IL FALSO ITALIANO

A cura di Roberto Rabachino


Il vino “fai da te”

In Inghilterra, in un negozio di Keynsham, con poco più di 33 sterline (42 euro) si può comprare un box di cartone da cui ottenere 29-30 bottiglie di “pregiatissimo” rosso italiano.
Nel kit sono presenti “polverine magiche” e sacche con presunto mosto dalle quali aggiungendo acqua, si otterrebbe in nemmeno un mese un vino “di qualità” perché, a detta del venditore, mosti e polveri arrivano dalle zone di produzione dei blasonati rossi.

Necessita chiedere immediatamente alle autorità britanniche e comunitarie di intervenire duramente per reprimere il commercio di prodotti alimentari falsi in ogni senso, frutto di polverine e chimica, è il minimo. L’auspicio è che finalmente si faccia, perché è nota da tempo questa moda, diciamo così, di mettere in commercio scatoloni dal quale ottenere bevande che qualcuno ha la spudoratezza di chiamare vini. È un insulto a chi produce i veri vini e non mi stupirei che fosse anche un attentato alla salute dei consumatore.
Nel mirino della bufala: Chianti, Barolo e Valpolicella.


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