SOSTE GOLOSE

Un Piemonte di sapori: Asti
RISTORANTE "PIOLA & CROTA"

"FANTASIA, TRADIZIONE E INNOVAZIONE", serata di inaugurazione

di Alexander Màscàl
foto Matteo Saraggi


Asti nel Medioevo fu un importante centro di scambi commerciali e bancari che operavano in tutta Europa, nacquero le "casane", istituti di credito su pegno, che prestavano somme di denaro facendosi consegnare, come garanzia, terre e castelli, in seguito molti di queste casane vennero trasformate in palazzi, locali di pubblici uffici, abitazioni e conventi.
Oggi molti di questi palazzi pur conservando l'antica veste medioevale sono stati trasformati o meglio "si è restaurata la storia..." e un tuffo nel passato e nel "restauro" ci viene proposto dal ristorante-enoteca "Piola&Crota" ambientato in spazi architettonici ricavati dalle cantine dello storico palazzo che nel XIV secolo fu sede di un convento di frati Certosini, situato nell'antica via Cesare Battisti.
Un angolo suggestivo dove a ritroso nel tempo, sotto scenografiche volte si può "Rivivere il passato, gustare il presente", come è scritto sul depliant di presentazione.
Elegante, raffinato, perfetto in ogni dettaglio, accurato nel servizio attorno a cui ruota uno staff di giovani professionisti, sempre attenti ad ogni vostra esigenza. In sala potrete godere dell'accoglienza di Silvia: semplice... ma con carattere, in perenne movimento da un tavolo all'altro per chiedervi se va tutto bene, ma anche per raccogliere qualche vostro pensiero come farebbe un'amica da lunga data, tanto da farvi sentire come in famiglia!
Accanto a lei ruota il mondo della cucina: uno staff di professionisti di sala e di cucina e uno chef emergente, Luca Tomaino, che propone la tradizione con un pizzico di coreografia per quel classico dire che anche l'occhio vuole la sua parte.
Da martedì a domenica il ristorante vi delizierà con pranzi e cene e a voi non resterà che l'imbarazzo della scelta tra le varie specialità.
Ci sono piatti che sono la memoria del tempo e che chef del nostro secolo propongono nelle versioni tradizionali ma adattate ai gusti e alle esigenze attuali, veri e propri spazi di cultura del gusto, espressioni di un'antica cultura del cibo riportate agli antichi splendori con un tocco di raffinatezza e professionalità.
Decisamente un tuffo nei sapori della memoria e un menù che rispetta il ritmo naturale delle stagioni ma sempre in grado di offrire piatti che sono il risultato di una ricerca di preziose ricette storiche. Allettanti proposte di piatti tradizionali i cui ingredienti racchiudono tutta la storia gastronomica recuperata da testi antichi, appunti che sono un patrimonio da preservare perché racchiudono la cultura del cibo tipica delle nostre terre: un'arte preziosa, da conservare e tramandare.

Ho trovato nella Piòla&Cròta un cibo per emozioni e sensazioni: sapori "adattati" ma fedeli alle proprie origini. Qui la creatività, la fantasia e l'innovazione sono una perfetta simbiosi tra passato e presente, "l'etnico", il "famulo strano", non sono usati o mescolati a quella che è la cucina tradizionale del nostro territorio e unica valida concessione è l'ottimo abbinamento con prodotti tipici piemontesi : dalla salciccia di Bra, alla tartrà; dal prosciutto crudo valdostano, il Jambon de Bosses di Saint-Rhèmy agli asparagi di Revello; dai tomini di Melle ai tajarin impastati come vuole la tradizione locale, con ben 32 uova; dal lardo al ginepro di Venasca alla sfoglia calda di Fontina con ratatuia di cardo gobbo di Nizza Monferrato e topinambour.
Non ho quindi pianto davanti ad un hamburger o un panino come dice il simpatico Edoardo Raspelli "Ciuf- ciuf", o un surgelato-precotto, non mi sono disperata davanti ad un cous cous, non mi sono disagiata davanti alla bistecca di struzzo o ad un sushi, che pare vadano molto di moda: tutti piatti che di "tipico"... non hanno nulla se non un'invadente esibizione fuori luogo!
La vera bravura non sta nell'inventare nuovi spazi anacronistici e dissacratori della nostra cucina italiana che si sta proponendo, con altre cucine europee all'UNESCO, "da preservare come Patrimonio dell'Umanità" ma sta nella ricerca delle tradizioni storiche e nelle nostre radici e nella rielaborazione dei vecchi ingredienti adattati alle nostre esigenze e ai nostri gusti attuali.
Come si legge sul depliant del ristorante: "Rivivere il passato gustare il presente".