ASPETTANDO EXPO 2015

A cura di Enza Bettelli


Ricotta Romana DOP

Tarquinia, Viterbo, Pecore

Il territorio di origine è l’agro romano, ma la DOP comprende tutta la regione Lazio. Oltre Roma, culla della nostra civiltà e che da sola merita giorni e giorni di permanenza per poterla visitare in modo approfondito, ci sono le altre città laziali, ciascuna con pregevoli caratteristiche artistiche, storiche e paesaggistiche. Per esempio, i famosi scavi archeologici di Cerveteri, in provincia di Roma, e quelli di Tarquinia e Tuscania in provincia di Viterbo. Il monastero di Montecassino nella provincia di Frosinone, che ha mantenuto un grande fascino malgrado si sia dovuto ricostruire dopo la seconda guerra. L’interessante centro storico di Viterbo e il Lago di Bolsena nella sua provincia e, poco distante, Capodimonte patria di famose ceramiche. La suggestiva terrazza panoramica su cui si estende Rieti. E Latina, sorta su una campagna bonificata, oggi verde e molto coltivata, che si estende fino al mare con Formia, il Golfo di Gaeta e le incantevoli Isole Tremiti. Ma ci sono molti altri borghi e piccole cittadine, tutti con un passato storico di cui sono rimaste interessanti testimonianze che vale la pena visitare. Tutto intorno, la campagna e le colline, caratteristiche come per esempio la Ciociaria e la Tuscia, con grandi distese di uliveti, e le colline di Frascati dove ancora si può bere un bicchiere di vino nei locali che, malgrado si siano modernizzati, hanno comunque mantenuto qualcosa della vecchia atmosfera. E naturalmente i pascoli dove vengono allevate le pecore da cui proviene il latte per la ricotta.

IL CONSORZIO
Il Consorzio di Tutela della Ricotta Romana DOP ha sede a Roma e ha come compito la tutela, la vigilanza e la promozione di questo prodotto.

LA RICOTTA
La lavorazione del formaggio è una delle più antiche al mondo e per quanto riguarda la ricotta romana, sembra che addirittura Catone ne abbia in qualche modo promosso e regolato la produzione raccogliendo le norme per l’usufrutto della pastorizia nella Roma repubblicana, e quindi del latte destinato alla trasformazione in formaggi e l’uso del siero da cui si ricava la ricotta.
Il siero per la Ricotta Romana DOP deriva da latte intero di pecore che vengono alimentate con foraggi di pascoli naturali, prati pascoli e erbai situati nel solo territorio della regione Lazio. Anche il caseificio deve avere sede nel Lazio.
Il siero è scaldato a 90°C e leggermente agitato per favorire la coagulazione che avviene a piccoli fiocchi. Non sono ammessi l’utilizzo di latte congelato e l’aggiunta di prodotti chimici e di grassi. I fiocchi della coagulazione vengono poi raccolti e posti in fuscelle a forma conica che lasciano sgocciolare il siero.
La ricotta che se ne ricava ha struttura molto fine, colore bianco, sapore delicato e dolce.
La confezione è fatta in cestelli tronco-conici che possono essere di vimini, plastica o metallici, con capacità massima di 2 kg. Ammessi anche l’involucro di carta pergamena e altri contenitori di plastica o sottovuoto. Ogni confezione è completata dall’etichetta con il logo del Consorzio, quello DOP e i riferimenti dell’azienda produttrice.

LA GASTRONOMIA DEL TERRITORIO
La cucina romanesca ha un’impronta decisamente popolare, che ha dato origine a piatti semplici ma molto gustosi come gli spaghetti cacio e pepe e quelli alla carbonara, le fettuccine condite in vari modi, i carciofi alla giudia, le fave con il pecorino, il fritto misto, saltimbocca, supplì. Molto diffusa la carne ovina, dall’abbacchio ai capretti. Nelle altre provincie la cucina tradizionale è simile a quella romanesca, alla quale si aggiungono altre tipicità, come i bucatini di Amatrice, le trote del lago di Bolsena, le patate di Leonessa, i maccheroni con la ricotta di Viterbo, la cucina marinara della provincia di Latina, i piatti con la cacciagione della provincia di Viterbo e altro ancora. Tra le specialità gastronomiche, formaggi e salumi pregiati, ottima produzione ortofrutticola, pesci di acqua dolce, le aragoste delle Isole Tremiti e l’olio extravergine della campagna e delle colline.

LA RICETTA: BRUSCHETTA
Il pane del Lazio è in genere di buona qualità e la bruschetta ne è il derivato più conosciuto e famoso, immancabile come antipasto e come accompagnamento dell’aperitivo. Però non basta tostare il pane e condirlo, la preparazione della bruschetta è un’operazione da eseguire con attenzione. Il pane più utilizzato è quello casereccio, con la mollica compatta e la crosta sottile; è adatto per ogni tipo di guarnizione e consente di abbondare con gli ingredienti poiché le fette sono abbastanza ampie. Però deve essere leggermente raffermo, cioè di 1-2 giorni perché la mollica assorba bene i vari condimenti. E naturalmente va tostato perché non si intrida eccessivamente di condimento e non si sbricioli, con una tostatura leggera, che lasci il pane croccante fuori e morbido all'interno. Le fette di pane vanno tagliate quindi abbastanza spesse, non meno di un cm abbondante. A questo punto si passa velocemente sul pane uno spicchio di aglio, con mano più o meno leggera a seconda che si gradisca un aroma più o meno intenso poiché la superficie ruvida del pane tostato grattugia la polpa morbida dell’aglio. Se si vuole restare nella tradizione, basta un filo d’olio extravergine dei colli romani. Se si gradisce una variante più ricca, quella più diffusa è con il pomodoro, crudo a dadini o salsa di pomodoro fresco, ma nulla vieta di arricchire la guarnizione con acciughe, olive, mozzarella, verdure grigliate.



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