ATTORNO ALLA TAVOLA
A cura di CARLO PASSERA [ passera.web@asa-press.com ]


IL CAPPUCCINO CERTIFICATO

Siamo il Paese che non nega un riconoscimento a nessuno; abbiamo 34 Docg, 313 Doc, 118 Igt tra i vini, 155 prodotti tra Dop e Igt, 4.254 “prodotti agroalimentari tradizionali” certificati dal ministero e sempre nuovi se ne aggiungono, che sia il ciauscolo marchigiano o il peperone di Carmagnola. Poi ci sono i 200 Presìdi del gusto Slow Food, qualche centinaio di prodotti De.Co. autocertificati da oltre 250 Comuni, e si potrebbe continuare ancora a lungo. In questo turbine di sigle e marchi, che tutelando tutto finiscono forse col garantire poco o nulla, ci piace accogliere un’idea innovativa e davvero utile: quella del “Cappuccino Italiano Certificato”. Non si tratta, ovviamente, del solito simbolino magari da inzuppare la mattina nel caffelatte, insieme al cornetto semi-industriale; bensì di un’iniziativa intrapresa dall’Istituto Nazionale Espresso Italiano e che quindi garantisce il cappuccino “doc” negli oltre 1000 bar censiti e vagliati con severità dall’istituto stesso, e il cui elenco è disponibile alla pagina web www.espressoitaliano.org. Ma come dev’essere un “Cappuccino Italiano Certificato” e in cosa si distingue dagli altri? La sperimentazione condotta dall’Istituto Nazionale Espresso Italiano attraverso l’Istituto Internazionale Assaggiatori Caffè è giunta recentemente a conclusione e definisce un cappuccino “di qualità e rispettoso della tradizione” se è composto da 25 millilitri di espresso e da 125 millilitri di latte (vaccino fresco con un contenuto di proteine minimo del 3,2% e di grassi del 3,5%), montato con vapore partendo da latte freddo (3-5°C, ) e portato a una temperatura di circa 55°C per essere poi versato su un Espresso Italiano Certificato in una tazza della capacità di 150-160 ml. Ne deriva un cappuccino che, per usare le parole di Luigi Odello, è «di colore bianco, ornato da bordo marrone più o meno spesso nel cappuccino classico, con disegni che vanno dal marrone al nocciola nel cappuccino decorato. La crema ha maglie strette con occhiatura molto fine o assente. Il Cappuccino Italiano Certificato ha un aroma intenso in cui ai soffusi sentori di fiori e di frutta si aggiungono quelli più prestanti di latte, di tostato (cereali, caramello), cioccolato (cacao, vaniglia), e frutta secca. Sono assenti odori empireumatici e biochimici negativi. Il corpo è importante e si esprime con una sensazione suadente, di panna e di elevata percezione sferica, supportato da un sapore amaro tenue e da una bilanciata acidità, quasi impercettibile. L’astringenza è praticamente assente». Insomma, una delizia, che si basa su un’altra delizia alla base, l’espresso italiano certificato così come difeso e tutelato dall’apposito istituto (il che significa: impiego di miscele certificate, macinadosatori e macchine qualificate e operatori abilitati). La conclusione a Marco Paladini, presidente dell’Istituto Nazionale Espresso Italiano: «Abbiamo ritenuto necessario tutelare e proteggere questa importante espressione della nostra cultura gastronomica. Così all’azione di tutela del caffè espresso che portiamo avanti ormai da diversi anni, si affianca ora la protezione del cappuccino, prodotto che conosce notevole successo all’estero ma non sempre di adeguata qualità sensoriale».

Carlo Passera

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