FATTI E PERSONE

Il Mahayagna, la Cerimonia del fuoco
Una definizione evocativa che si riferisce ad un rituale assolutamente suggestivo che ha visto protagonisti 45 Bramini provenienti da Sud dell’India che hanno celebrato ogni giorno, per una intera settimana, il rito celebrativo dedicato al benessere di tutti gli esseri viventi

Ciò è avvenuto a Torino, dal 1 al 9 Giugno scorsi presso la Fondazione Merz in occasione della chiusura della mostra dell’artista tedesco Wolfgang Laib autore dell’installazione esposta all’interno della galleria . Un evento certamente coinvolgente e che ha lasciato a bocca aperta coloro che, dopo aver visto l’opera, si sono fermati per seguire il rito officiato nello spazio interno della Fondazione: una coreografia rigida che ha visto i Bramini offrire alle divinità i simboli del mondo materiale: riso, burro,frutti, fiori sono stati quindi bruciati insieme a frammenti di stoffa, erbe e piante medicinali…
Un tale spettacolo merita comunque di essere seguito, ed in tanti lo hanno fatto, in veste di spettatori, comunque. Spettatori che non sapevano che i Bramini hanno portato con loro non solo alcuni ingredienti della cucina vegetariana (base della loro dieta) ma anche i cuochi che hanno preparato in loco i loro pasti. Tocca a noi scoprire come – e se – una disciplina alimentare quale quella praticata dai santoni possa essere funzionale al livello di concentrazione e spiritualità espressa quotidianamente dai protagonisti.
Sicuramente occorre dimenticare l’approccio occidentale al cibo prima di entrare nella cucina in cui Saravanan e Suresh, cuochi professionisti, ed il Bramino Subramam lavorano 14 ore al giorno; e ci aiuta in ciò l’aroma di spezie che già alle 7 del mattino supera le mura dell’”Oratorio S. Paolo”, sede logistica delle cucine, e pervade l’intero isolato. In questo piccolo locale il benvenuto viene dato con un bicchiere del caffè indiano addizionato a latte: e via con la colazione vera e propria.
Il Poori (pane di grano Moongdal) è preparato al momento e fritto in olio fumante (non crediamo ci siano particolari problemi legati al raggiungimento del punto di fumo) e servito con una base di riso Basmati alla quale viene abbinato il Poongal Masala profumato al tamarindo e con un Chutney, curioso retaggio del periodo imperiale britannico a base di green chili (peperoncino verde fresco), pomodoro, aglio, foglie verdi di curry: una epifania di sapori che pervade il palato.
I Bramini arrivano alla spicciolata e si servono in silenzio: devono prepararsi per la prima parte della Cerimonia e, una volta terminata la colazione, si avviano verso il luogo prescelto. Compito dei cuochi è preparare in questo momento il Mysure paa, un dolce che servirà come offerta durante il rito: un mix composto da 1 parte di acqua ed 1 di zucchero ridotti in sciroppo a caldo al quale viene aggiunta 1 parte di farina di ceci che, una volta cotta, viene arricchita con il Ghee (burro chiarificato) in ragione di 3 a 1… In cottura ancora Basmati e Doordal, le lenticchie indiane che faranno parte del Sambar, il mix di verdure al peperoncino verde , pomodoro ed aglio, piatto forte del pranzo. Particolarmente speziato l’Arrasam di tamarindo, limone, pomodoro e peperoncino, altro piatto di accompagnamento all’onnipresente riso. Il compito di “addolcire” il palato viene dato al Buttermilk, latte allungato con acqua, salato e condito con green chili che risveglia le papille gustative intorpidite dalla profusione di spezie presenti in ogni Masala e Chutney. La cena prevede, oltre al riso, una scelta di Paroota di verdure da gustare con pane Chapati, Chennah Masala vegetariana e Maidah.
Una varietà di preparazioni che raramente vedremo nei locali etnici delle nostre città e che ci ha permesso di provare sensazioni gustative estreme, difficili da comprendere. Con il senno di poi l’aver vissuto una intera giornata nelle cucine dei Bramini ci ha confermato che la cucina del sud dell’India, speziata, piccante, dai sapori quasi aggressivi – e non dimentichiamoci che si tratta di piatti esclusivamente vegetariani – deve queste caratteristiche alla estrema difficoltà di conservazione dei cibi, oltre che ad una tradizione millenaria che prevede l’uso esclusivo di ingredienti vegetali. Questa essenzialità aiuta comunque i Bramini nel raggiungimento del livello di concentrazione necessario alla effettuazione dei complicati riti ai quali si dedicano? Una domanda che deve prescindere dai gusti personali e dalle tabelle LARN….di sicuro si tratta di sapori che non si dimenticano!

Enrico Bricarello