosi.
Entriamo in un'altra sala "insolita": una piccola sala divide un'altra sala ancora più piccola, con delle colonne interamente ricoperte di figure immaginarie e misteriose. La prima si presenta con gli affreschi "quasi" normali di una sala probabilmente adibita al divertimento o agli incontri, mentre la più piccola è interamente dipinta con figure strane, antropomorfe e di simbologia esoterica, alchemica, dove "fantasia, sogno e immaginario dell'inconscio" si amalgamano.
Esotericamente quelle colonne... che non nascondono il mondo occulto e fantasioso dell'altro locale annesso, potrebbero indicare il sottile confine che divide un luogo adibito alla vita terrena da quello della fantasia, della creatività, dell'illusione.
Simboli esoterici, l'alchimia e la ricerca dell'Essere e del legame tra Uomo e Materia, tutto è un oscuro messaggio.
Anche quelli che apparentemente appaiono come semplici fregi se li si osserva attentamente si può notare che raffigurano volti di animali o di persone. Qui anche una "macchia" da vita a immagini fantasiose!
La nostra accompagnatrice non è solo una guida, ma un'appassionata. Attenta ad ogni cosa ci spiega come ogni tanto individui in semplici dipinti dei dettagli che trasformano anche le normali figure in qualcosa di rappresentativo e di misterioso!
Decisamente ci sono capitate le migliori guide!
Anche da questo luogo e dalle interessanti notizie ci allontaniamo a malincuore per raggiungere l'ultima tappa della giornata, la Castiglia, a Saluzzo.
Antica roccaforte del 1200, nel tempo venne ampliata e trasformata prima a dimora signorile e in seguito come luogo di uffici governativi e amministrazione militare e infine come casa di detenzione.
La nostra accompagnatrice è molto giovane ma ben preparata ed è interessante ascoltare la storia delle diverse trasformazioni di questo castello, ma la visita sarà breve e si fermerà nelle celle di punizione, poco più di sgabuzzini che mi fanno immaginare come possano essere stati bui, umidi e maleodoranti al tempo della reclusione di Silvio Pellico che qui... dimorò: in un'altra sala il Sindaco, gli Assessori e altri rappresentanti ci stanno aspettando per il benvenuto e le degustazioni dei prodotti tipici della provincia di Cuneo.

Il menù prevede:

Prosciutto crudo Cuneo
Salciccia di Bra
Salame cotto
Battuta di fassone con scaglie di Castelmagno
Aspic di Gallina Bianca di Saluzzo
Finanziera
Frittata di Bruscandoli
Risotto al fondo bruno alla maniera di Nino Bergese
Tagliere di formaggi tipici: Bra duro, Raschera, Tomino di Melle, Castelmagno, accompagnati da miele e cougnà
Paste di meliga con zabaione al Quagliano
Crostatine con marmellata ai frutti rossi
Naturalmente i vini sono Pelaverga Doc, Rosso Colline Saluzzesi Doc, Rosato Pelaverga e Quagliano Doc.

A trasformare i prodotti in deliziosi piatti sono gli allievi dell'Istituto Professionale per i Servizi Alberghieri "Giolitti" di Mondovì che hanno spiegato come nascono questi piatti tipici, fornendoci anche interessanti notizie storiche come quella della finanziera il tipico piatto piemontese nato nel medioevo, un piatto povero che utilizza le parti di galletti e capponi e lo scarto della macellazione bovina. In seguito divenne un piatto raffinato e il nome deriverebbe dalla giacca da cerimonia indossata dai rappresentanti della finanza piemontese nel'Ottocento che ne erano ghiotti.
L'iniziativa è promossa dall' Assessorato all'Agricoltura e al Turismo della Provincia di Cuneo per la valorizzazione dei prodotti tipici e delle eccellenze del territorio, ma la Provincia cuneese intende realizzare una serie di eventi per far conoscere il meglio della produzione del territorio anche attraverso la riscoperta di antiche ricette. L'iniziativa vuole fiancheggiarsi alle politiche di promozione che l'Ente Provinciale sostiene con castelli Aperti e Castelli in Scena.

di Alexander Màscàl
foto Matteo Saraggi


Info: Ufficio Stampa "Castelli con Gusto"
Monica Pasquelli - 335230953 - monica.pasquarelli@teico.eu
Elisa Bogliotti 3392425021
http://prodottitipici.provincia.cuneo.it


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