DAL MONDO DEL VINO E DELLA VITE

A cura di Roberto Rabachino
[rabachino@asa-press.com]


Cala la produzione ma i vini continuano a volare nel mondo

Cala la produzione vitivinicola italiana ma il resto del Mondo non se la passa meglio, visto che per il 2012, secondo Assoenologi, per soddisfare la domanda globale mancheranno oltre diciotto milioni di ettolitri di vino. In Francia e in Spagna si stima un decremento di poco meno del 20% e in Italia la produzione è ipotizzata intorno ai 40 milioni di ettolitri.
Ci troviamo di fronte alla vendemmia più scarsa dal 1950. E dire che sarebbe bastata qualche pioggia estiva e meno caldo per siglare un millesimo assai degno di considerazione sia quantitativamente che qualitativamente, che ci avrebbe fatto molto comodo visto che le nostre vendite all’estero di vino crescono più di quelle complessive del Made in Italy.
Il primo semestre 2012 conferma infatti un’accelerazione in valore, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, che arriva a +7%, a fronte di una flessione dei volumi del 10,6%. Il che vuol dire che, da gennaio a giugno, abbiamo mandato all’estero meno prodotto ma, considerando che il decremento quantitativo riguarda principalmente lo sfuso e i vini di più bassa fascia, abbiamo guadagnato di più.
Il dato più elevato è ancora una volta da attribuire allo spumante con +12,5%, seguito dal vino in bottiglia +7%. Diverso il discorso sul fronte dei volumi: –0,5% per i vini in bottiglia, –24,8% per lo sfuso, –10,3% per lo spumante e –5,5% per i vini frizzanti.
L’Unione europea rimane la destinazione prioritaria del vino italiano con il 53% del valore delle esportazioni, ma il ruolo dei Paesi terzi sta assumendo un peso notevole, sia per l’aspetto demografico, ossia per le potenzialità future di consumo, sia per le asincronie della congiuntura internazionale. Basti pensare che i nostri flussi di vendita verso i Paesi europei fanno registrare +3,7% in valore, mentre quelli verso i Paesi Terzi +10,9: l’area dei Paesi terzi cresce quindi tre volte rispetto a quella dell’Ue.
Come dicevo prima, sul versante dei volumi, invece, l’area comunitaria si attesta a –14,8%, mentre i Paesi terzi mostrano una crescita sia pur lieve (+0,4%). In Europa le vendite di vino italiano, sempre nei primi sei mesi del 2012, calano del 3% nei Paesi Bassi e del 10,2% in Danimarca, mentre crescono del 27,5% in Svezia e del 24% in Norvegia. Decisa è invece l’impennata di vendite in Estremo Oriente con il Giappone in testa, che dopo un lungo periodo di calma, nei primi sei mesi fa registrare un incremento del vino italiano del 41,3% in valore e del 27,3% in volume.
Tra i mercati minori risultano in deciso incremento quelli di Hong Kong (+36% in valore e +41% in volume) e di Singapore (+33% in valore e +21% in volume) che costituiscono hub importanti di comunicazione delle nuove tendenze.
Nei primi sei mesi dell'anno i vini rossi mostrano una leggera preferenza rispetto ai bianchi e risentono in misura minore della crisi dei consumi: i volumi flettono da 4,6 a 4,2 milioni di ettolitri (–8,3%). I vini bianchi sono più penalizzati e le consegne si riducono da 4,9 a 4,3 milioni di ettolitri (–13,1%). La situazione si ribalta sotto l’aspetto del valore poichè il vino bianco cresce da 572 a 628 milioni euro (+9,8%), mentre quello rosso da 1.023 a 1.083 (+5,8%). Decisi i rialzi nei valori medi unitari che per i rossi/rosati variano da 2,21 euro/litro a 2,55 euro/litro (+15,4%), mentre i bianchi registrano un incremento ancora più alto (+26,3%) passando da 1,15 a 1,46 euro/litro. Rispetto ai valori medi del primo trimestre dell’anno si registra una sensibile crescita sintomo di un progressivo spostamento verso una maggiore qualità dell’offerta.
Uno sguardo particolare merita l’universo spumante, visto che non tutte le tipologie mostrano la stessa performance. Va subito rilevato che oltre la metà del valore esportato nel primo semestre è da attribuire agli “Spumanti Dop” (escluso l’Asti) dove si colloca il Prosecco Dop. Il valore del segmento è salito da 100,3 a 123,4 milioni di euro (+23,1%). La seconda voce per importanza è l’Asti che risulta in netta flessione da 56,3 a 50,3 milioni di euro (–10,7%). La variazione del valori nell’arco del periodo giugno 2011/giugno 2012 vede in crescita gli spumanti generici +17,6% e quelli Igp +30,6%.
L’analisi dei volumi evidenzia la crisi che sta vivendo l’Asti, con le consegne che flettono del –23,7%, da 272 a 208 mila ettolitri. In espansione le altre Dop da 305 a 339 mila ettolitri.
I prezzi medi sono in crescita per Asti +17,0%, per gli altri spumanti Dop +10.6%, da 3,29 a 3,64 euro/litro. Il segmento spumanti generici mostra una crescita del valore medio unitario del +23,6%, attestandosi a 2,39 euro/litro.
La flessione registrata nei volumi è frutto di contrazioni della domanda che hanno avuto effetti diversi nelle singole aree e mercati. I flussi registrati al primo semestre mostrano un rallentamento più evidente nell’area dei Paesi Terzi -14,7%; e una decelerazione più contenuta nell’Unione europea –6,9%.
Nella prima area i volumi passano da 379 a 323 mila ettolitri, mentre nella Ue le consegne flettono da 491 a 457 mila ettolitri.
Per quanto concerne il valore si registra una leggera prevalenza della crescita nei Paesi Terzi +13,2%, contro +11,9% dell’Ue. I valori nel confronto con lo stesso periodo del 2011 variano da 114 a 128 milioni di euro nella Ue ; e da 100 a 113 milioni di euro nei Paesi Terzi.
I valori medi unitari sono sospinti verso l’alto per le diverse tendenze; nell’Unione europea si registra un incremento del +20,2%, da 2,33 a 2,80 euro/litro; nei Paesi Terzi +32,7%, da 2,64 a 3,5 euro/litro.
Insomma la crisi c’è, si sente, si vede e si tocca, ma se il settore vitivinicolo italiano saprà continuare a “stringere i denti”, le soddisfazioni non dovrebbero mancare.

Roberto Rabachino (Fonte Assoenologi – Giuseppe Martelli)




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